I cambiamenti climatici aumentano il rischio di inondazioni nelle regioni del Mare del Nord a causa dell'innalzamento del livello del mare, dell'aumento del deflusso dei fiumi e delle piogge più intense. Persone ed economie sono a rischio, ma i Paesi Bassi stanno rispondendo, ancora una volta, con innovazioni circolari, tecnologie e infrastrutture a prova di futuro.
Nederlanders houden van water, gli olandesi amano l’acqua. Lo annunciano schiettamente all’aeroporto di Schiphol, ad Amsterdam, numerose postazioni di ricarica che invitano a riempire le proprie borracce e a combattere lo spreco di bottigliette di plastica. In effetti, nazione con oltre un quarto del suo territorio sotto il livello del mare, i Paesi Bassi hanno imparato nel corso dei decenni a fare buon uso dell’acqua a partire da quella del rubinetto - per qualità tra le migliori al mondo -, per finire ai sistemi di dighe e chiuse, passando per le strategie circolari e climate proof di gestione delle riserve idriche.
Programma Delta: dal disastro all’eccellenza
Abbracciati dal Mare del Nord per 451 chilometri di costa e dagli innumerevoli canali che l’attraversano, gli olandesi hanno appreso, a caro prezzo, a dover convivere con l’acqua dopo il disastro del Watersnoodramp, la più devastante alluvione che nella notte tra il 31 gennaio e le prime luci dell’alba del 1° febbraio 1953 provocò, soltanto nei Paesi Bassi e senza contare i pescherecci in mare e il bestiame, 1836 decessi e portò 72.000 persone a dover lasciare la propria casa. Il disastro fu causato dalla somma di due eventi: un’alta marea primaverile e un ciclone extra-tropicale che provocò una tempesta di enormi proporzioni nel Mare del Nord. Il sale dell’acqua marina arse il suolo al punto che i terreni agricoli allagati rimasero improduttivi per anni. Le dighe e le opere difensive delle regioni di Zeeland, Zuid-Holland e Noord-Brabant furono spazzate via da onde provocate da un innalzamento delle acque di 5,6 metri rispetto al livello ordinario.
Da allora lavorare per rendere i Paesi Bassi sicuri e protetti e offrire sufficiente acqua dolce pulita è diventato uno sforzo collettivo, motivo di costante collaborazione tra pubblico, privato, istituti di ricerca e conoscenza e la popolazione stessa. Il tutto orchestrato dal ruolo cruciale del Rijkswaterstaat, organo del ministero delle Infrastrutture e della Gestione delle acque, responsabile del monitoraggio dei livelli dell’acqua lungo la costa, nei fiumi e nei laghi. Rijkswaterstaat è responsabile inoltre della progettazione, costruzione, gestione e manutenzione del più grande sistema di difesa dalle inondazioni dei Paesi Bassi, le cosiddette Opere Delta, costituito da tre chiuse, sei dighe e quattro barriere contro le mareggiate, fino alla gestione delle carenze d'acqua durante i periodi di siccità, al monitoraggio e al miglioramento della qualità dell’acqua.
Sempre con l’obiettivo di lungo termine di essere climate neutral entro il 2050, il Programma Delta è il programma nazionale di riferimento in ambito idrico con cui il governo olandese ha avviato collaborazioni innovative con cittadini, imprese, istituti di conoscenza e Ong. Nel Programma Delta la resilienza dei Paesi Bassi rispetto alla risorsa idrica ruota attorno a tre pilastri: la gestione del rischio di inondazioni (il che significa il costante miglioramento delle dighe, la manutenzione della costa attraverso i ripascimenti delle spiagge e maggiore spazio dato ai fiumi), l’approvvigionamento di acqua dolce e l’adattamento del territorio attraverso la riprogettazione del paesaggio per far fronte a eventi metereologici estremi quali ondate di calore, siccità, ristagno d’acqua, inondazioni che, come risultato dei cambiamenti climatici, dovessero verificarsi in maniera più frequente e più grave in futuro.
