Appena usciti dall’ufficio londinese di Oxford Street si ha la sensazione di aver appena visto il futuro dell’energia e del modo di concepirla. Un’energia che sia pulita, accessibile a tutti, e che sfrutti la tecnologia per essere consumata nel momento in cui i prezzi sono più convenienti.
L’universo di Octopus Energy è dirompente proprio come il suo fondatore Greg Jackson, imprenditore britannico 52enne che nel 2015 ha visto nella tecnologia digitale l’opportunità di rivoluzionare il settore energetico. “L’energia non ha bisogno di nuove tecnologie”, gli dissero alcuni dirigenti dell’industria fossile quando propose di creare una piattaforma che controllasse la domanda e l’offerta in tempo reale grazie all’utilizzo di machine learning e intelligenza artificiale.
Da Kraken all’energia rinnovabile accessibile per tutti
In quel momento è nata la prima creatura di Jackson: Kraken. Proprio come il mitologico mostro marino che tra seicento e settecento, si diceva, inghiottisse i velieri nell’oceano pacifico. Abile e flessibile come i tentacoli di un polpo, il sistema Kraken è in grado di gestire, monitorare ed efficientare qualsiasi cosa che produca o consumi energia: dalla generazione su larga scala ai dispositivi per la casa intelligente, tra cui batterie, veicoli elettrici e pannelli fotovoltaici domestici. Da un’innovativa piattaforma tech, in pochi anni Octopus Energy è diventata una compagnia energetica valutata 5 miliardi di dollari con 5,4 milioni di clienti sparsi in 14 Paesi .
Vento, sole, biomasse e idrogeno. Octopus energy si è velocemente guadagnata anche una fetta di mercato nella produzione di energia pulita investendo 7 miliardi di dollari in infrastrutture rinnovabili. Il problema non è certo il capitale: Jackson progetta di investire nell’asset della generazione altri 29 miliardi entro il 2030. “Una delle maggiori sfide è trovare i progetti da implementare perché è sempre complesso ottenere i permessi e le connessioni alla rete in tempi rapidi. E questo vale per tanti Paesi europei e non – dice Jackson- Per esempio, vogliamo costruire un parco eolico nel nord dell'Inghilterra, ma non avremo una connessione fino al 2036”.
Entrando negli uffici del quartier generale di Londra si respira l’entusiasmo di una giovane startup californiana. Open space, brandizzazione aggressiva, peluche di polpi ovunque, nessun dress code specifico e il capitano della ciurma senza un ufficio personale, così da far sentire tutti parte della stessa missione. “Per troppo tempo ai cittadini di tutto il mondo è stato detto che il passaggio all'energia pulita costerà loro di più – ci spiega Jackson in un caldo pomeriggio londinese di metà giugno - La nostra missione è accelerare la decarbonizzazione rendendo l’energia pulita accessibile a tutti. Tutto attraverso la tecnologia”. La filosofia della multinazionale britannica mette al centro le persone, dipendenti in primis. Per attirare talenti Jackson vuole rendere la vita d’ufficio un momento godibile perché “a nessuno piace lavorare in un posto brutto”.
Gira tutto intorno al consumatore finale
Tech & data è la formula magica per offrire al cliente un servizio comodo ed efficiente. Non è un caso che gran parte degli utili maturati in questi anni dall’azienda siano andati a corroborare il dipartimento assistenza clienti, ormai un vero e proprio asset.
Un altro reparto si dedica a tempio pieno a Electroverse, un servizio che consente ai clienti Octopus energy di pagare la ricarica dell'auto elettrica attraverso la bolletta mensile, senza usare una pletora di app e servizi. Pochi metri più avanti ci si imbatte in un monitor che mostra i progressi di Plots for Kilowatts, uno schema che abbina quelle aree in cui i residenti sono a favore dell’installazione di un parco eolico in cambio di tariffe energetiche inferiori con quelle in cui i proprietari terrieri desiderano ospitarne uno. Una sorta di “agenzia di appuntamenti del vento” che all’interno dell’azienda è stata scherzosamente ribattezzata Winder, un gioco di parole che si rifà all’app di dating Tinder.
