Che l’acqua di scarico debba essere depurata è un concetto ormai noto. Ma pochi sanno quanto sia complesso il processo di depurazione e quanto sia determinante per la salvaguardia dell’ambiente, per lo sviluppo di innovativi progetti di economia circolare e per affrontare i cambiamenti climatici. L’acqua e la sua “seconda vita” sono il tema dell’appuntamento di mercoledì 28 ottobre nell’ambito del Festival della Scienza (quest’anno, naturalmente, in versione digitale).
A partire dalle ore 18.00, in streaming, il presidente e il direttore generale del Gruppo CAP, la water utility che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, racconteranno tutti i segreti del sistema acqua nell’incontro “La depurazione delle acque. Una risorsa poco conosciuta”.
L’economia circolare dell’acqua
Moderati da Federico Pedrocchi, il presidente e AD Alessandro Russo e il direttore generale di gestione Andrea Lanuzza condurranno virtualmente il pubblico in un affascinante percorso alla scoperta di uno dei presidi ambientali più importanti per salvaguardare i nostri territori: la depurazione dell’acqua.
“Il Gruppo CAP depura ogni anno circa 318 milioni di metri cubi di acqua, più di 6 volte di quella del Lago di Garda - spiega Alessandro Russo - Un flusso importante, che proviene da 6.400 km di rete fognaria e che rappresenta una risorsa molto preziosa, da riutilizzare in ottica di economia circolare. Dal ciclo di depurazione, infatti, si estraggono i fanghi, materiale ricco di sostanze organiche da cui produrre, attraverso l’impiego dei nostri digestori anaerobici, il biometano e bio-fertilizzanti”.
L’acqua che arriva nella rete fognaria contiene, infatti, diversi elementi che possono essere recuperati nel processo di depurazione. Prima di tutto fosforo e azoto, riutilizzati nell’industria chimica, ma anche cellulosa, derivante banalmente dalla carta igienica, oggetto di un progetto di simbiosi industriale che coinvolge Novamont, leader italiano nel settore dei Chemicals, e CAP nella sperimentazione del butandiolo, elemento alla base della produzione di bioplastiche.
Depurazione al servizio degli ecosistemi
“L’acqua viene ripulita per essere immessa nuovamente nell’ecosistema ambientale attraverso fiumi, laghi, bacini. Da qui la necessità di adeguare la depurazione ai più alti standard tecnologici, investire risorse e competenze anche in ottica di sinergia industriale per offrire un servizio sempre più efficiente e sostenibile”, spiega Andrea Lanuzza.
Tecnologie avanzatissime vengono dunque utilizzate da Gruppo CAP anche per individuare inquinanti e scarichi illegali in tutta la rete idrica. Si tratta di veri e propri “detective elettronici”, che adottano la tecnologia sviluppata dall’azienda israeliana Kando: sensori applicati in prossimità delle reti fognarie in grado di identificare la provenienza delle sostanze tossiche e di smascherare eventuali scarichi illeciti, che potrebbero compromettere il funzionamento dei depuratori e tutto l'ecosistema del patrimonio idrico.
Acqua depurata per l’agricoltura
L’acqua depurata è una risorsa quanto mai preziosa, in particolare per l’agricoltura, sempre più minacciata dai cambiamenti climatici. Una soluzione strutturale per un settore che impiega una grande quantità di acqua, sfruttando in genere soprattutto quella di fiumi, laghi, bacini e sorgenti che compongono il nostro patrimonio idrico e che sono particolarmente esposte agli effetti della crisi climatica. L’impegno di Gruppo CAP anche in questo caso è importante: ridurre entro il 2033 gli sprechi di acqua potabile (stimati in 20 milioni di metri cubi), incentivando l’utilizzo di acqua depurata per usi come irrigazione e pulizie delle strade, passando dagli attuali 750mila metri cubi a ben 6 milioni di metri cubi. Un traguardo ambizioso che la utility pubblica intende raggiungere attraverso l’innovazione e la ricerca applicata ai settori del sistema idrico integrato: acquedotto, depurazione e sistema fognario.
È possibile seguire l’incontro collegandosi al link sul sito del Festival della Scienza.