“L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso”, diceva la poetessa canadese Anne Carson. Oggi questo discorso si può applicare al viaggiare stesso. Il turismo consumista, massificato, dei buffet a elevati tassi di spreco, del lusso volgare e super impattante, delle carovane di motociclette sui passi alpini, dei mega hotel nei parchi naturali, ha fatto il suo tempo. Serve un cambiamento. E serve farlo nella congiuntura economica più complessa di sempre. Nel 2019 si sono registrati 1,5 miliardi di arrivi turistici, un aumento del 4% rispetto all’anno precedente. Un trend ovviamente arrestato dalla crisi economica legata al Covid-19, che ha colpito duramente tutto il settore turistico, dalle linee aeree al settore dell’ospitalità. Secondo L’UNWTO sono a rischio oltre 55 milioni di posti di lavoro (e tanti sono già stati persi). Gli operatori di settore devono affrontare una grave crisi di liquidità. Le restrizioni ai viaggi hanno portato a un calo del 97% negli arrivi di turisti internazionali in aprile, mentre nel periodo compreso tra gennaio e aprile 2020 gli arrivi di turisti internazionali sono diminuiti del 44%, traducendosi in una perdita di circa 195 miliardi di dollari di entrate dal turismo internazionale. Numeri destinati a triplicare, poiché, al momento di andare in stampa, non erano ancora disponibili i dati da maggio a luglio a livello globale. “Il massiccio calo del numero di turisti minaccia posti di lavoro ed economie. È quindi fondamentale che il riavvio del turismo sia una priorità e venga gestito in modo responsabile, proteggendo i più vulnerabili e mettendo la salute e la sicurezza tra le priorità del settore», ha dichiarato in luglio il segretario generale dell'UNWTO, Zurab Pololikashvili. “Chiediamo nuovamente un forte sostegno pubblico al settore al fine di proteggere posti di lavoro e imprese.”
La crisi può però essere un’opportunità, perché il dopo non sia come prima. Da un lato turisti e viaggiatori hanno riscoperto il turismo di prossimità, le destinazioni secondarie, i piaceri del cicloturismo e del turismo lento. Dall’altro gli enti turistici e i tanti operatori possono cogliere le opportunità dei piani anticrisi, dal Green Deal dell’Unione europea ai nuovi prestiti agevolati di banche come BNP-Paribas o Intesa San Paolo per la decarbonizzazione e l’introduzione di politiche circular all’interno dell’azienda. Certo serve sicuramente, vista la mancanza di liquidità, un forte ruolo del pubblico, come lo stesso Pololikashvili ricorda. Serve altrettanto, però, visione, coraggio e capacità di cogliere nuovi trend emergenti.
In questo numero di Materia Rinnovabile abbiamo cercato di mostrare come si può accelerare la transizione da lineare a circolare del settore turistico, raccontando di turismo lento e rigenerativo, con l’intervista a Kelly Bricker, dell’University of Utah e numerosi casi studio da tutto il mondo. Un turismo che può anche servire come strategia per proteggere le foreste, racconta Rudi Bressa, prendendo per esempio i casi della foresta di Tampopata, in Perù. Oppure per tutelare la montagna, insegnando ai viaggiatori a rispettarla, ad attraversarla in lentezza, evitando mezzi motorizzati o lo sci a ogni costo, anche quando la neve non c’è, come illustra il bellissimo fotoreportage sulla neve artificiale di Marco Zorzanello. Ovviamente non potevamo non occuparci di plastic-free, cortesie negli hotel e sui voli aerei e in generale dello sforzo del mondo dei viaggi di adottare politiche di circular economy (anche se come vedrete c’è ancora parecchia strada da fare) nel procurement e nei prodotti di consumo. Sui trasporti abbiamo invece voluto fare il punto sui biocarburanti per il settore aereo e le innovazioni (a base idrogeno) per il settore ferroviario. E come curiosità raccontiamo i Circular Economy Tours, dove l’esperienza è proprio quella di sperimentare la circolarità.
Dalle tante interviste emerge indubbiamente un fermento interessante, una voglia di cambiare rotta e fare di questa crisi un’opportunità: sarà la forza che farà ripartire un settore centrale e attraversare rapidamente la cupa valle della crisi economica incombente?
Il viaggiatore leggero. Il nuovo turismo sarà circolare?
#32 - 2020 Turismo sostenibile