L’industria del caffè monodose guarda al futuro. E non lo fa attraverso una sfera di cristallo, ma grazie a una sfera di polimeri di alghe. Arriva dalla Svizzera, infatti, un’idea tanto atipica quanto promettente, capace di rivoluzionare un mercato problematico e inquinante come quello delle capsule di caffè.
Dopo cinque anni di studi e sperimentazione, la catena di supermercati elvetici Migros è riuscita a creare un caffè monodose senza capsule. Il nome del prodotto è CoffeeB, palline di caffè pressato e contenuto all’interno di un involucro invisibile fatto di polimeri di alghe. Una volta usata la dose, quel che resta è un guscio vuoto che può essere polverizzato e usato come compost, oppure smaltito insieme ai rifiuti organici.
Non semplicemente un’idea, ma un prodotto collaudato e già inserito sul mercato sia in Svizzera che in Francia da quasi quattro mesi. Una novità che, se ben accolta anche in altri parti d’Europa, potrebbe ottimisticamente portare alla scomparsa delle capsule e di tutte le problematiche ambientali che comportano.

Caffè in capsula, che male c’è?

Andiamo con ordine e partiamo da qualche dato. Secondo un report della Commissione europea del 2018, ogni anno vengono vendute oltre 10 miliardi di capsule di caffè. Questo genera oltre 120mila tonnellate di rifiuti, di cui almeno 70mila solo in Europa. Se diamo un’occhiata ai numeri dell’Italia, il Bel Paese – amante e cultore del caffè espresso dal Nord al Sud della penisola – ogni anno colleziona circa 12mila tonnellate di capsule di uso domestico smaltite esclusivamente attraverso discariche e inceneritori.
Alcune capsule, realizzate in plastica o alluminio, possono essere riciclate. Nonostante questo, i dati ci dicono che la maggior parte vengono cestinate insieme all’indifferenziato. Da lì alla discarica il passo è breve. Meno brevi, invece, sono i tempi di smaltimento in natura, circa 500 anni.
Un problema, dunque, è la composizione mista della maggior parte delle capsule in commercio (solo una minuscola parte, infatti, è totalmente in alluminio e quindi 100% riciclabile). Per poterle differenziare correttamente, dopo ogni caffè dovremmo separare le componenti in plastica da quelle in alluminio, pulirle e smaltirle di conseguenza. L’intoppo principale, come mostrato dai dati della Commissione Europea, è che in pochi lo fanno. E il livello di capsule riciclato continua a rimanere molto basso.
L’alternativa più sostenibile, oltre alla cara vecchia caffettiera, solo le capsule compostabili. E, adesso, le palline di polimeri di alghe.

Polimeri di alghe intorno al caffè, la ricetta elvetica

Se nessuno ricicla le capsule, togliamo le capsule. Questa la soluzione di Migros, catena di supermercati leader in Svizzera. Facile a dirsi e difficile da farsi. Migros ha impiegato circa cinque anni di studio, ricerca e sperimentazione prima di arrivare a un prototipo funzionante di caffè in capsula senza capsula.
L’involucro, sferico, invisibile e totalmente compostabile (ottimo per il compost, in quanto ricco di Sali minerali), è fatto di polimeri di alghe e contiene il caffè pressato. Una pallina di caffè di appena due centimetri pronta per essere inserita nella macchina.
CoffeB, dove B sta per balls, richiede per il momento una sua macchina che costa 169 franchi svizzeri, circa 172 euro. Una confezione da nove palline si aggira intorno ai 5 euro, un costo di poco superiore alle capsule di altre marche attualmente in commercio. Per quanto riguarda il sapore, invece, è stato recensito come ottimo: indistinguibile dalle altre cialde. Già disponibili nei supermercati in Svizzera, in Francia e online, questo speciale prodotto ha già catturato l’attenzione dei media e messo sull’attenti i produttori del settore.
La rivista francese Que Choisir, legata al Movimento per i diritti e la tutela dei consumatori UFC-Que Choisir, ha subito colto l’attenzione per mettere sotto la lente il prodotto, realizzando un video dimostrativo. Il commento, siamo felici di riportare, è stato molto positivo.

Immagine: Ashkan Forouzani (Unsplash)