Addio all’inceneritore, largo alla Biopiattaforma. Nel campo della gestione dei rifiuti, il 31 marzo 2021 sarà ricordato come una data storica per la Lombardia. Il vecchio inceneritore di Core a Sesto San Giovanni, che serviva l’area metropolitana di Milano, ha chiuso per sempre i battenti per far posto a un grande polo di simbiosi industriale.
Lo annuncia il Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, che, acquisendo lo scorso febbraio la maggioranza del capitale azionario delle quote del Consorzio Recupero Energetico, ha spento letteralmente il forno del termovalorizzatore. L’impianto, costruito negli anni ‘80, verrà ora demolito per poi procedere alla realizzazione della Biopiattaforma, innovativo progetto di economia circolare che servirà a produrre bio-fertilizzanti, biometano ed energia rinnovabile riciclando fanghi di depurazione e frazione organica della raccolta differenziata urbana.
Una data storica per Sesto San Giovanni e per la Lombardia
Con l’addio al vecchio inceneritore, inizia la storia della Biopiattaforma, un polo di economia circolare che ha intenzione di diventare un modello in Europa.
A premere sul bottone di spegnimento dell’inceneritore è stato Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP, alla presenza delle istituzioni, degli enti e dei cittadini di Sesto San Giovanni. “Economia circolare fa rima con impianti da realizzare – ha detto Russo durante la cerimonia - e questo innovativo polo è la dimostrazione che si può partire da asset esistenti, da ripensare da zero, investendo in tecnologie sostenibili e avanzate per ridurre l’impatto ambientale e avere benefici economici per la cittadinanza sia nella bolletta dell’acqua che dei rifiuti. La Biopiattaforma si caratterizza per la sua formula di governance equiparabile ai più moderni impianti europei: tecnologie innovative al servizio della gestione sostenibile dei rifiuti, management pubblico dell’impianto che ne assicura efficienza e trasparenza e partecipazione attiva dei cittadini le cui istanze hanno indirizzato già nella fase autorizzativa le scelte di tutti gli attori in gioco. Una sfida rivoluzionaria nel nome dell’economia circolare carbon neutral, il cui iter è durato 5 anni. Mi auguro che con le prossime risorse in arrivo con il PNRR, vengano varate normative che possano accelerare il percorso autorizzativo”.
La cerimonia di spegnimento dell'inceneritore di Sesto San Giovanni
“Questo impianto segna una svolta e conferma che il passaggio verso l’economia circolare ha bisogno dell’innovazione, della tecnologia e delle imprese. L’economia circolare non è uno slogan, ma una realtà: si fa con impianti innovativi come questo”, ha aggiunto l’Assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo.
“L'area metropolitana milanese con questo importante progetto si pone come modello di riferimento per il rilancio dell'economia post Covid, attraverso un green deal italiano. - ha sottolineato Michela Palestra, Consigliera delegata all’Ambiente della Città metropolitana di Milano - La sfida che attende il nostro Paese nei prossimi anni è sapere utilizzare le risorse che giungeranno con il Piano Next Generation UE per avviare una serie attività economiche che puntino sulle produzioni di qualità, sul riciclo dei rifiuti (pilastro dell’economia circolare), sulle fonti rinnovabili di energia, l'agricoltura sostenibile e sulla rigenerazione urbana”.
E infine, il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano, non ha nascosto il suo entusiasmo per il nuovo progetto: "Oggi è una giornata storica per Sesto San Giovanni, per il Nord Milano e per tutta la Lombardia, perché dopo 20 anni finalmente si è concretizzata l’opportunità di spegnere il vecchio inceneritore. Abbiamo di fronte a noi una sfida unica a livello europeo e da pionieri in questa direzione abbiamo la grande responsabilità di diventare un modello da seguire”.
Al via i cantieri per la Biopiattaforma, operativa entro due anni
Senza aspettare oltre, i cantieri per la demolizione dell’inceneritore e la realizzazione della Biopiattaforma sono partiti già dal 1° aprile. Il polo di simbiosi industriale che si ispira ai più avanzati modelli europei coniugherà in un unico impianto un termovalorizzatore e un depuratore. La simbiosi fra i due sistemi consentirà di convertire, nello stesso sito e con notevole risparmio di risorse, sia i fanghi di depurazione in energia pulita e bio-fertilizzanti, sia la FORSU (frazione umida organica) in biometano.
Il progetto (che tra l’altro è il primo termovalorizzatore autorizzato in Italia da 10 anni a questa parte) prevede un investimento di 47 milioni di euro. Il Gruppo CAP ha però già ottenuto un finanziamento di 2,5 milioni dall’Unione Europea grazie all’iniziativa Circular Biocarbon nell’ambito di Horizon 2020.
Il nuovo impianto dovrebbe essere operativo a ottobre 2022 con la messa in funzione della prima linea, per arrivare a lavorare a pieno regime entro marzo 2023.
Secondo i piani di CAP, la Biopiattaforma sarà in grado di valorizzare 65mila tonnellate di fanghi prodotti ogni anno dai 40 depuratori distribuiti sul territorio milanese. I fanghi, che fino a oggi erano materia di scarto e in alcuni casi finivano all’estero per lo smaltimento, serviranno invece a produrre 19.500 MWh/anno di calore per il teleriscaldamento e recuperare fosforo da impiegare come fertilizzante. In percentuale, il 75% dei fanghi verrà trasformato in energia e il 25% in fertilizzante.
Per quanto riguarda poi la linea di gestione della FORSU (frazione umida urbana), l’impianto tratterà 30mila tonnellate all’anno di rifiuti umidi per la produzione di biometano.