Da venerdì 14 gennaio la Direttiva SUP sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica monouso sull’ambiente è in vigore anche in Italia. Si tratta di una svolta epocale nella strategia di contrasto alla plastica usa e getta e in un’ottica di promozione di abitudini di consumo improntate alla circolarità. I prodotti maggiormente interessati dal Decreto Legislativo n. 196 dell’8 novembre 2021 sono le posate (forchette, coltelli, cucchiai e bacchette), i piatti, le cannucce e i contenitori per alimenti in polistirene espanso ovverosia tutte le scatole e vaschette destinate a contenere cibo da asporto o a fungere esse stesse da recipienti per il consumo.
Nei due anni e mezzo dall’approvazione della Direttiva SUP, alcune aziende hanno lavorato per riconvertire il proprio modello di business secondo logiche maggiormente ecosostenibili. Fra queste vi è la Rent Solution con sede a San Fior, in provincia di Treviso, che è passata dalla vendita di piatti e posate monouso a un nuovo modello di business: le stoviglie come servizio.
Rent Solution: la riconversione di un’azienda secondo i principi dell’economia circolare
Fino al 2019 il titolare di Rent Solution, Roberto Basso, commercializzava posate e stoviglie monouso in plastica, servendo principalmente sagre e catering di grandi eventi: “Due anni e mezzo fa – ci spiega - mi sono trovato di fronte all’esigenza di riconvertire la mia attività in vista del recepimento della Direttiva Sup nel nostro Paese. Da ingegnere, ho affrontato la questione con una ricerca approfondita e un’analisi tecnica. Ho capito che se fossi passato ai materiali compostabili avrei solamente spostato il problema, senza eliminarlo: se è vero che questi prodotti a fine ciclo si disintegrano, è anche vero che per produrre polpa di cellulosa sono necessari enormi quantitativi di acqua e di energia. Sono giunto alla conclusione che sostituire un prodotto inquinante con un’alternativa dalla produzione altrettanto inquinante sarebbe stato un po’ come mettere la polvere sotto il tappeto”.
A quel punto Basso ha compiuto una ricerca all’interno del proprio territorio e ha constatato l’assenza di aziende in grado di noleggiare e pulire piatti, posate e accessori per eventi enogastronomici.
“Nel 2018 e nel 2019, - continua Basso - quando ancora commercializzavo stoviglie in plastica, la mia impresa serviva sagre, eventi enogastronomici e realtà fieristiche che dovevano garantire migliaia di coperti a sera. Nei mesi precedenti la diffusione del Covid 19, nelle province di Treviso, Venezia, Belluno e Pordenone, mi capitava di servire fino a 30-40 manifestazioni negli stessi giorni e ognuna di queste con 500-1000 coperti al giorno. Alla fine di questi eventi, la quantità di rifiuti si misurava in tonnellate”. Così, nella stasi della prima ondata pandemica, ha iniziato a riconvertire la propria attività mettendo la circolarità e l’eco-sostenibilità al centro del proprio modello di business.
Stoviglie come servizio
Il costo delle stoviglie alternative in polpa di cellulosa, in cartoncino o in mater B è doppio se non triplo rispetto a un prodotto analogo realizzato con polistirene o polipropilene. Bisogna inoltre considerare anche costi ecologici secondari, per esempio il fatto che il 90% della polpa di cellulosa viene importata dalla Cina. Fatto un bilancio dei costi economici e ambientali, Basso ha riconvertito il suo progetto imprenditoriale in un servizio di stoviglie a noleggio in grado di rifornire tanto i grandi eventi e gli alberghi, quanto pranzi e cene in case private: “Attualmente l’impianto di lavaggio è in grado di pulire 6000 pezzi l’ora e, quindi, di rendere disponibili 48.000 pezzi nell’arco di otto ore. Si tratta di un impianto facilmente espandibile che è stato pensato per essere implementato qualora la richiesta dovesse aumentare”. Si tratta di numeri davvero importanti se si pensa che una delle imprese più importanti al mondo a fornire questo tipo di servizio, la CleanMark Solutions di Singapore, è in grado di dotare la sua clientela di 100.000 pezzi al giorno.
Il processo di lavaggio e la scelta dei materiali
Una delle ultime novità di Rent Solution è il sito di e-commerce che permette ai privati di noleggiare piatti, bicchieri, posate e accessori anche per numeri più ridotti. Le stoviglie richieste vengono trasportate a domicilio pulite e igienizzate e, dopo l’utilizzo, vengono ritirate sporche dagli addetti di Rent Solution: “Il processo di lavaggio si basa su tre principi. Il primo è chimico: utilizza un detergente biodegradabile e in bassissime quantità. Il secondo è termico: per una buona pulizia ci vuole una temperatura adatta. Il terzo è meccanico: la forza dell’acqua è determinante per un buon lavaggio. Se il cliente mangia oggi e io lavo domani, la temperatura che utilizzo nel lavaggio deve essere graduata a seconda della sporcizia dei piatti e, per questa ragione, ho creato quattro livelli di temperatura: 30°, 45°, 65° e 90°. L’impianto è studiato per avere la maggiore efficienza possibile, anche grazie alla modulazione della pressione dell’acqua”.
Nell’investimento fatto per l’impianto di lavaggio, Basso ha tenuto conto anche di una delle variabili che incidono maggiormente sulla pulizia delle stoviglie: “Al fine di utilizzare meno detergente, a monte del ciclo di lavaggio, ho realizzato un impianto per il trattamento dell’acqua proveniente dalla rete che fornisce un prodotto privo di calcare. L’acqua non trattata richiederebbe 3 grammi di detergente per litro, dopo la sua dolcificazione l’ho ridotto fino a 4 volte”.
Anche la scelta dei materiali è fondamentale per garantire un lungo ciclo di vita ai servizi forniti a noleggio: i piatti utilizzati da Rent Solution sono in vetro temperato, tre volte più resistenti di quelli in porcellana e ceramica e, soprattutto, riciclabili quando giungono, dopo circa mille lavaggi, al termine del loro ciclo di vita. Per quanto riguarda le posate si è optato per prodotti Made in Italy in acciaio inox.
Un unicum in Italia
Per modalità di lavaggio, varietà dei prodotti a noleggio e numero di pezzi, Rent Solution rappresenta un unicum nel territorio italiano e il suo titolare, Roberto Basso, guarda al futuro con ottimismo: “Chi ha noleggiato le nostre stoviglie è tornato oppure ha attivato un passaparola virtuoso, portandoci persone che avevano utilizzato i nostri servizi come ospiti. La mia speranza è che, superata questa lunga fase emergenziale dovuta alla pandemia di Covid 19, si possa tornare quantomeno ai livelli di fine 2019, quando la richiesta media di coperti era di migliaia al giorno. Un anno fa sono stato contattato dai consorzi per la raccolta dei rifiuti della zona che, volendo abbattere l’utilizzo dei prodotti monouso, si sono fatti promotori del mio servizio presso sagre e grandi eventi. È nell’interesse di tutti limitare il conferimento dei rifiuti in discarica e io sto provando a farlo nel modo più ecosostenibile possibile. Uno dei prossimi step sarà l’installazione di un impianto fotovoltaico in grado di ridurre ulteriormente l’impatto della nostra attività. Noi siamo ai blocchi di partenza – conclude Basso - pronti a ripartire a pieno regime quando la situazione si sarà normalizzata”.