Il mondo delle banche e della finanza si attiva per creare sistemi alimentari equi e sostenibili per tutte le popolazioni della Terra. Lo ha annunciato il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) in occasione del pre-Vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari tenutosi nei giorni scorsi a Roma. All’evento hanno partecipato Daniele Franco, ministro italiano delle finanze, Karina Gould, ministra canadese dello sviluppo internazionale, e Arkhom Termpittayapaisith, ministro tailandese delle finanze, oltre a rappresentanti della Banca Africana di Sviluppo (AfDB), di Coller Capital, dei Fondi fiduciari per l’Agricoltura (FIRA) e dell’Organizzazione Panafricana degli Agricoltori (PAFO).
L’IFAD, insieme ai partner Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Agenzia Francese di Sviluppo (AFD), ha presentato il progetto di una nuova coalizione che intende riunire le banche pubbliche di sviluppo (PDBs) di tutto il mondo per collaborare con governi, istituti di ricerca, settore pubblico e privato per lo sviluppo sostenibile del settore agroalimentare.
Le banche pubbliche di sviluppo e i finanziamenti al settore agroalimentare
Le banche pubbliche di sviluppo sono istituzioni finanziarie controllate o finanziate dai governi centrali o locali che mirano a realizzare obiettivi di politica pubblica per finanziare lo sviluppo economico di un paese o di una regione.
Attualmente, le banche pubbliche di sviluppo forniscono circa due terzi dei finanziamenti destinati all’agricoltura. Secondo uno studio che sarà presto pubblicato dall’Istituto della Nuova Economia Strutturale e dal l’Agenzia Francese di Sviluppo, si calcola che i loro investimenti annuali ammontino complessivamente a 1400 miliardi di dollari.
Il ruolo della finanza e degli investimenti delle banche – spiegano dall’IFAD – sarà fondamentale per cambiare il modo in cui coltiviamo, lavoriamo, distribuiamo e consumiamo il cibo, trasformando l’attuale sistema, iniquo e insostenibile per l’ambiente, in un nuovo paradigma rispettoso della biodiversità e della dignità dei lavoratori. Per farlo, si stima che saranno necessari investimenti di circa 350 miliardi di dollari all’anno almeno per il prossimo decennio, ma questo potrebbe avere un effetto moltiplicatore sull’economia, arrivando a generare fino a 5700 miliardi di dollari all’anno.
“Le banche pubbliche di sviluppo fanno già investimenti significativi nel settore alimentare e nell’agricoltura. Se convogliamo e riorientiamo quegli investimenti per promuovere la transizione verso sistemi alimentari più equi e sostenibili, potremmo fare davvero la differenza”, ha dichiarato Gilbert F. Houngbo, presidente dell’IFAD. “C’è bisogno che le banche pubbliche di sviluppo prendano parte a un’azione decisa, condivisa e risolutiva su scala globale, se vogliamo che i sistemi alimentari funzionino a beneficio di tutti, in particolare delle persone più povere che vivono nelle aree rurali e coltivano buona parte degli alimenti che consumiamo.”
La prima azione concreta della coalizione sarà la creazione di una piattaforma che consenta alle banche pubbliche di sviluppo di condividere successi ed esperienze, e faciliti la cooperazione tecnica e la nascita di partenariati innovativi.
“Il sistema finanziario mondiale dispone di risorse che potrebbero essere sfruttate per porre rimedio alle ingiustizie e alle inefficienze dei nostri sistemi alimentari, riducendo al tempo stesso il loro impatto nocivo sul pianeta - ha concluso Houngbo - Abbiamo bisogno di protagonisti influenti, con la determinazione politica e la volontà di stabilire una nuova agenda e la disponibilità finanziaria necessaria a realizzarla.”