Come altri settori, anche il turismo sta vivendo un boom di certificazioni green. A livello globale esistono 150 attestati che valutano la sostenibilità di attività turistiche come hotel, resort, ristoranti e tour operator, ma al momento non esiste un unico ente di certificazione riconosciuto a livello internazionale. Questa situazione frammentata rende complesso per i viaggiatori capire il livello di sostenibilità degli operatori turistici.
Che cos’è il turismo sostenibile
Prima di elencare i parametri presi in considerazione dagli enti di certificazioni green, serve comprendere le peculiarità del turismo sostenibile. “Lo definisco come turismo in punta di piedi, rispettoso sia delle comunità locali che dei territori, e che minimizza gli impatti ambientali negativi”, spiega Teresa Agovino, consulente turismo sostenibile per la UNWTO (World Tourism Organization), l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa della promozione del turismo responsabile, sostenibile e universalmente accessibile. “Uno dei modi per renderlo più sostenibile è delocalizzarlo, cioè promuovere mete cosiddette secondarie che solitamente non vengono prese d'assalto dai turisti. Così come è importante destagionalizzare, cioè rendere attraente una destinazione per tutto l’arco dell’anno”.
Mitigare gli impatti negativi del turismo significa anche ridurre le emissioni di gas climalteranti di un’attività, limitare il consumo idrico e lo spreco alimentare, produrre meno rifiuti e salvaguardare la biodiversità degli ecosistemi. “Non dimentichiamoci dei diritti dei lavoratori e degli impatti sui gruppi più vulnerabili – sottolinea Agovino - Un lavoratore su dieci è occupato nel terzo settore ed è fondamentale tutelare le comunità indigene, le minoranze e rendere accessibili i servizi anche alle persone diversamente abili”.
Le più note certificazioni green per il turismo
Tra gli enti di certificazione più autorevoli a livello internazionale c’è il Green Globe che da oltre trent’anni si occupa di turismo sostenibile. Include 44 criteri di sostenibilità supportati da oltre 380 indicatori di conformità, applicabili all'area geografica e ad altri fattori. Travel Life, invece, prevede 163 criteri di valutazione e dal 2023 richiede agli operatori la misurazione delle emissioni generate dal consumo energetico, idrico e dalla produzione di rifiuti. Oltre alla macroarea ambientale, la certificazione si occupa di verificare il rispetto dei diritti dei lavoratori e del patrimonio culturale delle comunità locali.
Altrettanto rinomato è l’ente Biosphere, che attraverso un folto sistema di certificazione vaglia diverse attività: dai parchi divertimento alla mobilità, dai grandi eventi ai campeggi a basso impatto. La metodologia di certificazione Biosphere è stata architettata dal Responsible Tourism Institute, un'organizzazione internazionale nata con la missione di promuovere nel turismo i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Ma chi garantisce che queste certificazioni siano affidabili? Qui entrano in gioco gli enti di accreditamento, organizzazioni indipendenti che valutano la conformità degli attestati attraverso specifici requisiti. Fondato dalla World Tourism Organization e dal programma di sviluppo delle Nazione Unite (UNDP), il Global Sustainable Tourism Council (Gstc) è l’unico ente di accreditamento riconosciuto dall’Onu. Recentemente è diventato anche un organo di certificazione creando un certo conflitto d’interesse.
Democratizzare la sostenibilità: la startup Faroo
Per gli operatori turistici ottenere una certificazione è un’operazione da migliaia di euro e questo secondo Teresa Agovino non permette di democratizzare la sostenibilità nel settore. Così è nata Faroo, la startup di turismo sostenibile che permette anche ai piccoli imprenditori di valutare gratuitamente gli impatti sociali e ambientali della propria attività e scegliere quali strategie adottare. “Ho creato uno standard di valutazione e certificazione gratuito partendo dalla mia esperienza sul campo e da tutti quelli che sono gli standard a livello internazionale – dice Agovino, founder di Faroo - È stato riconosciuto dalle Nazioni Unite ed è in fase di validazione da parte dell’ente di certificazione Bureau Veritas”.
Attualmente per i viaggiatori più virtuosi non è facile orientarsi tra le centinaia di certificazioni green di cui gli operatori turistici si stanno munendo. Certo è che il turismo, uno dei settori più vulnerabili alla crisi climatica, sta cambiando pelle a suon di certificazioni.
Immagine: Envato Elements