Parte da Venezia, sede della Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua, la nuova campagna UNESCO che chiama a raccolta le giovani generazioni come ambasciatrici dell’acqua, elemento centrale di qualsiasi politica di sviluppo sostenibile, presente e futura.
Dai Musei dell’Acqua all’Agenda 2030
Il pianeta vive oggi una crisi idrica senza precedenti che non farà che peggiorare nel prossimo futuro. Di recente è stato evidenziato non solo quanto sia lontano il raggiungimento dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile n. 6 (“acqua pulita e igiene”), ma di tutti i 17 obiettivi dell’Agenda 2030. Come sottolinea Abou Amani, Direttore della Divisione di Scienze Idrologiche dell’UNESCO e Segretario del Programma Idrologico Intergovernativo (UNESCO-IHP), “l’acqua è trasversale a tutti gli SDGs e dunque è l’elemento centrale su cui deve puntare ogni politica di sviluppo”.
Da qui parte la nuova campagna di comunicazione, rivolta in particolare ai giovani, battezzata “L’acqua che vogliamo” (The Water We Want). La Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua, che ha oggi sede a Venezia, sarà una delle “flagship initiatives” della campagna, con il compito di coordinare istituzioni museali ed educative di tutto il mondo per promuovere l’educazione a un uso più consapevole della risorsa più preziosa sul pianeta.
Un appello alle nuove generazioni
In questo caso specifico, alla consueta attenzione per il concetto di patrimonio da tutelare, che sia culturale o naturale, si aggiunge anche la necessità di puntare i riflettori sullo sviluppo sostenibile. L’acqua è infatti patrimonio naturale ed elemento di riferimento per tradizioni, storie e culture in tutto il mondo. Ma è anche, anzi soprattutto, la base della vita e dalla sua qualità e disponibilità dipende la possibilità di uno sviluppo davvero equo e sostenibile.
È alle nuove generazioni che si rivolge dunque l’UNESCO, perché siano “attori responsabili del proprio futuro: a loro, infatti, spetta il non facile compito di traghettare l’umanità verso nuovi modelli di produzione e consumo”.
“La sfida raccolta dalla neonata Rete Mondiale UNESCO dei Musei dell’Acqua”, sottolinea il direttore della rete, Eriberto Eulisse, “è dunque quella di stimolare le collaborazioni virtuose tra realtà museali, educative ed economiche a livello globale per riscrivere i processi attuali di sviluppo. Solo con nuove progettualità volte a promuovere il valore insostituibile dei patrimoni acquatici naturali e culturali e contestualmente a favorire un cambiamento di mentalità nello stesso modo di concepire lo sviluppo, riusciremo a fare passi significativi nell’attuazione di un’economia verde”.