Università e aziende: pilastri di innovazione
Il lavoro di protezione e valorizzazione delle risorse idriche nelle aree deltizie densamente popolate dei Paesi Bassi è cruciale. I cambiamenti climatici sono una sfida complessa che richiede soluzioni e conoscenze nuove.
Fortunatamente migliaia di imprenditori, manager, ricercatori e ingegneri olandesi lavorano costantemente al mantenimento di delta sostenibili, sicuri e resilienti.
Ne e’ un esempio il programma di valorizzazione della TU Delft, VP Delta Technology & Water (Vpdelta) in cui un centinaio di startup e piccole e medie aziende lavorano in partnership con la società di sviluppo regionale InnovationQuarter e vari membri del cluster allo sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni smart di piccola scala ed economiche che possano risolvere i problemi di gestione idrica nei Paesi Bassi e all'estero.
Nata grazie a un partenariato pubblico-privato tra la TU Delft, la Fondazione olandese per la ricerca applicata all'acqua (STOWA), le autorità olandesi responsabili delle risorse idriche e la società di consulenza indipendente Royal HaskoningDHV, è Nereda, tecnologia di trattamento delle acque reflue comunali e industriali che utilizza pochi o nessun prodotto chimico. Alcuni vantaggi degli impianti Nereda sono la loro maggiore sostenibilità, con un risparmio dei costi energetici fino al 50%, e il fatto che richiedano solo un quarto della superficie degli impianti a fanghi attivi convenzionali. Attualmente, in tutto il mondo, esistono già quasi 100 impianti di trattamento di depurazione Nereda in funzione o in costruzione.
La TU Delft non è l’unica università nei Paesi Bassi impegnata nella valorizzazione e nel risparmio della risorsa idrica come prezioso elemento naturale. La Wageningen University & Research https://www.wur.nl nota per gli studi in campo agrario, è al centro di un’alleanza di ricerca globale che punta alla realizzazione di un’agricoltura più sostenibile e a prova di cambiamenti climatici già prima che la Climate-Smart Agriculture entrasse nell’agenda politica dell’Onu nel 2014. Tra i programmi in tale direzione figura il progetto Agricoast, un consorzio di cui fanno parte la Wageningen University & Research, la TU Delft, aziende ed organizzazioni sociali che mira ad aumentare la disponibilità di acqua dolce nella zona costiera olandese, problema urgente per l’agricoltura e l’orticoltura, e a promuoverne un uso efficiente attraverso una combinazione di nuove tecnologie, gestione e politiche di innovative.
Sistemi di produzione resilienti al clima e gestione delle risorse idriche sono, in effetti, due elementi cardine della strategia future-proof olandese. “Abbiamo sempre avuto un’eccedenza di acqua, ma dal 2018 ci troviamo anche qui nei Paesi Bassi ad avere un surplus di pioggia in inverno e siccità in alcune aree del nostro territorio in estate”, afferma Harro Brons, International Business Development Manager di Water Alliance, partnership di aziende pubbliche e private, agenzie governative e istituti di conoscenza coinvolti nelle tecnologie innovative dell'acqua, che occupandosi, tra le altre cose, di ricerca e sviluppo, accoglie nel suo WaterCampus a Leeuwarden, nel nord del Paese, laboratori specializzati e vari siti dimostrativi. “Personalmente - continua Brons – vedo molta attenzione e investimenti in Europa destinati all'ottimizzazione energetica, alle energie alternative e alla transizione energetica, mentre diamo per scontata una risorsa preziosa come l’acqua. Con un pensiero un po’ più olistico, bisognerebbe dare all'acqua la stessa priorità in agenda che diamo all’energia. Così come esistono numerosi incentivi per il fotovoltaico e i pannelli solari, si potrebbero sovvenzionare sistemi per la gestione alternativa dell’acqua come, per esempio, dei sistemi di raccolta dell’acqua piovana che può, poi, essere impiegata per gli sciacquoni dei servizi igienici”.
