L’espressione “sostenibilità” è strettamente correlata alle foreste. La parola entrò in uso nel 1713 quando il direttore delle operazioni minerarie Carl von Carlowitz, di Freiberg in Sassonia, pubblicò il trattato sulla silvicoltura Sylvicultura oeconomica, nel quale veniva discusso per la prima volta il principio di “uso continuativo e sostenibile”. Von Carlowitz coniò il termine in un momento in cui in molte parti d’Europa c’era bisogno di grandissime quantità di legno per le attività di scavo in miniera e per la fusione dei minerali grezzi. I dintorni delle città minerarie venivano gradualmente deforestati. La scarsità di legno era una minaccia incombente. Nel suo Sylvicultura oeconomica Von Carlowitz sosteneva che occorreva conservare le foreste raccogliendo una quantità di legno non superiore alle capacità naturali di rigenerazione dello stesso.

Oggi le foreste stanno assumendo un ruolo fondamentale nella settore della bioeconomia: forniscono materiali (legno e non-legno), bioenergia, oltre a una moltitudine di altri servizi di regolazione dell’ecosistema, tra i quali il più importante è l’assorbimento dell’anidride carbonica. Senza dimenticare i servizi culturali ecosistemici. Una serie di innovazioni nella gestione sostenibile e nei processi chimici che rendono le foreste una risorsa sempre più rilevante in tutto il mondo.

Abbiamo discusso dello sviluppo futuro del settore forestale con Marc Palahí, direttore dello European Forest Institute, un’organizzazione internazionale fondata da 28 Stati europei, il cui obiettivo è quello di condurre ricerche e fornire supporto nell’ideazione delle politiche inerenti ai problemi dei “polmoni” della Terra.

Mr Palahí, quale sarà il ruolo delle foreste nell’economia futura in termini di prodotti e di servizi?

“Le foreste rappresentano la più importante infrastruttura biologica presente sul pianeta: sono il bacino primario di assorbimento dell’anidride carbonica, la principale sede di biodiversità sulla terraferma, la più importante fonte terrestre di ossigeno e svolgono un ruolo cruciale nella formazione delle precipitazioni. Sono anche fondamentali per migliorare la resilienza di comunità rurali e urbane perché hanno un effetto positivo su acqua, suolo e biodiversità che sono risorse indispensabili per il sostentamento della vita sul nostro pianeta.

Il secondo ruolo fondamentale delle foreste, legato alla nostra economia, è che rappresentano la principale fonte di risorse biologiche rinnovabili non alimentari. Queste risorse possono essere trasformate in materiali diversi, morbidi come il cotone o resistenti come l’acciaio. Si possono ottenere prodotti di base in grado di sostituire quelli ambientalmente sorpassati di origine fossile in settori industriali, come l’edilizia, il tessile, quello delle plastiche o delle sostanze chimiche. Quindi le foreste sono importantissime per un’economia circolare che rispetti i limiti del pianeta.”

La tecnologia permette di utilizzare tutte le parti di un albero?

“In paesi come la Finlandia e la Svezia grazie a tecnologie avanzate riusciamo a utilizzare tutte le parti di un albero e le sue componenti, cellulosa e lignina. Se da molti anni la cellulosa viene trasformata in molti prodotti diversi, oggi siamo in grado di usare anche la lignina come base per la fibra di carbonio (LCF- Lignin-based carbon fiber). Così in un futuro prossimo saremo in grado di avere automobili e aeroplani fatti di fibra di carbonio derivata dal legno.”

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Il legno viene anche usato per produrre energia. Secondo lei sarebbe meglio usarlo per produrre materiali?

“Oggi la bioenergia ricavata dalle foreste gioca oggi un ruolo importante a livello europeo e continuerà a farlo nel futuro prossimo.”

Quindi il legno è un combustibile di transizione?

“È una fonte di energia transitoria: penso che a lungo termine il settore energetico possa essere completamente decarbonizzato. Il passaggio all’energia pulita è già iniziato e sta progredendo molto velocemente. Credo che il ruolo fondamentale delle foreste nell’economia futura sarà quello di sostituire alcuni materiali.”

L’edilizia è un settore chiave in cui il legno può diventare un materiale di primo livello.

“Attualmente gli edifici in legno rappresentano solo il 10% del mercato totale in Europa, ma naturalmente la tecnologia sta progredendo molto rapidamente. Oggi con il legno si possono costruire grandi edifici, alti come quelli di acciaio. Costruire con il legno è positivo per il clima perché si sequestra CO2 dall’atmosfera e la si immagazzina per un lungo periodo di tempo. Inoltre utilizzando il legno al posto di calcestruzzo e acciaio si riduce sostanzialmente (del 50%) l’impronta di carbonio di un edificio. La sfida è a livello legislativo: tuttora in molti Paesi non è permesso costruire edifici di legno alti più di 2 o 3 piani.”

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La gestione delle foreste è fondamentale per la loro conservazione, anche per un uso economico. Quale potrebbe essere il piano globale perfetto al riguardo?

“A livello europeo abbiamo una storia di successo. Negli ultimi 30 anni la superficie delle foreste è aumentata di un’area pari al triplo della Svizzera, con un incremento della quota di alberi in crescita e una maggiore biodiversità. Però ai tropici e in altre regioni del pianeta, le foreste non sono state competitive come l’agricoltura o altre forme di utilizzo del terreno. Per questo la deforestazione non si ferma: gli agricoltori guadagnano di più con la soia o altre coltivazioni. Con dei buoni investimenti possiamo ribaltare la situazione. E se la bioeconomia vuole avere successo dobbiamo investire in biodiversità, perché questo garantisce la resilienza delle risorse biologiche a lungo termine. Per farlo abbiamo bisogno di forti politiche e investimenti per promuovere la silvicoltura.”

Quale ruolo possono avere le organizzazioni internazionali?

“Sono necessarie per fermare la deforestazione e per promuovere piani di ri-forestazione. Grazie alla bioeconomia forestale possiamo recuperare più di un miliardo di ettari. Questo rappresenterà una soluzione forte per contrastare i cambiamenti climatici promuovendo allo stesso tempo i prodotti biobased. Quando si sarà creata una catena di valore, si potranno distribuire ricchezza e occupazione. Abbiamo bisogno di un obiettivo chiaro: stabilire un prezzo per le emissioni di carbonio, una politica molto chiara per stimolare il mercato. Ma dobbiamo smettere di elargire sussidi per i prodotti fossili.”

European Forest Institute, www.efi.int/portal