Non ci sono dubbi. L’economia circolare è stata un pilastro della Commissione e del Parlamento Ue uscente. “La forza politica di questa idea è evidente”, spiega Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea, di fronte a una platea di politici e businessman nell’aula strapiena dell’edificio Schuman a Bruxelles riunitisi per la CE Stakeholder Platform Conference, l’evento annuale organizzato dalla Commissione e dal Comitato economico e sociale europeo. “Abbiamo davvero raggiunto importanti risultati. Il senso dell’urgenza di questa trasformazione è reale in Europa. Lo vediamo con i giovani nelle strade che cercano soluzioni per il cambiamento climatico. E l’economia circolare è una delle soluzioni […] Che può creare molti posti di lavoro e miliardi di euro di valore aggiunto. Ed è necessaria per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs).”
Al centro dei lavori della Piattaforma, che sempre più è un ingranaggio fondamentale della CE europea la valutazione dei risultati del Piano di Azione economia circolare e la definizione delle sfide aperte per aprire la strada a un’economia circolare competitiva e neutrale dal punto di vista climatico, dove la pressione sulle risorse naturali e di acqua e sugli ecosistemi è ridotta al minimo.
“Tre anni dopo l’adozione, il Piano d’Azione per l’economia circolare può essere considerato completato”, afferma Daniel Calleja Crespo, DG Ambiente della Commissione Ue. “Le sue 54 azioni sono state consegnate o implementate, come documenta l’ultimo report disponibile” (pubblicato il 4 marzo 2019, nda). Secondo i risultati della relazione, l’attuazione del Piano d’Azione per l’economia circolare ha realmente accelerato la transizione verso un’economia circolare. Nel 2016, i settori rilevanti per l’economia circolare hanno impiegato più di quattro milioni di lavoratori, un aumento del 6% rispetto al 2012. La circular ha anche aperto nuove opportunità di business, dando origine a modelli di business inediti e sviluppando nuovi mercati, a livello nazionale e al di fuori dell’Ue. Nel 2016 le attività circolari come riparazione, riutilizzo o riciclaggio hanno generato un valore aggiunto di quasi 147 miliardi di euro, con un investimento di circa 17,5 miliardi di euro. In Europa, il riciclaggio dei rifiuti urbani nel periodo 2008-2016 è aumentato e il contributo dei materiali riciclati alla domanda complessiva di materiale presenta un miglioramento continuo. Tuttavia, in media, i materiali riciclati soddisfano solo meno del 12% della domanda europea. A ciò fa eco una recente relazione di uno degli stakeholder (Circle Economy) che suggerisce che la piena circolarità si applicherebbe solo al 9% dell’economia mondiale, lasciando vaste aree di miglioramento. “Una lunga strada e una sfida che può dare all’Europa un importante primato competitivo, aggiunge Timmermans. Il vicepresidente Jyrki Katainen, responsabile per l’occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, ha dichiarato: “Questo rapporto è molto incoraggiante. Dimostra che l’Europa è sulla buona strada nella creazione di investimenti, posti di lavoro e nuove imprese.”
Gli argomenti trattati sono molteplici, dal food ai fertilizzanti, dalla comunicazione al ruolo delle città. Ovviamente accesissime le discussioni sul tema plastica, al centro dell’attenzione dell’industria e dei legislatori. Per i detrattori della direttiva plastiche ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio. Ma per molti dei presenti è fondamentale agire per fermare la contaminazione di microplastiche e per sostenere l’innovazione nei biomateriali e nei materiali riciclati.
Per Joss Blériot, direttore della Ellen MacArthur Foundation la sfida rimane ancora “la realizzazione di una economia circolare che sia davvero tale. Certo ci vorrà un po’di tempo perché questa idea diventi primaria. In una certa misura si potrebbe sostenere che la discussione intorno all’economia circolare sia stata generata dagli attori tradizionali che si occupavano di gestione dei rifiuti quindi è normale che per il momento sia ancora posta in questi termini. Ma penso che se potessimo concentrarci sul potenziale d’innovazione dei nuovi materiali, di nuovi modelli di business, con focus su settori ed aree specifiche potremo accelerare questa transizione”.
Le discussioni si sono dilungate anche fuori dai saloni della Commissione e del CESE. In uno dei tanti eventi serali si è dibattuto a lungo sul ruolo della prossima commissione. Per Simona Bonafè, eurodeputata del Partito Democratico Italiano, serve continuare il lavoro bipartisan svolto. “Sperando che i sovranisti non si mettano di mezzo con le loro idee poco green.” Per altri intervistati le questioni centrali della prossima legislatura saranno l’ecodesign e la misurabilità della circolarità nei business, partendo da un’applicazione diffusa della LCA. La Commissione ha incaricato le organizzazioni europee di normazione di sviluppare criteri orizzontali per misurare la durabilità, la riusabilità, la riparabilità, la riciclabilità e la presenza di materie prime critiche. Questi criteri dovranno essere applicati in standard esistenti (come EU Ecolabel) e nuovi in tutta l’unione. Servirà inoltre chiudere il cerchio riguardo alla plastica e rafforzare il Pacchetto per l’economia circolare. “Servirà anche collaborare sempre di più con paesi extra europei. Noi oggi abbiamo numerose missioni commerciali dove insieme a grandi imprese europee valutiamo il potenziale dell’economia circolare e creiamo opportunità di investimento e collaborazione”, aggiunge Daniel Calleja Crespo. “Non possiamo fare il lavoro da soli. Avere partner in Africa e America Latina è fondamentale.” La sfida europea continua. Nella speranza che il prossimo Parlamento e Commissione possano essere ancora più audaci e colgano il messaggio di accelerazione dei processi di rigenerazione della nostra economia. E che il CESE possa continuare a fare l’ottimo lavoro di coordinamento e consultazione che ha svolto fino a oggi.
Elenco dei partecipanti alla stakeholder Conference 6-7 marzo 2019, https://circulareconomy.europa.eu/platform/sites/default/files/ce_stakeholder_conference_2019_list_of_participants.pdf
Report della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni, 4 marzo 2019;