In occasione di Stockholm+50 - il meeting della Nazioni Unite che si tiene il 2 e 3 giugno 2022, per i 50 anni della prima conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente umano svoltasi nel 1972 – il think-tank internazionale Chatham House ha pubblicato la sua Roadmap globale per un’economia circolare inclusiva. Un approccio capace di offrire soluzioni sistemiche alla tripla crisi ambientale del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento, così come una via verso uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
Questo è un estratto del documento.
Così l'economia circolare può soddisfare i bisogni globali
La transizione globale verso un'economia circolare non è fine a se stessa, ma è un mezzo per affrontare alcune delle principali cause del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell'inquinamento. Ripensando al modo in cui produciamo, consumiamo e gestiamo i materiali e riprogettando i sistemi di produzione e consumo, possiamo ridurre le pressioni sugli ecosistemi critici. Inoltre, concentrandosi non solo sui materiali e sulle questioni ambientali, ma ugualmente sui bisogni umani e sui mezzi di sussistenza sostenibili, sul lavoro dignitoso e sulla giustizia sociale, la transizione circolare può dare un contributo importante allo sviluppo umano, alla riduzione della povertà e al miglioramento del benessere delle persone in tutto il mondo.
Un aiuto per la mitigazione climatica
Circa il 45% delle emissioni globali di gas serra non può essere ridotto con le sole energie rinnovabili: serve un cambiamento nel modo in cui utilizziamo il suolo e nel modo in cui produciamo e consumiamo. Ridurre la domanda di materie prime, utilizzare i materiali in modo più efficiente e adottare approcci circolari sono strategie fondamentali per raggiungere il target Net Zero entro la metà del XXI secolo, in linea con l'Accordo di Parigi del 2015. Nel VI Assessment Report (AR6) del WG III dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) sulla mitigazione dei cambiamenti climatici, pubblicato nell'aprile 2022, l'economia circolare è menzionata per la prima volta come una soluzione per la mitigazione del cambiamento climatico, applicabile a molti settori dell'economia. È considerata un "megatrend trasformativo", insieme alla digitalizzazione e alla sharing economy, che ha il potenziale di rimodellare le catene del valore e guidare l'innovazione verso una maggiore efficienza nell'erogazione dei servizi. L'IPCC riconosce inoltre che sia le pratiche di condivisione che le economie circolari sono molto diffuse nei paesi in via di sviluppo, dove il riuso, la riparazione, la raccolta dei rifiuti e il riciclo costituiscono il nucleo di molte economie informali.
Un guadagno per la biodiversità
L'International Resources Panel dell'UNEP stima che l'estrazione e il trattamento delle risorse siano una delle cause alla base del 90% della perdita di biodiversità e degli impatti dello stress idrico.
L'economia circolare offre una gamma di soluzioni con impatti ambientali positivi che in definitiva vanno a vantaggio anche della biodiversità. Questi includono minori emissioni e livelli di inquinamento, una migliore produttività e salute del suolo attraverso tecniche di rigenerazione, coltivazioni idroponiche, vertical farming, ridistribuzione del cibo in eccesso e valorizzazione dei rifiuti organici mediante bioraffinazione o compostaggio. Le soluzioni di economia circolare supportano quindi il Global Biodiversity Framework post-2020 sviluppato dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica.
Prevenzione dell'inquinamento
L'inquinamento è uno dei principali fattori di perdita di biodiversità e sta diventando un rischio crescente per la salute umana e i mezzi di sussistenza. Ha inoltre un impatto sproporzionato sui paesi in via di sviluppo e sulle popolazioni vulnerabili, che spesso diventano i destinatari di traffici illegali di rifiuti o sono costrette a vivere in prossimità di fonti di inquinamento. Gli accordi multilaterali del 2022 hanno riconosciuto il ruolo dell'economia circolare nella prevenzione dell'inquinamento. All'ultima conferenza UNEA 5.2, convocata nel marzo 2022 a Nairobi, i governi hanno adottato una risoluzione per un trattato globale sull'inquinamento da plastica, in cui le soluzioni circolari svolgeranno un ruolo chiave negli sforzi per ridurre i rifiuti in plastica dispersi nell'ambiente.
La risoluzione UNEA 5.2 è un buon esempio di azione multilaterale, anche se gli attuali sforzi multilaterali per affrontare le crescenti e multiple crisi di inquinamento rimangono frammentari.
Un contributo allo sviluppo globale
È necessario collegare meglio le soluzioni dell'economia circolare e gli sforzi per lo sviluppo globale.
L'economia circolare può migliorare in modo tangibile l'approccio allo sviluppo umano, che tiene troppo poco conto della sostenibilità ambientale. Tra 400.000 e 1 milione di persone muoiono ogni anno nei paesi in via di sviluppo a causa di malattie legate alla cattiva gestione dei rifiuti. Le soluzioni di economia circolare possono ridurre significativamente l'inquinamento e la cattiva gestione dei rifiuti che colpisce la salute delle comunità in tutto il mondo, in particolare quella di donne e bambini.
Le soluzioni circolari saranno quindi essenziali per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) in materia di salute e benessere, riduzione delle disuguaglianze e sradicamento della povertà. Inoltre, nel contesto dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, l'allineamento dell'economia circolare con l'agenda per il lavoro dignitoso può creare posti di lavoro e mezzi di sussistenza di qualità superiore, nonché un accesso migliore e conveniente a beni e servizi essenziali.
Una prospettiva sociale sull'economia circolare è incentrata sulla soddisfazione dei bisogni e sul benessere come obiettivi centrali dell'attività economica. In questo approccio, l'attenzione si estende dalla produzione di massa di beni e servizi che si presume soddisfino i bisogni, per concentrarsi invece prima sui bisogni, per poi determinare quali tipi di prodotti, servizi, relazioni e istituzioni aiuteranno a soddisfarli. Pertanto, una transizione verso un'economia circolare inclusiva e con un forte radicamenti sociale potrebbe aiutare a soddisfare i bisogni in modi più efficienti sotto il profilo delle risorse.
Immagine: Agence Olloweb (Unsplash)