L’Europa punterà sull’uso di terreni agricoli e forestali come pozzi di carbonio per aumentare il suo obiettivo di riduzione dei gas serra dal 55% al 57% entro il 2030.
È la posizione adottata ufficialmente dal Parlamento europeo mercoledì 8 giugno, con una votazione sulla proposta di revisione delle leggi che regolano il settore LULUCF (Land use, land use change and forestry).
Suolo, terreni agricoli e foreste come pozzi di carbonio naturali
Con 472 voti favorevoli su 618, i membri del Parlamento europeo sostengono dunque la proposta della Commissione, che vorrebbe assorbire entro il 2030 almeno 310 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel settore dell’Uso del suolo, dei cambiamenti di uso del suolo e forestale. Raggiungere questo obiettivo significherebbe di fatto portare l’impegno di riduzione dei gas serra dell’UE dal 55% (come stabilito nel pacchetto Fit For 55) al 57%.
Alla proposta, i deputati hanno però aggiunto la richiesta di istituire un meccanismo di compensazione per i Paesi che, a causa di perturbazioni naturali come gli incendi boschivi, potrebbero non riuscire a raggiungere i loro target annuali.
“Il ruolo dei pozzi di carbonio nella politica climatica dell'UE è ora più importante che mai nel nostro percorso verso la neutralità del carbonio. - ha spiegato il relatore della proposta Ville Niinistö (Verdi/EFA, FI) - Il modo in cui utilizziamo il territorio deve essere intelligente dal punto di vista climatico per affrontare la crisi climatica e questo vale anche per l'agricoltura, il ripristino dei terreni degradati e la gestione delle foreste. La posizione adottata oggi dal Parlamento europeo migliora la proposta LULUCF della Commissione, promuovendo coerentemente un migliore utilizzo del territorio per la natura e la biodiversità. Con questo rapporto incoraggiamo l'UE e i suoi Stati membri a fare un passo avanti e a sostenere anche gli incentivi agli agricoltori e ai proprietari di foreste affinché si attivino per soluzioni sostenibili in agricoltura e silvicoltura."
Il prossimo passo sarà l’avvio dei negoziati tra il Parlamento e i singoli governi dell’UE.
Immagine: Jan Kopriva (Unsplash)