Christa Schweng è stata eletta Presidente del Comitato economico e sociale europeo (Cese) il 28 ottobre 2020, per un mandato che durerà due anni e mezzo, fino a marzo 2023. Schweng, che fa parte del Cese dal 1998, si occupa principalmente di lavoro e questioni sociali. Ora, però, avrà anche un’altra priorità: l’economia circolare. Il Cese presiede la European Circular Economy Stakeholder Platform (Ecesp), e si pone come forza trainante per le idee e attività che danno ispirazione a imprese, legislatori e società civile. In un’intervista a Materia Rinnovabile, Christa Schweng racconta lo stato dell’Unione (circolare).
L’economia circolare sarà una delle priorità del piano Next Generation EU. Quanto è importante il Recovery and resilience facility per potenziare l’economia circolare? Quali dovrebbero essere gli investimenti prioritari per l’economia circolare?
Il Recovery and resilience facility (Rrf) sarà fondamentale per potenziare l’economia circolare. È ben noto che la transizione verso la circolarità richiede investimenti considerevoli. Con i suoi 672,5 miliardi di euro, il Rrf aiuterà i paesi dell’Unione Europea ad affrontare le sfide economiche e sociali causate dalla crisi del Covid-19. Aiuterà ad anticipare l’avvento di tecnologie pulite e futuribili, ad accelerare lo sviluppo e l’uso delle rinnovabili, e a migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati.
L’inclusione degli obiettivi di economia circolare nei piani di ripresa nazionali equivale a finanziare l’uscita dalla crisi favorendo l’uso di tecnologie verdi mirate al futuro.
Il Rrf è un ottimo strumento per potenziare gli investimenti pubblici e le riforme che servono a rendere più green e circolare la nostra economia. Gli investimenti prioritari si dovrebbero focalizzare sull’incentivazione di modelli di business circolari e sul rendere più ecosostenibili tutti gli aspetti della bioeconomia, per fare in modo che la nostra produzione di cibo, materiali ed energia avvenga in maniera circolare.
Qual è stato il risultato dell’ultima European Circular Economy Stakeholder Platform? Qual è lo stato dell’economia circolare nell’Unione europea?
La piattaforma è un progetto innovativo e continuativo che è appena giunto alla fine del suo primo triennio. In quel periodo abbiamo creato un centro informativo eccezionale e un forum di discussione. Abbiamo raccolto oltre 400 esempi di buone pratiche circolari, come per esempio - per citarne giusto alcune - come trasformare i rifiuti urbani in prodotti di valore, come creare filati tessili dal sughero riciclato, e persino come creare gioielli usando vecchie monete e posate in disuso.
Abbiamo pubblicato oltre 250 report e ricerche, e più di quaranta strategie nazionali, locali e regionali. Il Gruppo di coordinamento che riunisce 24 stakeholder ha condotto oltre sessanta iniziative, instaurando gruppi guida che si occupano di svariate tematiche in maniera più approfondita. Tutto ciò confluisce nella conferenza annuale, che quest’anno si è tenuta online. C’è stato un riscontro positivo da coloro che vi hanno preso parte, e siamo desiderosi di continuare questo lavoro.
Come possiamo sviluppare un’economia circolare prosperosa, solidale ed ecosostenibile? Che ruolo avrà il Cese nel promuovere questa visione?
Il Circularity Gap Report 2020, che esamina le lacune in materia di circolarità, ha constatato che soltanto l’8,6% dell’economia globale è circolare. Io sono convinta che l’economia, la società e l’ambiente siano ormai tematiche inscindibili. È per questo che tra le priorità della mia presidenza c’è uno slancio verso un’Europa economicamente fiorente, socialmente inclusiva, ed ecologicamente sostenibile.
Trovare il giusto equilibrio tra questi tre aspetti richiede un dialogo costante tra tutte le parti interessate. Il Cese continuerà a favorire e facilitare questo dialogo - non solo attraverso la Ecesp, ma anche grazie ai nostri sforzi quotidiani su tutte le tematiche in oggetto.
Il nostro ruolo è unico grazie alla grande varietà di competenze tra i membri del Cese. Questi vantano un bagaglio professionale eterogeneo ed eccezionale esperienza sul campo, grazie a cui riescono a identificare certi dettagli nella legislazione europea che potrebbero sfuggire ai politici, i quali operano principalmente dal punto di vista di Bruxelles.