Secondo una recente ricerca dell'azienda 9 persone su 10 sosterrebbero l’installazione di una turbina nella loro comunità se ciò significasse un significativo risparmio economico. Da questo sondaggio è nata l’idea di creare nel gennaio 2021 un Fan Club, una sorta di comunità energetica che riceve uno sconto fino al 50% sulle tariffe energetiche per aver accettato l’installazione di turbine eoliche nei pressi delle abitazioni. Dal lancio, oltre 5000 comunità ha chiesto informazioni per creare un Fan Club.
Parlando con il team di Octopus Energy non c’è un problema di mancanza di spazio. I primi 30 proprietari terrieri del Regno Unito possiedono oltre 1.500.000 acri di terreno e se solo l'1% di questo terreno fosse affittato per le turbine eoliche, si potrebbero costruire oltre 1500 turbine eoliche. Facendo parte di questo, i latifondisti avrebbero l'opportunità di assicurarsi ulteriori flussi di entrate attraverso l'affitto o una quota delle entrate del progetto, restituendo al contempo alla comunità locale impianti di energia rinnovabile.
Pompe di calore per abbattere le emissioni
A circa trenta minuti di viaggio dalla stazione di Paddington, percorrendo la Elizabeth Line, ci ritroviamo nella piccola cittadina di Slough, dove ha sede il centro di ricerca Octopus dedicato alle pompe di calore. Si tratta di una tecnologia che esiste da 160 anni e si basa sull’estrazione di calore dall'aria esterna che viene portato in casa utilizzando l'elettricità. Ciò corrisponde alla produzione di maggior quantità di calore con un minor consumo di energia elettrica. Per questo il governo inglese per abbattere le emissioni del riscaldamento domestico e i costi del gas ha promesso di installare 600.000 pompe di calore all'anno entro il 2028. Una cifra enorme che Octopus Energy ha colto come opportunità. Da qui è nata l’idea di testare l’efficienza delle pompe di calore costruendo all’interno dell’hub di ricerca due edifici a grandezza naturale che rappresentassero circa il 40% delle case del Regno Unito. Ci spiegano che il centro non è solo un laboratorio, ma anche luogo di formazione per centinaia di persone che vogliono imparare come installare pompe di calore ad aria.
“Le pompe utilizzano 4 volte meno energia anche delle caldaie più efficienti per generare la stessa quantità di calore – ci spiega un tecnico del centro ricerca – Con questa efficienza significa che ridurrai istantaneamente la tua impronta di carbonio del riscaldamento del 73%. Inoltre, funzionano con l'elettricità, la cui quota diventa ogni anno sempre più rinnovabile e pulita”.
Oggi installare una pompa di calore in UK può costare anche 15.000 sterline, ma tra incentivi statali e riduzione dei consumi sono diventate sostanzialmente competitive anche con le caldaie a gas più efficienti. Mentre il tasso di installazione nel Regno Unito sta procedendo spedito, anche L’Europa ha registrato un trend molto positivo nell’ultimo anno. Secondo i dati dell’European Heat Pump Association in Europa lo scorso anno sono state vendute circa 3 milioni di unità, in aumento del 38% sull’anno precedente. Un quantitativo record stando ai trend storici, in grado di rimpiazzare circa 4 miliardi di metri cubi di gas naturale. Con Italia, Francia e Germania che da sole hanno rappresentato quasi la metà di tutti i nuovi acquisti europei, rispettivamente con più di 502.000, 462.000 e 236.000 unità.
In un Paese come l'Italia, dove ancora più del 60% dei sistemi di riscaldamento funzionano a gas, l'azienda britannica -presente nel nostro Paese come Octopus Energy Italia - ha visto un grande potenziale per la diffusione delle pompe di calore, in grado di far risparmiare in bolletta e ridurre le emissioni CO2.
Immagini: Octopus Energy