Per lungo tempo il settore idrico integrato è stato considerato naturalmente sostenibile per la sua intrinseca relazione con l’elemento acqua. Questo approccio è tuttavia destinato ad appartenere al passato, soprattutto in materia di decarbonizzazione della filiera. Dall’approvvigionamento alla depurazione, ma anche lungo la propria value chain, i gestori idrici sono oggi chiamati a ridurre la propria impronta carbonica e a essere tra i protagonisti della transizione energetica.

Quali strategie adottare quindi? Materia Rinnovabile ne ha parlato con Gruppo CAP, green utility pubblica che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano. Una realtà industriale che ha adottato una direzione chiara: obiettivi basati sulla scienza, investimenti in efficienza e impiego di strumenti di finanza sostenibile in ottica globale.

Fase uno: obiettivi basati su evidenze scientifiche

“Il servizio idrico integrato è un’attività ad alta intensità energetica, che consuma fino al 3% della produzione totale di energia a livello mondiale e contribuisce a oltre l’1,5% delle emissioni globali di gas serra. Si tratta di un settore assolutamente imprescindibile per la vita dei cittadini, ma che presenta fonti emissive molto particolari come quelle legate alla depurazione”, spiega alla nostra rivista Alessandro Russo, alla fine del suo mandato come amministratore delegato di Gruppo CAP.

Per ridurre la propria impronta, in continuità al Piano di sostenibilità adottato nel 2019, a marzo 2023 Gruppo CAP ha deciso di aderire alla Science Based Target Initiative, impegnandosi così in una strategia basata sulle più recenti evidenze scientifiche. “Intendiamo ridurre le emissioni assolute di gas serra, cioè le emissioni dirette e quelle legate al consumo di elettricità, vapore o calore (Scope 1 e 2) del 42% entro il 2030 rispetto all'anno di riferimento 2021”, continua Russo. “Inoltre, ridurremo del 25% le emissioni indirette della nostra catena del valore (Scope 3), cioè quelle legate a beni e servizi acquistati, alle attività legate ai combustibili e all’energia, ai rifiuti generati durante le operazioni e all'uso dei prodotti venduti entro lo stesso arco di tempo.”

Efficienza è sostenibilità

“Sono convinto che oggi sopravviva un retaggio. La sostenibilità viene vista come antitetica all’efficienza e associata meramente al conto economico”, aggiunge Russo. “L’efficienza è invece allo stesso tempo un valore aggiunto della sostenibilità, che permette di evitare lo spreco di risorse ambientali oltre che economiche. In Gruppo CAP abbiamo pertanto adottato un approccio olistico, su tutta la filiera, che punta a consumare meglio le risorse che ci sono assegnate. Per il servizio di acquedotto fare decarbonizzazione significa soprattutto ridurre le perdite. Spostando meno acqua possiamo consumare meno energia.”

La dispersione idrica in Italia rappresenta infatti un problema diffuso. Secondo Istat, nel 2022 il volume delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione era pari al 42,4% dell’acqua immessa in rete. Sebbene la stessa Lombardia risulti virtuosa (31,8%), Gruppo CAP punta però a migliorare ulteriormente. Il finanziamento PNRR di 42 milioni di euro ottenuto dalla green utility consentirà non solo di investire in innovazione e potenziare gli strumenti di monitoraggio per la manutenzione e la pianificazione predittiva, ma renderà inoltre possibile sostituire 18 km di rete, oltre ai 46 pianificati nel periodo 2020-2023. E sul lato depurazione? Secondo Russo, oltre alla riduzione delle perdite, l'obiettivo a oggi non è infrastrutturale di realizzazione di nuovi impianti. “Dobbiamo migliorare le performance e i consumi degli impianti esistenti”, spiega l’AD.

Il ruolo della finanza sostenibile, oltre i crediti di carbonio

Gruppo CAP da alcuni anni compensa tutte le proprie emissioni di CO2 attraverso l'acquisto di crediti di carbonio. Sono infatti 93.479 le tonnellate di CO2 eq, pari al 100% delle emissioni prodotte dalla water utility nel 2021, compensate grazie all’acquisto di crediti di carbonio che servono a sostenere due progetti già avviati nel corso del 2021, in India e in Madagascar, oltre a un nuovo progetto per la costruzione di una centrale idroelettrica nella provincia cinese del Sichuan.

In aggiunta, adottando un diverso strumento di finanza sostenibile, a fine 2023 Gruppo CAP ha collocato un sustainability linked bond da 105 milioni di euro, la cui cedola è legata al raggiungimento dei target di riduzione delle emissioni di gas serra dirette e indirette del gruppo. Le obbligazioni sono quotate sul mercato regolamentato irlandese, hanno una scadenza di 14 anni e pagano una cedola semestrale del 5,1%. “Si tratta del primo strumento di finanza sostenibile collocato da un’azienda in house che viene acquistato da un fondo di provenienza extraeuropea, essendo conseguito con Pricoa Private Capital, il ramo di private debt del gruppo statunitense PGIM Inc. nonché uno dei principali asset manager a livello mondiale.”

 

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Immagini: Gruppo CAP

 

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