Con la tecnologia Blockchain è possibile sviluppare catene di approvvigionamento digitali trasparenti, offrendo a tutta la filiera, dalla culla del materiale fino al consumatore finale, la possibilità di verificare l'origine dei prodotti.

Di Blockchain si parla da tempo. E la si impiega da tempo, in svariati settori: da quello alimentare, al real estate, dal mondo dei media passando da quello bancario. Insomma, non si tratta dell'ennesimo magic trick tecnologico, piuttosto dell'applicazione di una soluzione tecnologica estremamente utile che avrebbe anche ottime possibilità di alimentare l'economia circolare. Infatti applicarla ai materiali e ai processi, nonché alle realtà industriali coinvolte, potrebbe dare un valore aggiunto a tutta la filiera, una sorta di etichetta di qualità immutabile, disponibile sia per i consumatori finali, sia per coloro che si troveranno a riutilizzarne i materiali.

Che cos'è la Blockchain

In poche parole, la Blockchain è un registro elettronico costituito, come dice la parola, da “blocchi” collegati tra loro in una “catena”. Ogni blocco è semplicemente una stringa di codice che indica cosa è stato trasferito e a chi, insieme a un codice univoco, noto come hash; mentre la catena è semplicemente l'elenco completo di tutti questi blocchi. Questo sistema ha dei vantaggi rispetto ad altri: primo tra tutti è pubblico ed è archiviato su un gran numero di computer in rete. Questo gli permette di essere piuttosto al sicuro da manomissioni, dato che gli sforzi per poter “cancellare” le transazioni da tutti i computer collegati sarebbero talmente elevati da non ripagarne i tentativi. Inoltre ogni blocco è unico: ogni transazione ha un codice univoco (hash), che viene generato automaticamente e che, se modificato, è facilmente individuabile lungo tutta la catena. Ciò permette alla Blockchain di essere trasparente, sicura (anche se non ovviamente al 100 per cento) e applicabile a decine e decine di settori, non solo nel mining di criptovaluta.

La Blockchain nell'economia circolare: dalle batterie alla plastica

Da più parti ormai si sottolinea l'importanza della Blockchain nel supportare l'economia circolare, in particolare per quanto riguarda la possibilità di tracciamento e di trasparenza dei dati in essa registrati, nonché per le sue implicazioni etiche. Nello studio At the Nexus of Blockchain Technology, the CircularEconomy, and Product Deletion si sottolinea come “la tecnologia Blockchain può favorire la provenienza e la sostenibilità della catena di approvvigionamento”. E che “elevati livelli di trasparenza, verificabilità, immutabilità e affidabilità dei dati forniti dalla Blockchain possono facilitare il flusso di informazioni tra le reti complesse della catena di approvvigionamento e le parti interessate”.
Per avere un'idea pratica di ciò che significa la
Blockchain applicata, è possibile guardare ad esempio al settore delle batterie al litio impiegate nella mobilità elettrica. In quest'ottica nel 2017 è nata la Global Battery Alliance alla quale partecipano oltre 70 organizzazioni per realizzare una filiera sostenibile delle batterie. A questa iniziativa partecipa anche la società Everledger che ha lanciato due progetti pilota per il riciclo delle batterie utilizzando tecnologie Blockchain e l'Internet of Things (IoT). Il primo, in collaborazione con Ford, collega tutti gli attori interessati nel ciclo di vita delle batterie dei veicoli elettrici per garantirne una gestione ottimale e un recupero responsabile alla fine del ciclo di vita. Il secondo progetto invece si concentra su una piattaforma per informare e premiare i consumatori per il riciclaggio delle batterie portatili e dei prodotti che queste alimentano. Entrambi i progetti dovrebbero assicurare che le batterie dei veicoli elettrici e dei dispositivi elettronici portatili possano essere monitorate per una gestione efficiente del ciclo di vita, fornendo un vero e proprio passaporto digitale” delle batterie.
Molto fermento esiste anche nel settore delle materie prime e del riciclo, in particolare in quello della plastica. In questo caso l'applicazione di questa tecnologia si avrebbe lungo tutta la filiera, partendo fin dai composti chimici e arrivando poi alla quantità e qualità di materia plastica riciclata impiegata ad esempio negli imballaggi. In un rapporto redatto da Deloitte, si legge come la “blockchain fungerebbe da piattaforma principale per questo sistema (la filiera del riciclo, ndr.), il cui obiettivo è consentire ai produttori di dimostrare che la loro plastica proviene da un impianto di riciclo regolamentato e sostenibile”. Si tratterebbe dunque di una sorta di “etichetta” applicata ad ogni singolo imballaggio che consentirebbe ai consumatori di accedere alle informazioni sul lotto di plastica da cui è stato prodotta la confezione, in modo da verificarne l'autenticità e le origini della plastica riciclata in negozio prima di acquistare il prodotto.

Le start up più promettenti

C'è chi poi è partito dalla Blockchain applicata all'economia circolare per creare una vera e propria startup, come l'olandese Circularise, che offre un protocollo open source e una piattaforma decentralizzata lavorando sulla protezione delle informazioni sensibili. In questo modo consente a marchi, fornitori e produttori di scegliere materiali sostenibili e circolari. Negli ultimi due anni ha già siglato importanti accordi per la tracciabilità della plastica nei settori automotive e degli imballaggi, oltre ad aver ricevuto numerosi finanziamenti a livello europeo. L'obiettivo principale e quello di mostrare la provenienza di ogni singolo componente, fino a livelli di lotto individuali. In secondo luogo, la società è in grado di dimostrare che il materiale è sostenibile, riciclato o, ad esempio, a emissioni zero, valorizzando gli sforzi di tutta la filiera nelle riduzione dei propri impatti.
La
Blockchain si mostra quindi una soluzione estremamente flessibile e adattabile in diversi settori e contesti, non ultimo quello dell'economia circolare, dove trasparenza e tracciabilità sono caratteristiche imprescindibili per fornire credibilità e valore ad una filiera tutta ancora in divenire.