A settembre 2021, condotto da SystemiQ, per conto del SUN Institute, è stato pubblicato XaaS Everything-as-a-service, rapporto che presenta sotto una luce più che positiva il modello di business PaaS (product as a service) con un focus particolare sul settore manifatturiero. Numerosi sono i vantaggi sul piano economico, sociale e ambientale di questo modello circolare. Tuttavia è necessario valutarne attentamente tutte le potenzialità e le possibili implicazioni.
Xaas: l’esempio della lavatrice
Secondo il rapporto, i modelli XaaS - in cui le aziende mantengono il possesso dei prodotti offrendo agli utenti il servizio di tale strumenti - possono avere simultaneamente impatti economici, ambientali e sociali. Accanto all’automobile come servizio e alle attrezzature come servizio, il report si concentra sugli elettrodomestici e, in particolare, sulla lavatrice, l’elettrodomestico a più alta intensità di risorse che ogni anno in consuma in Europa occidentale 1,4 Mt di materiali, 24,2 TWh di elettricità e 1,5 miliardi di litri d’acqua (7,8% del consumo domestico di acqua).
Offrire white good-as-a-service può essere un fattore cruciale per ridurre gli impatti ambientali associati alla fase di costruzione e di utilizzo. Secondo gli autori del report, il modello di abbonamento, in cui gli utenti pagano un canone fisso al mese per usufruire dei cicli di lavaggio della lavatrice, può consentire l'installazione diffusa di elettrodomestici di alta qualità con un’estensione della durata dei prodotti, una maggiore produttività delle risorse attraverso servizi di manutenzione, una maggiore efficienza delle risorse nella fase di costruzione e utilizzo e il recupero finale dei materiali. L'impronta di CO2 potrebbe essere diminuita di ~24% rispetto a una lavatrice media attualmente in uso.
Inoltre, la tecnologia e i sensori installati nelle lavatrici, e negli elettrodomestici in generale, possono rilevare il contenuto degli apparecchi e impostare il programma di lavaggio di conseguenza. In base a ciò, i cicli di lavaggio, il consumo di energia e di acqua possono essere tracciati e, attraverso analisi e meccanismi di feedback ai consumatori, le aziende possono fornire consigli sul comportamento ottimale attraverso approfondimenti in tempo reale sui programmi di utilizzo.
Accanto ai benefici economici e ambientali, i ricercatori di SistemiQ evidenziano anche i potenziali benefici sociali di “tutto-come-servizio”, quali la democratizzazione del consumo in quanto potrebbe ridurre i costi domestici (le lavatrici-come-servizio potrebbero far risparmiare ai consumatori tra 43-76€ all’anno), la creazione di valore e occupazione a livello regionale, gli impatti positivi sulla salute connessi ad una migliore qualità dell’aria.
Dalla Performance economy al Product as a service: oltre il possesso
Stampanti per ufficio, mobilità, dispositivi medici, persino molecole: il prodotto come servizio non è qualcosa di nuovo, è presente in molti aspetti della nostra vita e delle aziende. Rientra in quella che già nel 1982 l’architetto Walter Stahel teorizzò come performance economy, vale a dire quell’economia in cui persone e aziende piuttosto che possedere prodotti, li usano grazie a contratti di locazione, pay-per-use o pay-for-performance, proprietà collettiva, piattaforme di condivisione, ecc.
Nel modello di business “prodotto come servizio” aziende e/o fornitori di servizi vendono risultati, mentre mantengono la proprietà, e quindi la responsabilità, degli oggetti. Dal canto loro, gli utenti ottengono l'accesso, il servizio di tali oggetti, attraverso contratti di noleggio, locazione o condivisione che includono anche i servizi di manutenzione, consegna e take back. Gli utenti usufruiscono così di mobilità, ore di luce, cicli di lavaggio, aria condizionata, ma non sono i proprietari delle automobili, delle lampadine, delle lavatrici, delle lavastoviglie o dei condizionatori.
Le aziende mirano a vendere l'uso dei prodotti come un servizio per il periodo più lungo possibile al fine di massimizzare i propri profitti, cercando, quindi, di produrre macchine che si rompano il meno possibile per evitare servizi di manutenzione o di sostituzione a proprio carico. Product-as-a-service può rappresentare per le aziende un nuovo flusso di entrate accanto alla tradizionale vendita di prodotti. Offrire servizi intorno a un bene piuttosto che venderlo ha, naturalmente, enormi impatti per le aziende, primo tra tutti sui flussi di cassa. L'alto investimento iniziale per l'acquisto di beni e prodotti è seguito da piccole entrate incrementali rappresentate dai canoni d'uso periodici da parte degli utenti. Inoltre, mantenere il possesso di materiali e oggetti può essere per le aziende una strategia di investimento nel futuro, con preziosi metalli che possono tornare indietro in 5, 10 o 15 anni e rappresentare un vantaggio competitivo nella catena di fornitura futura considerando la scarsità di materie prime che potremmo vivere nei prossimi anni.
Infine, in un modello ideale in cui solo prodotti più efficienti restano in circolazione, l’obsolescenza programmata non avrebbe più ragione d’esistere.
Potenzialità e limiti del prodotto come servizio
Il product-as-a-service è considerato come il modello di business potenzialmente più dirompente nella transizione verso l'economia circolare, un modello vantaggioso per i clienti, i materiali, l'energia e le aziende. Potrebbe rappresentare un modo per richiamare le aziende alla loro responsabilità e un'alternativa a una società di sovrasfruttamento delle risorse. Molti progetti pilota e aziende stanno esplorando il passaggio dalla possesso all’utilizzo. Startup come Feather, Grover e MUD Jeans sono affiancate da grandi aziende come Philips e HP.
Sistemi di condivisione di auto, bici e scooter, così come di noleggio di vestiti, mobili e strumenti elettronici stanno spuntando in molte città con risultati diversi. I benefici in termini di sostenibilità del passaggio a un mercato del ‘noleggio’, infatti, sono ancora oggetto di discussione come di recente emerso nel settore della moda. Ricercatori finlandesi (Levänen J., Innovative recycling or extended use? Comparing the global warming potential of different ownership and end-of-life scenarios for textiles, Environmental Research Letters, 2021 ) hanno eseguito una valutazione del ciclo di vita (LCA) di un paio di jeans in cinque scenari di proprietà e di fine vita, concludendo che l'opzione del noleggio aveva emissioni di carbonio più alte rispetto al semplice buttare via i jeans (la ricerca finlandese, tuttavia, non considera importanti fattori di sostenibilità come l'acqua e la biodiversità).
Esistono, infine, elementi cruciali da considerare come le questioni logistiche nello sviluppo e nella diffusione del prodotto-come-servizio, i possibili rebound effect - come può essere l’utilizzo maggiore di un apparecchio per via della sua maggiore efficienza - e le normative riguardanti la privacy degli utenti rispetto a sensori e tecnologie che raccolgono dati sull’utilizzo dei prodotti. Inoltre, a livello sociale, se non ben regolamentata, l'adozione di prodotto-come-servizio potrebbe creare nuove disuguaglianze. Se modellato correttamente, il prodotto-come-servizio offre la possibilità alle persone a basso reddito di condurre una vita sostenibile senza essere vincolate da alcun limite finanziario. Far funzionare il modello di product-as-a-service per gli emarginati e i più poveri è, non a caso, al centro di alcuni progetti a livello europeo. Primo tra tutti il Papillon project, sviluppato da BOSCH e Samenlevingsopbouw nelle Fiandre, in Belgio.