Produrre bottiglie in plastica sfruttando le emissioni di anidride carbonica da oggi si può. Lo ha reso possibile una collaborazione tra LanzaTech, Total e L’Oreal che ha creato un processo a tre step per convertire le emissioni industriali di carbonio in un packaging sostenibile per cosmetici.
Etanolo: il primo passo di un processo circolare
La tecnologia prevede tre step, ognuno dei quali gestito da un partner.
LanzaTech cattura le emissioni di anidride carbonica, in questo caso provenienti da un’acciaieria, tramite tecniche CCU – Carbon Capture and Utilization – e le converte in etanolo. Contrariamente a quanto avviene nei processi fermentativi, esplicati da lieviti la cui fonte di carbonio sono gli zuccheri, il bioetanolo prodotto dalla società neozelandese sfrutta batteri acetogenici. Questi microorganismi sono in grado di vivere autotroficamente su substrati di CO2 e H2 e, quindi, capaci di usare l’anidride carbonica come fonte di energia. L’etanolo si forma come prodotto collaterale del loro metabolismo, che si ipotizza essere uno dei più antichi mai esistiti sulla Terra. LanzaTech utilizza ceppi del genere Clostridium non modificati e ottenuti da anni di ricerche volte a selezionare i batteri più performanti in termini di produzione di etanolo e fitness. Prodotto l’etanolo, il testimone passa nelle mani di Total.
Dall’etilene al mercato: genesi di un flacone
L’etanolo così ottenuto viene convertito in etilene grazie a un innovativo processo di disidratazione sviluppato da Total in collaborazione con IFP Axens. Successivamente, l’etilene è polimerizzato in polietilene, che presenta le stesse caratteristiche fisiche del polietilene generato da fonti fossili. A questo punto, L’Oreal si occupa di trasformare il materiale in packaging riciclato e riciclabile.
La partnership tra le tre aziende si concretizza con la realizzazione di un flacone, ma, soprattutto, con la promozione di sinergie, senza le quali virtuosi progetti di sostenibilità rimarrebbero astratti. La chiave, ancora una volta, è il dialogo.