Il settore edile dell'UE consuma oltre 1 milione di chilotonnellate di materiali annui pari ai materiali necessari alla costruzione di 185 piramidi di Giza ogni anno: è quanto afferma un recente rapporto pubblicato dalla Circular Buildings Coalition (CBC) sull’ambiente costruito europeo. Il consumo massiccio di materiali e l'incapacità di riciclare i rifiuti post demolizione o il riciclo di basso valore di materiali e prodotti da costruzione hanno portato al quasi esaurimento del budget europeo di CO2 per l’edilizia. Nell'UE la demolizione, inclusa la ristrutturazione, genera circa 124 Mt di rifiuti all'anno, che si avvicinano al peso di 12.277 torri Eiffel.
La CBC ha, parallelamente, lanciato un invito aperto a presentare entro il 20 luglio candidature per progetti di economia circolare nell'ambiente costruito. La coalizione vuole affrontare le barriere che ostacolano l'attuazione su larga scala dei principi e dei modelli di business circolari nell’edilizia supportando organizzazioni dell’UE27, di Regno Unito, Norvegia e Svizzera - sia a scopo di lucro o senza - che riceveranno fino a 95.000 euro per lo sviluppo di progetti nel settore.
Verso un’economia circolare dell’ambiente costruito
Scritto sotto la guida di Metabolic, società di consulenza con sede ad Amsterdam, il rapporto esamina gli ostacoli all'accelerazione della transizione circolare che il settore edile europeo si trova ad affrontare e cosa quest’ultimo può fare per superarli. Toward a circular economy in the built environment Overcoming market, finance and ownership challenges è il risultato di ampie consultazioni con i leader dell'edilizia circolare e della finanza.
In una prima fase, la ricerca ha identificato tre aree in cui le sfide sistemiche ostacolano la scalabilità dei metodi e la transizione verso la decarbonizzazione. I tre settori individuati sono: mercati e catene di fornitura, finanziamento degli edifici circolari e modelli di proprietà.
Dopo la prima fase di ricerca, nell’arco dei sei mesi successivi, la CBC ha approfondito queste tre sfide sistemiche attraverso una revisione della letteratura, una ricerca a tavolino e interviste con 50 stakeholder in tutti i settori della catena del valore dell'edilizia, tra cui proprietari edilizi, investitori immobiliari, istituzioni finanziarie, appaltatori, progettisti e Ong. Le interviste si sono concentrate sui punti deboli della transizione secondo gli intervistati. Le conclusioni sono state verificate e discusse in quattro workshop, svoltisi tra l’agosto e il dicembre dello scorso anno.
Infine, c’è stata la creazione di un modello dei flussi dei materiali del settore edile, dal basso verso l’alto, finalizzata a comprendere la scala della transizione.
Il settore delle costruzioni deve cambiare
L'industria delle costruzioni, motore fondamentale dell’attività economica, crea direttamente 18 milioni di posti di lavoro e rappresenta circa il 9% del PIL dell’Unione europea. Tuttavia l’attuale funzionamento del sistema edilizio è insostenibile per il pianeta e il budget per le emissioni di carbonio dell’UE27 e Regno Unito per le costruzioni si sta esaurendo rapidamente. Il settore contribuisce, infatti, a produrre circa 277 Mt (milioni di tonnellate metriche) di CO2 equivalente e rappresenta quasi il 9% delle emissioni annuali di gas serra (GHG) dell'UE.
In uno scenario di business-as-usual, il settore delle costruzioni dell’UE27 e Regno Unito supererà il budget di carbonio assegnato per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C nel 2026. Inoltre, il budget per 1,7°C e 2,0°C si esaurirà rispettivamente nel 2029 e nel 2031, se non si dovesse intervenire.
Tuttavia, essendo il settore edilizio interessato dall’iniziativa Renovation Wave dell’UE quest’ultima dovrebbe garantire l'utilizzo di materiali a basso impatto, come le materie prime seconde. Per raggiungere la neutralità climatica nel 2050 per quanto riguarda le emissioni della fase d’uso, ad esempio, la Renovation Wave punta a un tasso di rinnovamento annuale degli edifici del 3%. L’impatto delle emissioni di carbonio di queste ristrutturazioni, però, sarebbe notevole durante l'attuazione della Renovation Wave. Se, infatti, le attuali pratiche di ristrutturazione nell’UE27 e Regno Unito continuassero come al solito, le attività di ristrutturazione energetica e non energetica consumeranno 918 Mt di materiali vergini tra il 2022 e il 2050, con l'emissione di 978 Mt di gas serra. In uno scenario conforme alle politiche, vale a dire se le attività di ristrutturazione aumentassero in linea con il tasso del 3%, le emissioni aumenterebbero a circa 1500 Mt.
