Mappare il potenziale agrivoltaico su scala regionale per supportare la Pubblica Amministrazione nella pianificazione dello sviluppo del settore. Con questo obiettivo è iniziato il progetto del Centro Ricerche ENEA di Portici, utile a comprendere dove, in Italia, il business dell’agrivoltaico può svilupparsi più velocemente e contribuire ad accelerare la transizione ecologica.
L’installazione di pannelli solari sulle terre agricole permette infatti di ridurre il consumo di suolo – uno delle principali problematiche del fotovoltaico – sfruttando la stessa area sia per la produzione energetica che per la coltivazione. Nonostante i blocchi ai progetti da parte delle sovraintendenze e la presunta incompatibilità con l’agricoltura ribadita da Coldiretti, la mappa di Enea dimostra che le aree agricole adatte all’agrivoltaico sono tante e hanno un ottimo potenziale.
Il potenziale dell’agrivoltaico in Italia
La mappa, ora in fase di validazione, è stata elaborata da un team di ricercatori specializzato in criteri di minimizzazione dell’uso del suolo e ottimizzazione della produzione energetica e agricola.
“Il potenziale dell’agrivoltaico nel contesto nazionale è solitamente valutato sulla base delle caratteristiche topografiche e dell’estensione delle aree agricole disponibili - ha dichiarato Grazia Fattoruso del laboratorio ENEA per lo sviluppo applicazioni digitali fotovoltaiche e sensoristiche del Centro Ricerche di Portici - La metodologia messa a punto nel nostro laboratorio di Geomatica considera sia i diversi fattori che possono influenzare il potenziale solare fotovoltaico di una determinata area, come quelli geofisici, tecnici ed ambientali, sia i fattori che possono condizionare la resa agricola, come le classi di uso del suolo, la capacità d’uso dei suoli e il deficit idrico”.
I criteri utilizzati per l’elaborazione sono stati selezionati sulla base dei risultati delle interviste effettuate a un team di esperti, scienziati, ricercatori e a soggetti portatori di diversi interessi come progettisti, sviluppatori e decisori in ambito energetico e agricolo. Inoltre, è in fase di sviluppo l’elaborazione e integrazione di indicatori relativi a caratteristiche qualitative e quantitative del paesaggio per un connubio armonioso tra i sistemi agrivoltaici e i paesaggi in cui saranno inseriti.
Il ruolo di AIAS e il supporto alla Pubblica Amministrazione
Il progetto nasce nell’ambito della task force AgrivoltaicoSostenibile@ENEA e dell'Associazione Italiana Agrivoltaico Sostenibile (AIAS), presieduta da ENEA, che supporta lo sviluppo dell’agrivoltaico attraverso progetti, tecnologie innovative, protocolli di certificazione e percorsi di formazione.
AIAS conta 85 soci tra istituzioni, associazioni di categoria e imprese del settore, distribuiti in base a 5 priorità strategiche: soluzioni tecnologiche; energia; agroalimentare; ricerca, istruzione e consulenza; finanza, tutela legale e amministrativa. Il suo compito è di fornire un contributo alla transizione energetica supportando il settore agricolo nella sfida della neutralità climatica, producendo “di più con meno”.
Tra gli strumenti messi in campo da AIAS per il raggiungimento degli obiettivi vi è anche l’istituzione e il coordinamento di 6 commissioni, veri e propri tavoli di lavoro permanenti, qualificati e interdisciplinari, per aiutare la Pubblica Amministrazione a velocizzare l’iter autorizzativo dei progetti. In particolare, le tematiche considerate da AIAS più spinose sono: certificazione agrivoltaico sostenibile; normativa e attuazione e paesaggio.
Formazione e nuove figure professionali
Altro obiettivo strategico di AIAS è la formazione, come esigenza cruciale per l’agrivoltaico sostenibile, un “campo ibrido” formato da due mondi distanti, quello energetico e quello agricolo, dove emerge la necessità di identificare specifiche esigenze formative e nuove figure professionali.
“È fondamentale sottolineare come la formazione sia cruciale per l’intero sistema agricolo, che negli ultimi anni è investito da cambiamenti che necessitano di innovazione”, ha dichiarato Alessandra Scognamiglio, ricercatrice ENEA del laboratorio per dispositivi innovativi presso il Centro Ricerche di Portici e presidente di AIAS.
Immagine: ENEA