“L’enunciato fondamentale è che non possiamo uscire dalla crisi dei rifiuti solo attraverso il riciclo.” Tom Szaky, Ceo e co-fondatore di TerraCycle, ha una visione radicale dell’economia circolare: “Abbiamo bisogno di cambiamenti profondi. La nostra versione di questo cambiamento profondo è: come risolviamo il problema dei prodotti monouso avvantaggiandoci dei benefici conseguenti?”. Materia Rinnovabile parla con il guru dell’economia circolare e uno tra i più stimolanti uomini di affari in circolazione, in una bella caffetteria con spazio dedicato al coworking a Manhattan, New York. Tom ha recentemente inaugurato Loop, una piattaforma globale per l’acquisto circolare, in quello che è un tentativo incredibilmente ambizioso di eliminare i rifiuti, trasformando i prodotti e il packaging degli articoli monouso di utilizzo quotidiano, progettandoli in modo che siano durevoli, multiuso, multifunzionali. Una sfida che prende incredibilmente sul serio: “Alla fine misureremo il nostro successo sulla base della percentuale di abitanti del mondo che sono passati dall’usa e getta ad articoli durevoli.”

Come definisce TerraCycle?

“TerraCycle è un business che ha una missione. La nostra missione riguarda l’eliminazione dell’idea di rifiuti: non si tratta di come gestirli, ma di come non produrli. Io ho un grande problema con quelle che si definiscono ‘aziende per la gestione dei rifiuti’: hanno bisogno che esista l’idea dei rifiuti. Ma questa idea non dovrebbe esistere. Quindi la nostra prima divisione, attiva da 16 anni in 21 paesi, si occupa di come rendere riciclabili e preziose cose che attualmente non lo sono. È possibile guadagnare solo con materiali che provengono da alcuni flussi di rifiuti, come l’alluminio o il Pet trasparente. Per questo ci focalizziamo su materiali non riciclabili e riceviamo finanziamenti da marchi, rivenditori al dettaglio, città e altri soggetti, per rendere riciclabile ciò che non lo è.

La seconda divisione di TerraCycle si occupa di reintegrare i rifiuti nei prodotti di consumo (metà B2B e metà B2C; business to business, business to consumer, ndr): in questo settore, per esempio, creiamo packaging per Unilever utilizzando qualsiasi tipo di plastica proveniente dagli oceani. Reimmettiamo il materiale nel ciclo di produzione. Queste due divisioni rendono più circolari i sistemi lineari.

Loop è la nostra terza divisione; il suo obiettivo è ridurre il ciclo. Se compriamo un bicchiere di caffè in un bar, compriamo il caffè e il bicchiere, ma non ci interessa proprio tenerci quel bicchiere. Se lo stesso caffè lo beviamo qui ci danno una tazza di ceramica che è molto più costosa da produrre, ma diventa un bene di proprietà del bar.

Diciamo che produrre il bicchiere di carta costa cinque centesimi mentre produrre questa tazza blu costa un dollaro, ma può essere utilizzata cento volte, quindi è cinque volte più conveniente. L’unico costo extra è rappresentato dal lavaggio. Loop si occupa di come possedere le tazze e rendere questo possesso iper-conveniente. Lei potrà uscire da questa caffetteria con una bella tazza. Usarla. E poi depositarla nel contenitore di un negozio di vendita al dettaglio.”

Suona come un’evoluzione del packaging. Chi è interessato a Loop?

“Unilever, P&G, Colgate, Clorox e molti altri. Greenpeace ha pubblicato un elenco dei dieci maggiori inquinatori nel mondo. Nove di questi sono partner di Loop. Anche rivenditori al dettaglio come Tesco, a Londra, o Carrefour in Francia si sono associati a Loop. Presto annunceremo adesioni relative a Giappone, Germania, Canada e, si spera, ad altri paesi. Attualmente stiamo dialogando con una delle più grandi catene di ristoranti al mondo, che incorporerà il concetto di Loop nel packaging dei suoi cibi. Così quando si compreranno hamburger e patatine fritte invece di un orribile packaging ‘usa e getta’, si riceveranno dei contenitori belli e durevoli. E poi li si potrà depositare al ristorante o presso qualsiasi altro punto di raccolta tra quelli che verranno creati. Invece di finire in discarica verranno riutilizzati.

