Adottare i principi dell'economia circolare potrebbe trasformare il mondo dell’edilizia Oggi gli edifici vengono regolarmente dismessi e demoliti, e i nuovi edifici costruiti con materie prime pagate a caro prezzo. Dato che l'industria delle costruzioni è responsabile di circa un terzo dei rifiuti totali generati nell'UE, è urgente ripensare l’intero settore. Materia Rinnovabile ha discusso la questione con David Cheshire, direttore sostenibilità della società di infrastrutture AECOM e autore di “Building Revolutions” (la seconda edizione sarà pubblicata a breve), una delle prime pubblicazioni che affronta l’argomento dell’edilizia circolare, insieme al libro seminale “Material Matters”. Cheshire ha recentemente lanciato, con l'Università di Sheffield, un nuovo strumento per aiutare progettisti e costruttori. “Regenerate” è un segnale importane di quanto il settore edile sia oggi interessato all’economia circolare.
Perché costruire “circolare”?
L'idea è di mantenere il valore degli edifici in termini di risorse il più a lungo possibile, si spera indefinitamente. Favorire la manutenzione, la riqualificazione e la rigenerazione degli edifici esistenti è la priorità. Ma se stiamo costruendo un nuovo edificio dobbiamo progettarlo pensando ad una durata di vita molto lunga e ipotizzando che possa essere adattato a molteplici usi.
Come fare?
La prima regola è il design per il fine vita dell’edificio. Partendo dal presupposto che tutti gli edifici avranno un fine vita ad un certo punto, dobbiamo essere in grado di pensare a come smontare i componenti dell’edificio, ricondizionarli e riutilizzarli in altre costruzioni. Se questo non è possibile, come ultima risorsa possiamo garantire che i componenti e i materiali possano essere riciclati o reimmessi nella biosfera se si tratta di materiali di origine organica. Per fare ciò dobbiamo progettare edifici a strati. Si deve essere in grado di “pelare” i diversi strati dell'edificio in modo da poterlo rinnovare continuamente, per estendere la sua vita, recuperando i pezzi rimossi.
In secondo luogo, eliminare lo scarto e il consumo di materie prime. Abbiamo bisogno di edifici snelli in termini di risorse utilizzate (dato che non possiamo continua a saccheggiare materie prime), selezionando materiali sostenibili e di qualità, che si adattino alla durata della vita dell’edificio.
Terzo: diversificare i modelli di business. Non basta costruire e vendere. Piuttosto si possono adottare modelli pay-per-use per impianti, spazi, materiali. Mitsubishi ha un modello di business legato agli ascensori, dove gli inquilini pagano per le prestazioni. In questo modo non si pagano costi di capitale, ma solo i costi operativi. Di fatto, i proprietari di immobili stipulano comunque un contratto con un operatore di ascensore. Quindi perché non andare direttamente a pagare per l'uso di materiale e servizi? In questo modo i benefici sono reciproci.
Dopo che il suo libro è stato pubblicato, ha effettivamente visto una trasformazione nell'approccio alle costruzioni nel Regno Unito?
È ancora troppo presto per dirlo. Ma dopo l'uscita del libro nel 2016, la Greater London Authority ha pubblicato una nuova strategia territoriale per l'intera Londra che includeva l’economia circolare come policy obbligatoria per le nuove costruzioni. In pratica, si richiede che tutti i nuovi edifici abbiano una dichiarazione di economia circolare. Anche la Scozia e il Galles hanno politiche di economia circolare integrate nella loro politica di sviluppo. Ci sono vari casi studio e innovazioni davvero entusiasmanti.
Mi colpisce molto il concetto di adattabilità…
Per capire cosa significa edificio adattabile, abbiamo osservato edifici che sono sopravvissuti per oltre 100 anni e ci siamo chiesti: quali sono gli aspetti comuni che li rendono maggiormente adattabili? Primo: la forma rettangolare. Con linee pulite e semplici si prestano per una molteplicità di usi. Possono essere ampliati sia verso l'alto che lateralmente, molto più facilmente di un edificio di forma complessa. Secondo: il posizionamento dei nuclei strutturali, in modo da assicurare che le scale o gli ascensori abbiano spazio extra e non debbano essere spostati se si vogliono fare modifiche importanti. Terzo: un buon uso della luce. Nel Regno Unito, ci sono un sacco di magazzini vittoriani con buone percentuali di superficie vetrata (30%) che possono essere facilmente riutilizzati. Tutti gli edifici dovrebbero avere queste caratteristiche per essere facilmente adattabili a diversi usi.
Con l'Università di Sheffield avete lanciato un nuovo strumento per l’edilizia circolare: Regenerate. Di cosa si tratta?
È uno strumento decisionale da impiegare nella fase iniziale di progettazione. È un processo simile a quello richiesto dalla Great London Authority per le nuove costruzioni. Si tratta di una serie di domande come: c’è un edificio preesistente sul sito? puoi rinnovarlo? Puoi recuperarne i componenti? L'obiettivo è far sì che le persone inizino a pensare in un’ottica più circolare. Regenerate è costituito da una serie di Criteri di Circolarità (CC), suddivisi in quattro categorie: progettazione per l'adattabilità; progettazione per il disassemblaggio; materiali circolari; efficienza delle risorse. Questi criteri vengono quindi applicati ai livelli principali dell'edificio: sito, struttura, rivestimento, servizi e spazio. Fungono sia da suggerimento per i team di progettazione, per valutare se quel CC potrebbe essere applicato in modo vantaggioso al loro edificio; sia da misura semplificata di quali CC siano stati raggiunti all'interno di un edificio.
Regenerate è pensato per incorporare la circolarità all'inizio del design. Può però essere utilizzato anche in fasi successive, ad esempio per capire come la circolarità dell'edificio cambi man mano che il design progredisce e il progetto viene completato.
È uno strumento complesso da utilizzare?
Non è necessaria una grande mole di dati o informazioni. Serve soprattutto per indirizzare decisioni strategiche nella fase iniziale, che si spera spingeranno verso un percorso circolare. È un tool semplice ma che fa capire la complessità dell’approccio. Vogliamo evitare due rischi. Il primo è che basti recuperare qualche piastrella del pavimento per fregiarsi del titolo di “edificio circolare”. Dobbiamo evitare la “falsa circolarità” e Regenerate aiuta proprio a definire tutti gli ambiti di intervento. Secondo: il rischio di essere troppo legati ai numeri e ad analisi dettagliate, che non sono veramente utili nella fase iniziale. Abbiamo lanciato Regenerate a inizio marzo 2020. Abbiamo invitato una quindicina dei nostri clienti a sottoporlo a stress test per noi e a loro è piaciuto molto. Riceviamo 3-4 richieste ogni giorno, oltre a importanti feedback positivi. Spero venga usato presto anche in Italia!