Nato nel 2017 nel Campus Almkerk, un centro di innovazione per l'agricoltura e la sostenibilità nei Paesi Bassi, il concetto di pixel farming punta a rispondere all’esigenza sociale di combinare vivibilità, produzione alimentare e innovazione. Con l’obiettivo di mettere al centro cibo sano con una filiera corta e locale, questo nuovo approccio promette di rigenerare i terreni, aumentare la ritenzione idrica, la resa per ettaro e la biodiversità grazie all’utilizzo di colture miste senza pesticidi e fertilizzanti.

Avvalendosi delle positive interazioni tra specie all'interno degli ecosistemi di flora e fauna, il terreno è suddiviso in pixel, ognuno dei quali è collegato a una particolare coltura, cura e consumo. L’obiettivo è l’incremento della biodiversità e della presenza di insetti, uccelli e piante selvatiche, mentre il numero di parassiti è limitato grazie alle combinazioni di piante tra i pixel.

La tecnologia digitale e la robotica giocano un ruolo importante nel successo del sistema. Permettono di calcolare e prevedere con modelli computerizzati un piano di coltivazione ottimale e accurato per offrire a ogni pianta l’attenzione e le cure necessarie. Robotica e intelligenza artificiale rendono possibile la coltivazione del paesaggio a livello di pixel, riducendo il fattore lavoro di questo metodo di coltivazione e rendendone possibile la scalabilità.

Cibo a prezzi accessibili con il design ecologico

“Una nuova visione per dare a tutti una casa sociale capace anche di generare cibo di qualità a prezzi accessibili, rigenerare paesaggi depauperati, costruire comunità multietniche e multiculturali coese, decarbonizzare il settore delle costruzioni e innestare innovazione costruttiva e sistemi circolari in grado di rimettere in equilibrio costruito e natura.” È cosi che Maria Alessandra Segantini, architetta e CEO di C+S Architects, su incarico dell’amministrazione comunale ha presentato a Peccioli, in provincia di Pisa, in Toscana, il masterplan land-CR.AF.T.ED, acronimo di Community Reinvent Affordable Food Through Ecologic Design.

Con questo progetto C+S Architects punta a rispondere alle problematiche ecologiche, economiche e sociali cruciali nei processi di trasformazione contemporanea di città e paesaggi. Tra le prime problematiche da affrontare vi è, senza dubbio, il consumo di suolo, in ascesa costante in Italia. Nel 2022 è stato consumato suolo pari a 7.677 ettari, cioè 24 ettari al giorno, il 10% in più rispetto all’anno precedente.

Land-CR.AF.T.ED mira così a rispondere allo spopolamento delle zone rurali, affette da invecchiamento della popolazione, migrazione dei giovani e perdita di risorse. Nei paesi delle aree interne, il numero dei coltivatori diretti è in declino e aumentano i precari con background multietnico, mentre nascono e crescono bed and breakfast e agriturismi per soddisfare le richieste turistiche, musei delle colture locali, spazi di degustazione, villaggi-vetrina che raccontano il distacco dalle fattorie e il declino di una cultura rurale.

In tale contesto − in cui un ottimo lavoro è svolto dall’associazione culturale Riabitare l’Italia, presente anche al recente Terra Madre con un incontro sul riabitare le terre alte − si inserisce anche il progetto di rigenerazione dell’area di Santo Stefano nel comune di Peccioli.

Residenze sociali e pixel farming

Il progetto di rigenerazione dell’area di Santo Stefano prevede la costruzione di un complesso di dodici case popolari e servizi su un’area di 11,76 ettari con una capacità edificatoria di meno di 3.000 mq. Collocato a valle del borgo appenninico di Peccioli, Santo Stefano si presenta come un grande lotto libero, con i ruderi di alcuni edifici di servizio al lavoro agricolo.

Le dodici nuove residenze sociali sono state disegnate come una comunità di micro-fattorie che traducono il sistema dei casali storici toscani in forme contemporanee, dalle dimensioni variabili tra gli 80 e i 130 mq. Ogni unità è caratterizzata da uno spazio di soggiorno/cucina e una, due o tre camere, secondo i canoni classici dell’edilizia sociale, ed è disegnata da un recinto in terra cruda che definisce anche un suolo coltivabile. Qui si innesta il concetto agricolo innovativo del pixel farming dove è la varietà delle specie e la biodiversità a garantire un’alta produttività.

Reinterpretando in chiave contemporanea il casale dell’Appennino Toscano, ma anche di tutto il Centro Italia, la tecnica innovativa del pixel farming punta a combinare le diverse specie di alberi e arbusti per il benessere dell’ecosistema.

Innovazione edilizia e sociale

“Questo progetto coniuga tecniche innovative sia in termini di agricoltura che di costruzione”, afferma Segantini. “Abbiamo lavorato con il paesaggio agricolo su scale diverse. Nella scala macro abbiamo recuperato il tema dell’arboricoltura, in alternanza di frassini maggiori e pioppi con impianto policiclico multi-obiettivo o misto, che ridisegna un paesaggio che si rigenera naturalmente diventando una risorsa anche economica per il comune. Il nuovo paesaggio è disegnato da una serie di boschi circolari serviti da sentieri per manutenzioni e tagli, bacini di raccolta dell’acqua per l’irrigazione e ricoveri per le attrezzature agricole.”

Sono innovative anche le tecniche costruttive con l’utilizzo di terra cruda o stampa 3D, legno per le strutture orizzontali e verticali, rame ossidato o zinco per le coperture che sono state disegnate come foglie appoggiate alle murature. Per la costruzione delle nuove residenze è stato studiato un sistema di prefabbricazione che vede la struttura finale derivante da un kit di montaggio da poter riciclare a fine vita degli edifici.

La comunità multietnica che abiterà queste strutture punta a riscoprire, invece, il legame con la terra, e avrà a disposizione cibo di qualità autoprodotto e da condividere, avvalendosi di conoscenze, tradizioni e semi locali, ma combinandoli anche con quanto provenienti da altri paesi.

 

In copertina: il progetto di C+S Architects