Economia circolare, simbiosi industriale e zero spreco. Sono le parole d’ordine dell’accordo biennale tra le due aziende pubbliche Gruppo CAP e Milano Ristorazione, che hanno avviato un progetto pilota per produrre bioenergia a partire da scarti alimentari.
I grassi di scarto, prodotti durante la preparazione dei pasti del servizio di ristorazione per scuole e strutture per anziani, diventeranno energia termica ed elettrica per alimentare il depuratore di Robecco sul Naviglio. Un ulteriore passo avanti per accelerare le politiche di riconversione circolare della città di Milano.
Il progetto viene presentato al Museo della Scienza e della Tecnica dal 4 al 12 settembre, nell’ambito di una Milano Design Week quest’anno ricca di iniziative dedicate all’economia circolare.
L’accordo biennale tra Gruppo CAP e Milano Ristorazione
Il progetto biennale è parte delle politiche di economia circolare del Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, che negli ultimi anni sta avviando diverse iniziative in ottica di simbiosi industriale.
Il nuovo accordo è stato dunque siglato con un’altra importante azienda pubblica, Milano Ristorazione, che dal 2001 fornisce il servizio di ristorazione a nidi, scuole d’infanzia, primarie, secondarie di primo grado e a strutture per gli anziani. L’obiettivo del progetto pilota, che vedrà una sperimentazione biennale, è di valorizzare i grassi di scarto del centro produzione pasti di via Sammartini a Milano, da convertire, grazie all’impiego dei biodigestori anaerobici, in energia elettrica e termica, utile per alimentare l’impianto di depurazione di Robecco sul Naviglio.
Dalla cucina al depuratore: così gli scarti alimentari diventano bioenergia
Il percorso per trasformare gli scarti alimentari in bioenergia parte dal centro di preparazione pasti di via Sammartini. Qui, ogni mese, vengono prelevate circa 10 tonnellate di grassi di scarto in forma liquida, non adatti quindi a diventare compost. Gli scarti, una volta arrivati al depuratore di Robecco sul Naviglio, diventano biogas attraverso il processo di fermentazione tipico dei biodigestori anaerobici, che negli impianti del Gruppo CAP servono per trasformare i fanghi di depurazione in energia.
Il progetto è stato validato dal Politecnico di Milano che, su incarico di CAP, ha testato in fase preliminare la tipologia di grassi utilizzati certificandone il loro grado di biodegradabilità e quindi l’idoneità a essere trattati nei biodigestori. Per chiudere il cerchio, semestralmente la water utility provvederà a fornire una Carbon Footprint delle attività e dei processi, stimando l’energia prodotta e la CO2 risparmiata.
Per la fase di sperimentazione si prevede di trattare fino a 100 tonnellate di scarti alimentari all’anno. Conclusosi il progetto biennale, l’idea per il futuro è quella di incrementare le quantità, o ancora di integrare ulteriori tipologie di rifiuti provenienti dai diversi centri produzione pasti di Milano Ristorazione. Una sfida in linea con le strategie di Food Policy definite dal Comune di Milano con l’Expo 2015 per rendere più equo e sostenibile il sistema alimentare della città.
Economia circolare per un sistema agroalimentare più buono e giusto
“L’accordo con Milano Ristorazione è uno dei progetti del nostro Green New Deal, col quale intendiamo contribuire allo sviluppo sostenibile del territorio lombardo all’insegna della decarbonizzazione e della transizione ecologica - spiega Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP- In quest’ottica gli scarti agroalimentari ci permetteranno di trasformare i nostri depuratori in bioraffinerie, dove produrre biogas e biometano. Gestiamo 40 depuratori che grazie a sinergie industriali come queste stanno diventando fabbriche verdi, dove il recupero di acqua trattata da impiegare in agricoltura fa rima con energia pulita prodotta dai rifiuti, ma anche con cellulosa, sabbie, fosforo e azoto, sottoprodotti del processo di depurazione convertiti in materie prime da reimpiegare nella produzione”.
“La nostra missione – aggiunge Bernardo Notarangelo, presidente di Milano Ristorazione – è dare alle bambine e ai bambini delle scuole milanesi un pasto ‘sano, buono, educativo e giusto’. E questo oggi vuol dire promuovere i valori di sostenibilità del sistema alimentare e la lotta contro gli sprechi, due principi cardine della Food Policy di Milano dei quali l’accordo con CAP, che ci auguriamo di estendere, è un ulteriore esempio di concreta realizzazione”.