Il turismo non è solo vacanza. Si viaggia, e molto, anche per affari, lavoro, formazione professionale. E nel settore del business travel, il turismo congressuale e fieristico in particolare occupa un segmento di rilievo non solo per i diretti interessati (espositori, relatori, professionisti coinvolti), ma anche per l’indotto che è capace di generare sul territorio. Una sola settimana di fiera – se ben inserita in un circuito di riferimento e magari con un nome riconosciuto a livello internazionale – può decretare l’andamento della stagione di un ristoratore o di un albergatore, creare occupazione, offrire preziose occasioni di internazionalizzazione per le economie locali. Per non parlare del suo ruolo primario di piattaforma di networking e scambio di esperienze, luogo d’elezione per stringere accordi commerciali, collaborazioni e partnership per spingere l’innovazione. Tutte funzioni che, come ha sottolineato di recente Giovanni Laezza, presidente di AEFI (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane), non possono essere demandate – se non in minima parte - al digitale.

I numeri del turismo da fiera

Secondo i dati UFI (The Global Association of Exhibition Industry), gli eventi fieristici in tutto il mondo coinvolgono ogni anno 300 milioni di visitatori e 4,5 milioni di imprese. Nel 2019 la spesa di espositori e visitatori ha toccato i 116 miliardi di euro, con un indotto globale di 3,2 milioni di persone occupate. In questo scenario l’Italia, almeno fino allo scorso anno, era al secondo posto in Europa e quarta a livello mondiale, con un migliaio di manifestazioni all’anno, 200mila espositori coinvolti, 20 milioni di visitatori e un giro d’affari di 60 miliardi di euro.
Oggi però l’
emergenza Covid-19 ha colpito duramente il settore. Secondo un report rilasciato in luglio da UFI, l’intero comparto fieristico ha già subito una contrazione del 60% nella prima metà del 2020. Estendendo la proiezione fino alla fine dell’anno, ci si aspetta che, solo per l’Europa e il Nord America, i ricavi saranno meno della metà (il 44%) del 2019, mentre per il resto del mondo le previsioni sono anche peggiori. Per quanto riguarda infine l’indotto perduto, si parla di 158 miliardi di euro a livello globale e 52 miliardi solo per l’Europa.

Ripartire in sicurezza

Se lo spostamento degli eventi su piattaforme digitali è stato, ed è ancora in molti casi, una soluzione necessaria, dove è possibile ci si organizza ora per ripartire. Cominciando, ovviamente, dalle misure di sicurezza. Sulla base delle indicazioni generali fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per arginare il contagio del nuovo coronavirus, le associazioni che riuniscono i principali eventi fieristici internazionali si sono quindi rimboccate le maniche e hanno stilato meticolosi protocolli di sicurezza sanitaria. Quello di EMECA (European Major Exhibition Centres Association) è particolarmente dettagliato e si preoccupa non solo della gestione dei visitatori sul luogo della fiera, ma anche del pre e post-evento: prenotazioni, viaggio, montaggio e smontaggio, formazione del personale.
Sulla base di queste indicazioni e dei documenti stilati da UFI, AEFI e FederCongressi, anche l’
IEG (Italian Exhibition Group), società con sede a Rimini che gestisce vari eventi fieristici in Italia e nel mondo, ha messo a punto il suo protocollo di sicurezza sanitaria. “Abbiamo lavorato a questo piano - dice il CEO di IEG, Corrado Peraboni - con la volontà di dare una risposta completa e affidabile ai clienti e al pubblico che, oggi più di ieri, ci chiedono di potere contare su fiere e congressi per ripartire”. Seguendo le minuziose regole e pianificazioni di #SafeBusiness si svolgeranno dunque dal 3 al 6 novembre, presso il polo fieristico di Rimini, le due più importanti fiere italiane dedicate all’economia circolare e alla sostenibilità: Ecomondo e Key Energy.

