Nome: Aeropowder
Settore: Nuovi materiali
Plus: Materiale termoisolante per gli imballaggi e per l’edilizia prodotto da scarti dell’industria avicola
Caratteristiche: Sfruttando la cheratina, proteina presente nelle piume dei polli, Aeropowder crea un materiale biodegradabile ad alto potere isolante
Vincitrice di diversi premi tra cui il Green Alley Award, Aeropowder è la startup con sede a Londra che trasforma le piume, prodotto di scarto dell’industria avicola, in un nuovo materiale biodegradabile e utilizzabile come isolante negli imballaggi.
I fondatori, Elena Dieckmann e Ryan Robinson, con background in design e ingegneria industriale lei e scienze biologiche lui, hanno impiegato anni di ricerca, tuttora in corso, per dar vita ad Aeropowder, materiale a base di cheratina, una proteina chimicamente resistente che si trova nelle piume dei polli. Queste ultime, di solito bruciate o trasformate in mangime animale di scarso valore, grazie alla loro struttura microscopica sono invece termoisolanti performanti, nonché una delle fibre naturali più leggere.
Nata nel 2016, la startup ha immesso ora sul mercato il suo primo prodotto: Pluumo, un imballaggio compostabile formato per il 95% da piume di scarto e il 5% da biobinder, un polimero di origine biologica. Le piume scartate, trasformate in un tessuto isolante, vengono coperte da una fodera compostabile per alimenti. Pluumo è pensato per isolare cibo deperibile e rimpiazzare il polistirene nelle spedizioni e negli acquisti online di generi alimentari.
“Anche se la produzione è oggi localizzata in Danimarca, le richieste arrivano da tutta Europa”, spiega Elena Dieckmann, “e non sono solo da parte dei consumatori, ma anche da produttori di pollame che hanno un surplus di piume. La produzione di carne di pollo infatti genera un enorme spreco, pari solo nel Regno Unito a 2.000 tonnellate di piume di scarto ogni settimana”.
Un altro settore in cui Aeropowder vede significative prospettive di utilizzo per i suoi prodotti è quello degli isolanti edili. Le piume, grazie alle loro proprietà termoisolanti, infatti, potrebbero essere usate per sostituire il poliuretano, prodotto chimico non rinnovabile e non biodegradabile.