Ci sono naturalmente distinguo da fare: i Paesi dell'Europa occidentale producono quasi il doppio dei rifiuti da demolizione per abitante rispetto ad altre regioni dell'UE. Gran parte di questi rifiuti se riutilizzati potrebbe conservare il proprio valore. Alcuni materiali hanno un impatto enorme in fase di demolizione: il calcestruzzo senza barre di rinforzo in acciaio rappresenta il 74% della massa totale delle risorse consumate ed è responsabile del 36% delle emissioni di carbonio del settore. L'acciaio, con solo il 3% della massa totale, rappresenta il 30% dell'impatto. Insieme, costituiscono oltre il 5% delle emissioni totali dell’UE27 e Regno Unito.
Un’edilizia circolare è d’obbligo
L'adozione dei principi dell'economia circolare nell'ambiente costruito rappresenta un approccio trasformativo alla gestione delle risorse che può generare benefici economici, ambientali e sociali.
La decarbonizzazione è, secondo il report, un passaggio obbligato per tutti gli attori dell'industria delle costruzioni, necessario per aumentarne la produttività delle risorse, l'utilizzo degli asset e il valore. Al di là dei benefici sociali (nuove opportunità di lavoro e rafforzamento dei mercati del lavoro locali) e ambientali (se l'industria delle costruzioni dell’UE27 e Regno Unito diventasse "zero rifiuti", mantenendo invariata la domanda attuale, i materiali secondari potrebbero sostituire fino al 12% dei materiali vergini, in uno scenario ideale), non mancherebbero i vantaggi economici. Nell'UE, la transizione verso un'economia circolare potrebbe generare un guadagno economico netto di 1800 miliardi di euro all'anno e un aumento fino al 7% del PIL, reso possibile grazie al miglioramento della produttività delle risorse (di circa il 3%); inoltre un risparmio sui costi fino a 600 miliardi di euro all'anno e altri 1200 miliardi di euro altri benefici come suggerito da un altro recente report del World Business Council For Sustainable Development (WCBCSD).
Cercasi blueprint circolari in edilizia
Con l’obiettivo di accelerare la transizione dell’edilizia, la Coalition ha aperto una call che invita i leader del settore a condividere le proprie idee su come superare gli ostacoli odierni. Entro il 20 luglio è possibile presentare soluzioni già esistenti che sono state sviluppate, applicate e che possono essere replicate o ampliate da altri. "Nel settore delle costruzioni molti hanno avviato progetti per superare le barriere nell'accelerazione della transizione verso un'economia circolare. Con questa open call, li invitiamo a condividere tale conoscenza in modo che altri possano replicare ciò che hanno appreso e accelerare insieme la transizione", ha dichiarato a Materia Rinnovabile Ivan Thung, Programme Lead della Circular Buildings Coalition.
Le soluzioni scalabili rientrano nelle tre aree di interesse della CBC: settore finanziario, mercati di materiali secondari, nuovi modelli di business e di proprietà. In una prima fase verranno premiate otto organizzazioni con 20.000 euro finalizzati a produrre un white paper contenente uno studio di fattibilità. Sulla base dei risultati della prima fase, la CBC mira a premiare quattro organizzazioni con ulteriori 75.000 euro per sperimentare la propria soluzione.
Come funziona la Circular Buildings Coalition
La Circular Buildings Coalition riunisce gli stakeholder dell'ambiente costruito per superare le barriere alla transizione circolare e adottare pratiche sostenibili. Concretamente la CBC punta ad aiutare e amplificare gli sforzi delle organizzazioni che sono già impegnate nella decarbonizzazione del settore edilizio.
La coalizione è composta da organizzazioni leader nel settore dell'ambiente costruito sostenibile e dell'economia circolare: World Green Building Council, World Business Council for Sustainable Development, Ellen MacArthur Foundation, Metabolic, Circle Economy e ARUP, con il supporto della Laudes Foundation, già fondatrice dell’iniziativa Built by Nature, che punta nel corso del prossimo decennio a sfruttare il potenziale delle foreste e della bioeconomia per creare edifici a prova di futuro.
Immagine: Envato Elements