Loop lavora per spostare il concetto di proprietà. Passare da ‘usa e getta’ a durevole. Però va notato che il riuso non è il solo vantaggio del packaging durevole. Realizziamo packaging progettato in maniera migliore e multifunzionale.”

Ci fa qualche esempio di funzionalità multiple?

“Dopo un anno abbiamo realizzato che i consumatori entrano in rapporto con il prodotto usato. Quindi abbiamo creato una quarta divisione – una divisione diagnostica – una piccola squadra composta da sei persone prevalentemente esperti nella gestione dei big data. Ci siamo resi conto che alcuni flussi di rifiuti portano con sé campioni analizzabili.

Per esempio quando l’olio del motore dell’auto è esausto, lo si sostituisce. Stiamo collaborando con grandi aziende produttrici di oli per rendere disponibile un’opzione grazie alla quale quando si riconsegna l’olio usato si ricevono dieci dollari extra, dopo di che noi preleviamo un campione di olio e lo mandiamo ai loro laboratori per farlo analizzare: perché l’olio usato contiene particelle del metallo di cui è composto il motore. Questa è l’applicazione dei big data al packaging circolare.

Un altro esempio. Stiamo lavorando con una grande azienda di alimenti per animali domestici che produce anche lettiere per gatti. L’urina contenuta nella lettiera può rivelare infezioni dell’apparato urinario. Grazie all’analisi della lettiera restituita utilizzando packaging Loop, quando ci si reca in negozio si può avere cibo personalizzato contenente i farmaci per curare l’infezione. Potenzialmente possiamo anche effettuare queste analisi sui prodotti utilizzati dalle persone. Stiamo lavorando con una delle più grandi aziende produttrici di pannolini al mondo. Le feci dei bambini, infatti, contengono un’enorme quantità di informazioni, utili a personalizzare la dieta del bambino in base a quello di cui ha bisogno, e allo stesso tempo si possono riciclare i pannolini. Possiamo fare la stessa cosa col sangue contenuto negli assorbenti o con la saliva su uno spazzolino da denti o con i peli presenti sulla lama di un rasoio. È come applicare 23-And-Me (un famoso tester per il dna) ai rifiuti, che fungono da vettori dei campioni.”

Ha detto che il lavoro sulla progettazione del packaging è fondamentale.

“Abbiamo creato per Haagen-Dazs un contenitore a doppia parete in acciaio inossidabile. Non solo è bello, ma evita di congelarsi le mani quando lo tocchiamo. Inoltre fa sì che il gelato si sciolga dall’alto verso il basso e non come di solito accade iniziando dall’interno, con il gelato ancora solido che galleggia su quello sciolto. Questo è un esempio di progettazione intelligente. Come per il contenitore del detersivo per stoviglie Cascade. I dati rivelano che alla gente piace mostrarlo, visto che mantiene le capsule umide più a lungo.”

Che impatto sta avendo questo nuovo packaging sulle aziende?

“È rimasto tutto come prima. Lo usano normalmente e allo stesso modo i rivenditori vendono lo stesso prodotto. Questo aspetto è completamente normalizzato.”

Cosa ci dice della logistica inversa?

“Se si acquista un contenitore Loop nel negozio si riceve un sacco per i rifiuti riutilizzabile dotato di QR code in cui buttare tutti gli articoli Loop alla rinfusa. Senza ripulirli. La chiamiamo convenienza estrema. Si usa l’app, si scansiona il QR code (così sappiamo quali packaging si trovano nel sacco) li si butta nel sacco e, quando si fanno altri acquisti, lo si restituisce al negozio per avere un rimborso. Il negozio accredita sul proprio account dopo un giorno o due tutto quello che il sacco contiene. Noi quindi ispezioniamo il contenuto del sacco, separiamo i vari tipi di packaging, li accumuliamo finché ogni tipologia raggiunge una quantità critica e basta. Tutto qui. Lo stesso con l’e-commerce. Alla nuova consegna si restituiscono i vecchi packaging al corriere, come fanno Carrefour o Tesco.”

