Sono sempre più coinvolti in incarichi circolari, ma cosa ci si aspetta esattamente da loro? Il simposio online “The architect’s roles in the Circular Economy and Circular Society” ha cercato di far luce sulla figura dell’architetto nella transizione all’edilizia circolare dando voce ai suoi pionieri. Tra cui spiccano Thomas Rau, Superuse Studios, Space&Matter e CITYFÖRSTER.

La transizione del settore edilizio verso la circolarità è un costante work in progress. Numerose sono le domande sulle potenzialità e i limiti dell'economia circolare nell’ambito delle costruzioni per quanto riguarda, in primo luogo, l'energia e i materiali. La circolarità nell’edilizia richiede un approccio transdisciplinare e sistemico a diversi livelli, dalla città agli edifici fino ai materiali. Rigenerazione urbana, ampio utilizzo del legno, edifici come banche di materiali, disassemblaggio a fine vita emergono, certamente, tra i principali elementi della transizione circolare.
Il progetto di ricerca annuale
‘Circularcity’, finanziato dell’olandese NWO Creative Industry KIEM, in collaborazione con il Circular Built Environment (CBE), Hub della Faculty of Architecture and Built Environment del TU Delft (Università Tecnica di Delft, Olanda), punta ad esplorare il ruolo degli architetti olandesi nell’introduzione e diffusione dell’economia circolare nell’edilizia.
Il Circular Built Environment Hub è una piattaforma per ricercatori dell’Università di Delft che ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo della conoscenza rispetto alla circolarità nel settore delle costruzioni per favorire la progettazione di edifici, città e infrastrutture del futuro. L’hub racchiude al suo interno tutta una serie di progetti e di materiale didattico che possono essere consultati da studenti e non.
Secondo David Peck, direttore del Leiden-Delft-Erasmus Centre for Sustainability (CfS) e responsabile del programma delle università pioniere della Ellen MacArthur Foundation, “gli architetti all’avanguardia concordano sul fatto che l’uso di materiali sostenibili e il riuso dei materiali siano i due elementi centrali della transizioni. La progettazione è una conseguenza della scelta di questi materiali”.

Thomas Rau e RAU Architects: il catasto dei materiali

Il futuro dell’architettura passa dal MEXIT” esordisce l’architetto visionario Thomas Rau, autore con Sabine Oberhuber del libro “Materials Matter. Il MEXIT altro non è che una ‘mental exit’, un’uscita mentale che ci impone di dire addio all’attuale sistema in cui siamo i padroni del mondo per trasformarci in ospiti sul pianeta Terra. Così, mentre la sostenibilità propone soltanto un’ottimizzazione del sistema, la circolarità prevede la progettazione di un nuovo sistema. Questo passaggio ad un nuovo sistema e la presa di coscienza che viviamo in un mondo di risorse limitate, in cui ogni materiale ha uguale importanza ed è allo stesso tempo un dono, sono centrali per l’architetto del futuro. Data la limitatezza dei materiali è cruciale preservarne quantità e qualità e registrare la loro presenza su Madaster, il catasto dei materiali, in modo da calcolare in futuro il valore dei materiali presenti all’interno dei diversi edifici.
È quanto è stato fatto con il nuovo quartier generale della Triodos Bank, struttura iconica in legno concepita come banca e deposito di materiali, tenuti insieme da 165.312 viti, che, una volta terminata la funzione dell’edificio, possono essere potenzialmente smontati e ricollocati altrove.

