Si rafforza l’accordo di partnership tra Eni e NextChem, la controllata di Maire Tecnimont per la chimica verde. Ai progetti in corso per la produzione di idrogeno circolare a Porto Marghera e di metanolo circolare a Livorno, si aggiunge ora un altro progetto in studio a Taranto. Nella raffineria jonica si punta a verificare la fattibilità di un impianto per la produzione di gas circolare da scarti plastici (plasmix) e frazioni secche post-consumo (CSS).

Gas dai rifiuti

Il primo accordo tra Eni e NextChem ha dato il via ai due progetti di ingegneria attualmente in corso: il primo, presso la bioraffineria Eni di Venezia, è finalizzato alla realizzazione di un impianto Waste to Hydrogen”; il secondo, in studio alla raffineria Eni di Livorno, è invece un progetto “Waste to Methanol”.
Per la raffineria di
Taranto si tratta ora invece di verificare la fattibilità di un impianto per la produzione di gas di sintesi da plasmix e frazioni secche post-consumo mediante un processo di riciclo chimico. Il gas circolare così ottenuto sarà successivamente raffinato in due flussi indipendenti: idrogeno, che potrebbe essere destinato alla raffineria Eni per l’idrodesolforazione (cioè l’eliminazione dello zolfo) dei carburanti, e un gas ricco di ossido di carbonio che potrebbe essere impiegato in acciaieria, offrendo un contributo alla decarbonizzazione dell’industria siderurgica.
NextChem al momento sta finalizzando gli aspetti relativi all’applicazione industriale dell’iniziativa. Mentre un gruppo di lavoro congiunto tra le due società verificherà la fattibilità tecnica, economica e dei flussi dell’impianto, coinvolgendo anche le istituzioni del territorio.

La strategia di decarbonizzazione di Eni

L’accordo firmato con NextChem rientra in una strategia a lungo termine adottata da Eni per abbattere dell’80% le emissioni di carbonio entro il 2050. Eni, si legge nel comunicato, “produrrà gas, GNL e idrogeno da gas e da materie prime di origine bio, ripuliti dalla CO2 grazie ai progetti di sequestro e stoccaggio, genererà biocarburanti nelle proprie bioraffinerie, nonché biocarburanti, metanolo e idrogeno da rifiuti e scarti, e chimica da rinnovabili e da materie prime seconde”.
La tecnologia di NextChem per il trattamento di plasmix e frazioni secche consentirebbe una notevole
riduzione di CO2 rispetto al trattamento degli stessi materiali di scarto nei termovalorizzatori. Inoltre, i prodotti chimici ottenuti attraverso questi procedimenti circolari riducono la necessità di estrazione di materie prime fossili, contribuendo alla decarbonizzazione di vari settori dell’industria.