Gli affezionati del marchio Apple dovranno aspettare solo pochi giorni per portarsi a casa l’iPhone 16, il nuovo modello presentato lunedì 9 settembre nella sede del colosso tecnologico americano, a Cupertino, in California. Tra le novità più raccontate sul nuovo dispositivo, in vendita dal 20 settembre, spiccano le funzionalità correlate all’intelligenza artificiale generativa permesse dal nuovo sistema operativo iOS 18, riassunte con l’espressione “Apple Intelligence”. Un pacchetto di migliorie, dall’assistente vocale Siri all’accesso gratuito a ChatGPT, per rilanciare le vendite degli iPhone a fronte di un calo del 10% sui ricavi, registrato nei primi mesi del 2024.
L’Apple si lancia così verso il futuro, ma non rinnega nemmeno il suo passato e le sue promesse sul fronte ambientale. Il colosso plurimiliardario aveva annunciato, già nel 2020, l’obiettivo di voler raggiungere la neutralità carbonica in tutta la sua attività. Una promessa che, secondo una dichiarazione rilasciata da Apple a BBC News, sarebbe valsa anche per i fornitori della multinazionale, garantendo l’impegno di utilizzare energia rinnovabile al 100% entro un massimo di dieci anni.
Apple, dopo quella forte assunzione di responsabilità che strizzava l’occhio alla sostenibilità ambientale, ha riportato di essere riuscita a ridurre le emissioni di CO₂ di oltre il 55%, dal 2015 a oggi. Un altro traguardo segnalato dall’azienda riguarda l’utilizzo, lo scorso anno, del 22% dei materiali provenienti da fonti riciclate e rinnovabili nonché la riduzione, nel 2024, del 20% delle emissioni derivanti dal trasporto dei prodotti rispetto a due anni fa.
Gli obiettivi di sostenibilità del nuovo iPhone 16 di Apple
Proprio partendo dalle caratteristiche dell’iPhone 16, il colosso californiano, accanto ai successi del presente, rende sempre più palpabili ai consumatori le fasi intermedie progettate per raggiungere il traguardo delle emissioni a impatto zero del 2030. Il packaging è uno degli aspetti su cui l’azienda sta lavorando per ridurre l’impatto ambientale. Oltre il 97% degli imballaggi, sostiene Apple, è in fibra con l’obiettivo di abbandonare definitivamente la plastica sul lungo termine.
Il riciclo dei materiali, nel fine vita di un prodotto, è un altro interesse dimostrato dall’azienda, implementando strumenti innovativi come il robot Daisy specializzato nello smontaggio delle componenti, con l’intento di recuperare materiali critici. L’ultimo modello in arrivo contiene più del 25% di materiali riciclati tra cui il 100% di litio riciclato, necessario per i catodi della batteria. Tuttavia, l’azienda vorrebbe alzare l’asticella entro il 2025, puntando a utilizzare il cobalto riciclato al 100% in tutte le sue batterie.
Il design dell’iPhone 16 è un altro aspetto considerato dalla Apple in un’ottica di abbattimento delle emissioni. I nuovi modelli, in arrivo tra dieci giorni, sono infatti disegnati per essere più piccoli rispetto ai precedenti, più efficienti e durevoli, prevedendo un consumo di energia del 54% in meno rispetto al passato. Riducendo il volume dei cellulari del 6% progredisce, poi, anche la logistica: l’aumento dello spazio fisico sulla vettura permette infatti di portare a destinazione una maggior quantità di telefoni e, di conseguenza, compiere meno trasporto generando meno CO₂. Nel tragitto dai produttori ai consumatori, inoltre, l’azienda sostiene di privilegiare modalità di trasporto più sostenibili come la nave o il treno rispetto all’aereo.
I problemi dell’intelligenza artificiale
Apple sta comunicando, quindi, al consumatore una presa di responsabilità globale dell’azienda sull’intero ciclo di vita del prodotto, dalla scelta del design all’attenzione per il recupero dei materiali. L’introduzione dell’intelligenza artificiale, non ancora prevista in Europa per i nuovi modelli, potrebbe, però, cambiare le carte in tavola entro il 2030, deludendo le speranze del gigante tecnologico sul fronte energetico.
Anche se infatti tutti i data center Apple, inclusi quelli per Apple Intelligence, usano attualmente elettricità 100% rinnovabile, strumenti come ChatGPT richiedono comunque un consumo energetico importante, stimato dieci volte superiore a quello di una ricerca su Google (2,9 wattora contro 0,3). Riuscirà quindi l’azienda multimiliardaria a bilanciare, nei prossimi anni, l’innovazione tecnologica con l’aspirazione ambientalista?
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Immagini: Apple