Siamo la società dei rifiuti. Eppure è proprio l’immondizia il grande rimosso della nostra coscienza collettiva, ciò che occultiamo, ciò che non vediamo. O meglio, ne vediamo solo una piccola parte, che già ci sembra enorme: tutta quella che incontriamo quotidianamente nei cassonetti e che ricade nella macro-categoria dei rifiuti urbani. Poi ci sono – e sono la maggior parte – i cosiddetti rifiuti invisibili.
Ed è proprio questo il tema della 12esima edizione della SERR - Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (European Week for Waste Reduction), che si svolgerà anche quest’anno, nonostante la crisi sanitaria, da sabato 21 a domenica 29 novembre.

Rifiuti invisibili e abitudini di consumo

Sono ‘invisibili’ tutti quei rifiuti generati durante la produzione dei beni che, però, il consumatore abitualmente non vede”, spiega Emanuela Rosio, presidente di Aica, l’associazione italiana che coordina la SERR. “La campagna di quest’anno pone dunque a tutti una domanda: qual è il reale peso di ogni nostro acquisto, di ogni scelta di consumo?”.
“Siamo abituati a pensare ai rifiuti come a quelli urbani. In
Italia se ne producono circa 30 milioni di tonnellate all’anno, mentre i rifiuti speciali, cioè quelli derivanti dai processi industriali, sono molti di più: si parla di circa 140 milioni di tonnellate ogni anno”, ha aggiunto, in conferenza stampa, il vice presidente di Utilitalia Filippo Brandolini.
Puntare i riflettori sui processi di produzione significa allora chiedere alle persone un sforzo in più nel
ripensare le abitudini di consumo. Non si tratta semplicemente di differenziare correttamente o cercare prodotti con la minor quantità di packaging possibile. Qui si chiede di intervenire alla radice, cioè nel momento in cui si decide se comprare o no un nuovo paio di scarpe o l’ultimo modello di smartphone, privilegiando scelte alternative all’acquisto: come la riparazione, lo sharing, il prodotto come servizio, il mercato dell’usato. Perché, come ha ricordato Marco Mancini di Legambiente, “Il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto”.

Le azioni della SERR, nonostante il Covid

Per questa edizione della SERR, la maggior parte delle “azioni” (iniziative, workshop, conferenze o buoni propositi di vario tipo) registrate da associazioni, scuole, Pubbliche Amministrazioni, imprese o singoli cittadini si concentra così su pratiche di riuso e acquisto di beni usati, in particolare nel settore della moda e del tessile.
Nonostante l’emergenza Covid e le situazioni di lockdown, sono più di
7.800 le azioni registrate in tutta Europa, delle quali quasi 3500 nella sola Italia, che ancora una volta si conferma il Paese più attivo nella settimana dedicata alla prevenzione dei rifiuti. Certo la crisi sanitaria ha ridimensionato parecchio i numeri dell’iniziativa, con un calo di oltre l’80% nel numero dei singoli partecipanti. Per quanto riguarda l’Italia, rimane tuttavia molto forte l’impegno delle aziende, che contribuiscono con il 94% delle azioni registrate. In particolare, precisano gli organizzatori, “anche per l’edizione 2020 non sono mancati i grandi player del panorama nazionale, come Intesa Sanpaolo, che realizzerà azioni in ciascuna delle sue filiali, e Mercatino Franchising, che coinvolgerà tutti i propri punti vendita con iniziative concrete e misurabili”.

Invisibili, ma non solo industriali

Alla categoria dei rifiuti invisibili non appartengono, tuttavia, solo gli scarti industriali.
Tra le iniziative più originali da segnalare in questa Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, c’è il buon proposito espresso da
Letizia Palmisano, giornalista che registra la sua “azione” in veste di singola cittadina e si concentra sugli impatti ambientali incorporati nelle nostre abitudini digitali. “Spesso dimentichiamo di avere un’enorme quantità di dati che non usiamo archiviati nelle nostre memorie virtuali. - spiega - Pensiamo che tanto sono immateriali, non consumano e non occupano spazio. Ma non è così. Perciò, se già da tempo faccio decluttering delle mie caselle di posta, ora ho deciso di fare anche una bella pulizia nel cloud”.
Rifiuto invisibile per eccellenza è poi la radioattività. Sul tema dei rifiuti radioattivi prodotti dal decommissioning nucleare si potrà seguire, nell’ambito della SERR, l’evento online organizzato da Sogin, la società pubblica che si occupa in Italia dello smantellamento degli impianti nucleari dismessi. Il webinar su L’innovazione per la gestione sostenibile dei rifiuti radioattivi” si terrà mercoledì 25 novembre alle ore 11.00. Si parlerà di tecnologie per la riduzione del volume dei rifiuti radioattivi e in particolare di blockchain. Sogin sta infatti implementando il sistema Aigor, una nuova piattaforma integrata basata su processi di validazione blockchain per rendere più sicura ed efficiente la gestione delle scorie prodotte nel decommissioning nucleare. Per seguire la conferenza è necessario inscriversi entro il 23 novembre attraverso il sito di Sogin.