Quali difficoltà state riscontrando?

“La densità geografica è molto importante. Ora scegliamo i centri molto popolati: siamo ancora incerti su come procedere nelle zone rurali. Anche le aziende devono investire in nuovi packaging e nella catena di rifornimento. Questi sono gli investimenti iniziali. La ragione principale del nostro successo e del fatto che le aziende stanno aderendo è il bisogno di innovazione nel packaging.”

Per potersi ingrandire davvero Loop deve diventare lo standard.

“I consumatori non vogliono più cicli diversi. Non faccia caso a me, perché la mia risposta come Ceo di Loop è ovvia. L’individuo vuole un solo sistema standard. Questo è il motivo per cui stiamo aprendo in tutto il mondo così rapidamente e per cui per noi era importantissimo associarci a tutti i principali produttori.

Il 70% dei principali produttori mondiali è già coinvolto. Questo crea già uno standard. E la gente preferisce aggregarsi allo standard. Un po’ come Facebook è lo standard per i social media.

C’è una catena di ristoranti in cui l’80% dei consumi avviene al di fuori dei locali. Hanno bisogno di punti di raccolta ovunque. Quindi hanno bisogno di un sistema e non possono realizzarlo da soli. Uno dei maggiori benefici che portiamo è che si può comprare il proprio cibo da asporto in un packaging Loop e poi lasciare il contenitore in un supermercato Tesco.”

In questo si vedono chiaramente grandi opportunità per il marketing.

“Assolutamente! Spingeremo gli acquirenti a ritornare. Ma ci sono anche importanti implicazioni riguardo alla sicurezza. Consideriamo la dimensione. Prendiamo una piccola azienda startup che vende insalate usando distributori automatici. Quando si restituisce il piatto si ottengono 2 dollari di rimborso. Ma come lavano i piatti? In macchine lavastoviglie. Noi abbiamo processi di pulitura con controlli super rigorosi. Abbiamo investito diversi milioni di dollari in queste procedure, in diverse località.”

La guerra alla plastica nel mondo gioca a vostro favore e metterà in ginocchio i prodotti con packaging tradizionali.

“Sì, la tempistica è perfetta. La gente sa che è in corso una crisi legata ai rifiuti. Questo turba le persone comuni. Le aziende vogliono andare oltre le leggi e le disposizioni prima che gli Stati siano in grado di regolamentare questo aspetto. E noi abbiamo la soluzione giusta.”

Quali sono le aree di maggiore rilevanza?

“In questo momento i beni di consumo a movimentazione rapida (Fast Moving Consumer Goods, Fmcg). Dobbiamo focalizzarci su cosa alla fine i consumatori vogliono realmente possedere. Stabiliamo una scala di importanza. Una fede nuziale, qualcosa con un valore sentimentale ha una grande importanza. I propri occhiali hanno un’importanza media, un bicchiere per il caffè ha un’importanza bassa, non lo si vuole possedere. Se si combina questo con le opportunità di miglioramento nella progettazione e con l’impatto dei rifiuti in un diagramma di Venn si scopre su cosa è necessario concentrarsi. Quindi sperimenteremo con il cibo take away e i prodotti per bambini.”

L’Europa è in testa nella corsa all’economia circolare. Gli Usa possono raggiungerla?

“Per gli Stati Uniti questa è una grande opportunità. Ed è in arrivo. Il problema è la politica; attualmente il governo è anti-ambientalista. Ma le persone che votano i democratici sono molto focalizzate. Il mio obiettivo riguardo a Loop è che non mi interessano gli ambientalisti dichiarati, voglio coinvolgere gli elettori di Trump. Se riesco a portarli dalla mia parte è fatta. E posso convincerli con il prezzo, la convenienza e il design. Loop fa questo.”

TerraCycle, www.terracycle.com

Loop, https://loopstore.com