Il settore del tessile fa un altro passo verso la circolarità. All’interno di Fise Unicircular, l’associazione che rappresenta le industrie dell’economia circolare in Italia, è stata annunciata la nascita di UNIRAU, l’Unione Imprese Raccolta, Riuso e Riciclo Abbigliamento Usato. La nuova associazione si propone di coordinare e valorizzare l’attività dei tanti operatori che da anni, anche in modo pionieristico, si sono occupati e si occupano della raccolta, selezione, riuso e riciclo di abiti usati e più in generale della frazione tessile dei rifiuti urbani.

Da consorzio ad associazione, per un settore tessile circolare

UNIRAU arriva come evoluzione dello storico consorzio CONAU, istituito nel 2008. Il consorzio, durante la sua attività ultradecennale, ha ottenuto diversi buoni risultati per il settore del tessile circolare, riuscendo a far approvare norme e leggi per il recupero di abbigliamento usato, come ad esempio la norma sulle donazioni inserita nella legge contro lo spreco alimentare (nota come “Legge Gadda”), che è stata fondamentale per chiarire la differenza tra raccolta differenziata e dono.
Ora, in considerazione della forte
accelerazione circolare del settore tessile, l’assemblea di CONAU ha deciso di compiere un passo avanti e istituire una vera e propria associazione, dotata di statuto e codice etico.
“L’obiettivo - dichiara il
Presidente UNIRAU Andrea Fluttero - è di riorganizzare e ampliare la base associativa, coinvolgendo gli operatori della raccolta, del commercio, dell’intermediazione e della selezione, anelli indispensabili alla valorizzazione delle raccolte. Si vuole puntare anzitutto alla preparazione per il riuso degli abiti usati e degli accessori di abbigliamento tal quali e, in via secondaria, al riciclo di materia delle frazioni che non possono essere destinate direttamente al riutilizzo”.
“È quanto mai importante – aggiunge Fluttero - che, in questa fase di costruzione del quadro normativo di riferimento per la gestione circolare del settore tessile, i protagonisti e i pionieri delle attività di raccolta e valorizzazione della frazione tessile dei rifiuti urbani siano rappresentati in modo autorevole per dare il proprio contributo di esperienza e conoscenza del settore, nonché per
tutelare attività ed occupazione costruite con impegno e fatica negli ultimi decenni. Molta parte della raccolta è oggi svolta dal mondo delle cooperative sociali, che garantiscono centinaia di posti di lavoro alle categorie protette, svolgendo in questo modo anche un importante ruolo a vantaggio della collettività”.