Dal biglietto di ingresso al caffè, passando per il termoscanner

Distanziamento, igiene, tracciamento di possibili focolai: le regole base in pandemia sono semplici, ma non di facile attuazione. Soprattutto quando si deve gestire un gran numero di persone in occasioni pensate per essere affollate. Il protocollo #SafeBusiness di IEG chiama allora in aiuto la tecnologia e la progettazione degli spazi, senza tralasciare l’importanza del fattore umano e quindi della formazione del personale.
Lo scrupoloso protocollo organizzativo è composto da oltre
50 indicazioni, che cominciano dal momento dell’acquisto del biglietto. Prima regola, infatti, è evitare affollamenti. Bandite dunque le tipiche code agli ingressi: si prenota rigorosamente online, con visitatori programmati in base alla capacità dei padiglioni e titoli d’accesso dematerializzati. Si pensa anche al trasporto: le navette tra aeroporto, hotel e fiera sono sanificate, munite di disinfettanti, con obbligo di mascherine a bordo e numero di viaggiatori programmato. Per promuovere la mobilità sostenibile, sono state inoltre firmate convenzioni con società di bike sharing e monopattini, in accordo con alberghi e territorio. Gli orari di apertura saranno prolungati così da redistribuire i flussi di persone durante l’arco della giornata e il numero dei visitatori sarà monitorato con rilevamento digitale centralizzato. All’ingresso, la temperatura di ognuno sarà controllata da un termoscanner; ovviamente ci saranno dispenser con disinfettanti un po’ ovunque e sarà obbligatoria la mascherina, con punti di distribuzione per chi ne sia sprovvisto (lo staff di IEG indosserà mascherine trasparenti per facilitare la relazione con i non udenti).

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Per quanto riguarda la pausa caffè e panino, ristorazione e servizi di catering saranno rigidamente controllati, a partire dalla temperatura degli addetti, che dovranno sempre indossare guanti, mascherine e camici. Per evitare il più possibile di toccare superfici e maneggiare denaro, si useranno
menù digitali e app saltafila per i pagamenti, lunch box e coffee box monoporzione in materiali bio e compostabili. Le food court saranno di preferenza all’aperto e comunque con barriere divisorie tra tavoli.
La
progettazione degli spazi in generale segue la regola prima del distanziamento: spazi molto aperti, con pochi arredi e fatti in materiali facilmente sanificabili (addio quindi al vellutino e alla tipica moquette da stand). La sanificazione di tutte le aree sarà programmata a ciclo continuo e i filtri dei canali per l’aria condizionata (nuova preoccupazione per la possibile diffusione del virus in aerosol) saranno igienizzati e controllati.
I dipendenti stessi della fiera saranno poi formati in modo da saper gestire anche una “procedura di crisi”, in caso vengano identificati casi sospetti di persone contagiate. E a maggior tutela dei suoi collaboratori, la IEG ha deciso di proporre a tutti, su base volontaria, lo screening sierologico.
Infine, per chi in fiera non ci potrà comunque andare, sarà messo a disposizione parecchio materiale digitalizzato e multimediale. Mentre per convegni ed eventi, forti dell’esperienza maturata durante il lockdown, gli organizzatori hanno predisposto una
copertura completa in live streaming.

Ecomondo 2020: il programma

La 24esima edizione di Ecomondo, la fiera internazionale per l’innovazione nell’economia circolare si terrà regolarmente dal 3 al 6 novembre presso il Quartiere Fieristico di Rimini, in contemporanea con Key Energy "Energy transition hub", la fiera delle soluzioni e applicazioni di efficienza energetica ed energie rinnovabili.
Quest’anno Ecomondo ospiterà più di cento conferenze, seminari e workshop sulle best practices dell’economia circolare nelle diverse filiere: dall’edilizia all’automotive, dal packaging all’elettronica al settore alimentare. In particolare, in questa edizione verranno trattati diversi temi legati all’emergenza Covid-19: dal trattamento dei rifiuti speciali alla bonifica di siti contaminati, dal ciclo idrico integrato in tempi di pandemia alla valutazione di impatto sulla salute, dall’inquinamento atmosferico alla qualità dell’aria indoor. Si parlerà inoltre di biowaste, raccolta differenziata, bioedilizia e bioeconomia forestale, digitalizzazione per la gestione delle infrastrutture idriche e riuso dei sedimenti in ambito costiero.