La scelta di una sede per l’atteso Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi si avvicina. Mercoledì 15 dicembre Sogin, la società pubblica incaricata del decommissioning nucleare italiano, ha infatti pubblicato gli atti del Seminario Nazionale. La lunga consultazione pubblica, svoltasi dal 7 settembre al 24 novembre, aveva lo scopo di approfondire con tutti i soggetti interessati i vari aspetti tecnici, economici, sociali e ambientali del progetto.
Ora il cerchio si stringe: dalla Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), che individuava 67 siti, si passerà alla predisposizione della Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI), che terrà conto dei vari contributi e dei documenti raccolti durante la consultazione. Ma prima ci saranno ancora trenta giorni di tempo, fino al 14 gennaio, per inviare altre eventuali osservazioni.
Tutti i numeri del Seminario Nazionale, primo esperimento italiano di consultazione pubblica
Il Seminario Nazionale è stato per l’Italia il primo vero esperimento di consultazione pubblica per la realizzazione di un’infrastruttura di rilevanza nazionale. Un modello di progettazione partecipata che già funziona in altri Stati, come ad esempio in Francia, e che, vista l’ampia partecipazione e la qualità dei contributi, si può dire abbia avuto successo anche da noi. Se non altro, è servito a fare chiarezza e a fornire risposte puntuali a dubbi, questioni tecniche o anche problemi specifici di particolari aree che sono stati posti durante le sessioni di lavoro.
Le 9 sessioni, svoltesi tutte in streaming per un totale di 45 ore di diretta e ancora visibili sul canale Youtube di Sogin e sul sito dedicato, hanno coinvolto oltre 160 partecipanti fra rappresentanti di Enti locali, associazioni, comitati, organizzazioni datoriali e sindacali dei territori, singoli cittadini e relatori tecnico-istituzionali. Sono state formulate circa 200 domande, che hanno ricevuto tutte una risposta, o per iscritto o durante la diretta.
Fra i temi affrontati ci sono stati naturalmente tutti gli aspetti relativi alla sicurezza dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente; si è parlato della rispondenza delle aree individuate ai requisiti internazionali stabiliti dalla IAEA (International Atomic Energy Agency) e a quelli nazionali individuati dall’ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione); si è infine discusso dei benefici economici e di sviluppo territoriale collegati al progetto del Deposito Nazionale e del Parco Tecnologico, nonché delle misure di compensazione previste. Per alcune delle zone individuate sono poi stati acquisiti documenti e contributi circa il valore agricolo, storico e culturale dei territori, di cui si dovrà tenere conto nella stesura della CNAI.
Verso la chiusura del ciclo nucleare italiano
“I lavori si sono svolti nella massima trasparenza e hanno permesso di spiegare le ragioni per cui l’Italia, come avviene nel resto d’Europa, debba farsi carico di una gestione in sicurezza dei propri rifiuti radioattivi. - ha commentato Vannia Gava, Sottosegretario di Stato al Ministero della Transizione Ecologica, durante la sessione conclusiva del Seminario - Le esperienze all’estero testimoniano che infrastrutture analoghe a quella che dobbiamo realizzare nel nostro paese rappresentano un’occasione unica per lo sviluppo sociale ed economico del territorio che deciderà di ospitarla”.
“Il Seminario Nazionale è stato un momento di confronto significativo con i territori di riferimento. - ha concluso Emanuele Fontani, Amministratore Delegato di Sogin – L’ampia partecipazione dei cittadini e dei principali stakeholder ci ha consentito di rispondere ai diversi interrogativi che ruotano attorno alla realizzazione del Deposito e di sottolineare, una volta di più, la necessità di tale infrastruttura per il Paese al fine di chiudere il ciclo del nucleare italiano e gestire in maniera più sostenibile e sicura i rifiuti radioattivi, inclusi quelli prodotti dalla medicina nucleare, dall’industria e dalla ricerca scientifica”.
Ora non resta che aspettare la pubblicazione della CNAI a gennaio 2022. A quel punto la palla passerà a Regioni ed Enti locali, a cui toccherà esprimere le proprie manifestazioni di interesse, non vincolanti, per l’eventuale realizzazione del Deposito Nazionale sul proprio territorio.
Intanto, tutti i documenti e i contributi raccolti in questi mesi sono consultabili a questo link.