Triodos Bank
Triodos Bank

Space&Matter: riciclare risorse locali

Tra i pionieri dell’edilizia circolare, noto anche per lo sviluppo di interi quartieri galleggianti, vi è lo studio Space&Matter di Amsterdam. Tra i progetti più interessanti sviluppati da Space&Matter spicca il De Ceuvel, un centro di innovazione, sperimentazione e creatività in ottica circolare. Nato sul sito di un ex cantiere navale ad Amsterdam Nord, è diventato un caso studio di economia circolare acclamato a livello internazionale. Come sostiene Marthijn Pool, fondatore e partner di Space&Matter, “abbiamo trasformato un terreno di scarso valore perché inquinato dalle attività produttive precedenti, assegnatoci dal Comune di Amsterdam, in un luogo di eccellenze cleantech con numerosi esempi viventi di tecnologie decentralizzate e closed loop, riciclo di risorse locali, uffici di trenta aziende, spazi di lavoro. Senza dimenticare il café De Ceuvel, la serra acquaponica e il centro di apprendimento Metabolic Lab”. Visitato ogni anno - prima della pandemia - da 35.000 visitatori, il De Ceuvel ha vinto numerosi premi per l'innovazione e la sostenibilità.

Superuse Studios: il caso Blue City

Con sede a Rotterdam, nei Paesi Bassi, ma con uffici anche a Pechino, Superuse è uno studio internazionale di architettura noto per aver posto al centro dei propri progetti il riuso non solo di materiali, ma anche flussi di energia, risorse umane, acqua e cicli alimentari. L’obiettivo, accanto al riuso, è quello di dar vita ad edifici che abbiamo la più bassa impronta ecologica e minori emissioni di CO2 possibili. Incarnazione della filosofia di Superstudio è Blue City, 12mila metri quadrati nel centro di Rotterdam, ripensati, riprogettati, ricostruiti e trasformati nello scorso decennio da acqua park ad incubatore di aziende e uffici circolari. La riqualificazione di Blue City è stata fatta usando per il 90% materiali trovati all’interno della precedente piscina Tropicana o provenienti da edifici abbandonati nell’area circostante. Il restante 10% della ristrutturazione è stato fatto con materiali riutilizzabili e sostenibili. Il recupero di materiali ha portato ad un risparmio di 60 tonnellate di CO2 rispetto alle emissioni prodotte in un tradizionale processo di costruzione realizzato usando materiali nuovi.

BlueCity
Blue City

CITYFÖRSTER architecture + urbanism: progettare per il disassemblaggio

Quarto studio di architettura da cui trarre ispirazione per guardare al futuro circolare del settore edilizio è il tedesco CITYFÖRSTER architecture + urbanism. Con sedi in Germania, Paesi Bassi e Albania CITYFÖRSTER è specializzato nella progettazione di abitazioni, ambienti di lavoro, spazi pubblici e anche servizi di mobilità. Con progetti in 28 diversi Paesi e numerosi premi vinti, lo studio tedesco è noto per le proprie costruzioni riciclabili, sperimentali e attente al consumo di risorse.
Tra le best practices evidenziate da
Martin Sobota, partner di CITYFÖRSTER, vi è la Recyclinghaus di Hannover, abitazione privata, realizzata per il 97% con materiali riciclati o facilmente riciclabili. La struttura, infatti, è costituita da legno assemblato senza colla, cemento e vetro riciclato, vecchi mattoni riusati. Il design permette l’uso e il disassemblaggio delle componenti dell’edificio e dei materiali a fine vita senza perdite di qualità.

CF Recyclinghaus Hannover Olaf Mahlstedt
Recyclinghaus

Edilizia circolare, verso un nuovo Bauhaus

Come sostiene ancora Peck, “è significativo che la Commissione europea abbia preso il Bauhaus come modello per i nuovi finanziamenti di ricerca che promuovono l’economia circolare. Bauhaus ha riunito artisti e tecnici, imprenditori e ricercatori. Questa combinazione di arte, artigianato tradizionale e design alla fine ha avuto successo nell'affrontare sia questioni spaziali che sociali come la mancanza di alloggi tra i lavoratori. Gli architetti giocarono un ruolo di primo piano in questo e furono all'avanguardia nel trovare nuove soluzioni”. Oggi, ancora una volta, architetti coraggiosi e visionari sono chiamati a progettare un futuro circolare.

Nell'immagine in apertura: De Ceuvel, Amsterdam