Per di più, prendere in considerazione le voci della società civile organizzata nell’esaminare il diritto Ue rende l’Europa più partecipativa. Il processo di consulta genera politiche più efficaci, che si legano meglio con le realtà economiche, sociali e civili sul campo.
La dimensione sociale non è stata presa seriamente in considerazione per quanto riguarda l’economia circolare. Perché invece è importante farlo?
Il Cese ha sempre sostenuto un piano verde e sociale, perché siamo convinti che questioni economiche e questioni sociali siano due facce della stessa medaglia. La transizione imminente avrà effetti importanti sulle tematiche sociali. Economia circolare vuol dire nuove tecnologie, nuovi modelli di business, e lavori altamente qualificati. Al contempo, in determinati settori tradizionali dell’economia, il futuro appare molto meno roseo. Dobbiamo fare in modo che le persone che lavorano in questi settori abbiano le giuste condizioni e abbastanza tempo per passare a nuovi tipi di lavoro. Una parte importante della transizione green e digitale sarà accertarsi di non lasciare indietro nessuno, facendo in modo che le politiche sociali tengano in considerazione l’impatto di queste transizioni.
Ci può offrire qualche esempio di quali saranno le attività chiave del Cese in materia di energia circolare negli anni a venire? Che importanza avrà l’economia circolare durante il suo mandato?
Il Cese continuerà a collaborare con la Commissione europea per portare avanti la piattaforma Ecesp, favorendo il dialogo tra le parti interessate che permette loro di condividere esperienze e buone pratiche in ambiti quali i beni di consumo progettati in modo circolare, le idee innovative per ridurre e gestire i rifiuti, la progettazione da materiali riciclati, o le strategie nazionali di economia circolare.
L’economia circolare sarà fondamentale per il successo del Green Deal europeo, l’iniziativa di punta dell’Unione per i prossimi anni. In quanto alle mie priorità, mi sono focalizzata su un’Europa ecosostenibile, in cui l’economia circolare ha un ruolo importante.
Essendo giunta dal settore privato, vorrei mettere in evidenza il fatto che le imprese devono essere viste come una parte vitale del percorso verso un’economia verde. Sono loro che dovranno sviluppare nuove tecnologie verdi e ricercare opportunità commerciali ecologiche. E hanno bisogno delle condizioni giuste per farlo, finanziamenti inclusi.
Che ruolo hanno i mass-media nel far sì che l’economia circolare sia “trendy”?
A mio parere, i media sono di importanza cruciale per generare un sentimento popolare favorevole alla circolarità. L’economia circolare non è solo un modo particolare di svolgere determinate attività, è perlopiù una questione di mentalità. La circolarità arriverà a far parte di una quotidianità diffusa soltanto se tutti sono consapevoli dei benefici che porta. Credo che i media abbiano il ruolo di educare le persone, mostrando esempi concreti di pratiche circolari che dimostrino come siano fattibili e necessarie.
La nostra esperienza con la conferenza Ecesp ha dimostrato che anche i social sono estremamente importanti. Al di là del loro ruolo puramente informativo, ci permettono di riunire le parti interessate di competenza e di far continuare la conversazione sull’economia circolare, a livello nazionale ed europeo. Il Cese fa da ponte tra il livello Ue e la società civile negli Stati membri.
Che cosa fa lei per essere più circolare?
Trarre un bilancio dei nostri consumi quotidiani ci dà ampie opportunità di ridurre la nostra impronta ecologica e di adottare abitudini circolari. Io cerco sempre di ridurre gli sprechi di cibo e di minimizzare l’uso superfluo di acqua o energia in casa. Inoltre, scelgo prodotti i cui imballaggi sono riutilizzabili o assenti, e opto anche per i prodotti plastic-free.
Credo che essere consapevoli del principio di circolarità sia il primo passo, e ci sono tantissimi modi di fare la propria parte. Consiglierei anche di dare un’occhiata agli esempi di buone pratiche (“Good Practice Examples”) sul sito dell’Ecesp, che offre ottime idee a chiunque voglia diventare più circolare!