Circular Water, adattamento ai cambiamenti climatici e innovazione
Le innovazioni in ottica circolare, di riuso e valorizzazione dell’acqua e di altre risorse ad essa collegate sono il core business di numerose aziende olandesi che operano nei Paesi Bassi e a livello internazionale. Aziende che lavorano a 360° ai temi legati all’acqua. Come Hydraloop che ha progettato un innovativo sistema certificato di riciclo dell’acqua. Il sistema intelligente Hydraloop permette di raccogliere l’85% circa di tutta l’acqua usata a livello domestico - dalle docce ai bagni, dalle lavatrici agli impianti di aria condizionata-, pulirla, disinfettarla e riutilizzarla nuovamente per diversi scopi, come gli sciacquoni dei bagni, l'irrigazione dei giardini, il rabbocco delle piscine e la pulizia.
Vitens, una delle dieci aziende che gestisce l’acqua potabile nei Paesi Bassi e produce 337 milioni di metri cubi di acqua potabile all’anno, è riuscita a valorizzare le 60.000 tonnellate di sottoprodotti del processo di raccolta delle acque sotterranee, come calcio, ferro e sostanze umiche, ricavando da questi ultimi ammendanti naturali e pellet di gesso utili nelle attività agricole.
Impegnata nel recupero di risorse preziose è anche la società di tecnologia Cirtec. Con all’attivo collaborazioni con l’italiana Gruppo CAP, Cirtec ha sviluppato CellCap, tecnologia ottimizzata attraverso la quale la cellulosa, separata da altri residui, può essere estratta direttamente dalle acque di scarico senza necessità di ulteriori fasi di pompaggio. Il prodotto risultante, Recell, può essere utilizzato nell'asfalto, nei materiali da costruzione, nell'arredo urbano e nella chimica verde.
Guardando alle acque marine Salttech ha sviluppato DyVaR (Dynamic Vapor Recovery), una tecnologia di trattamento della salamoia pluripremiata e brevettata che può gestire qualsiasi salamoia ad alta salinità, indipendentemente dalla composizione o dalla concentrazione. La tecnologia è composta da piccoli recipienti, le cosiddette "Dynamic Vapor Recover units”, costituite da componenti non metallici che rendono l'unità DyVaR insensibile alle incrostazioni. Le unità DyVaR sono modulari, ogni capacità e ogni tasso di desalinizzazione è possibile.
Non solo aziende, le innovazioni nel settore idrico sono al centro di numerose attività anche a livello di municipalità. Come afferma Jasmijn Snippe, responsabile Economia Circolare della Netherlands Enterprise Agency, agenzia per il sostegno all’imprenditoria olandese, dipendente dal Ministero degli Affari Economici e del Clima. “L’acqua è fondamentale per il funzionamento delle città. Le crescenti popolazioni urbane e i loro stili di vita sempre più intensivi stanno mettendo a dura prova le fonti d'acqua locali. Le strategie circolari stanno mostrando sempre più il loro potenziale nell’alleggerire la complessa relazione tra le città e l’acqua”.
Con riferimento alla gestione idrica, sono già stati implementati una serie di programmi come il Project RoSA, che facilita la collaborazione tra diversi sistemi di acque reflue con l’obiettivo di chiudere il ciclo e promuove la ricerca su un sistema idrico urbano circolare.
All’incrocio tra edilizia e gestione idrica, con l’obiettivo di accrescere la propria resilienza, a Rotterdam, invece, è stato messo a punto un innovativo sistema di gestione delle acque piovane che trasforma il potenziale pericolo delle piogge in una fonte di valore. Benthemplein è, per la maggior parte del suo tempo, una piazza per attività ludiche e sportive, ma, in caso di pioggia più o meno intensa, funge, grazie ad un sistema di tre bacini, da raccoglitore di acqua. Nato da un’idea della Rotterdam Climate Initiative, supportata dal Waterboard locale Schieland & Krimpenerwaard, il sistema creato alleggerisce la pressione sulla struttura fognaria durante le piogge intense e aiuta a far fronte a periodi di siccità irrigando gli alberi e le piante cittadine.
Tra le aziende olandesi operanti anche in Italia impegnate nella riduzione dell’impronta idrica figurano senza dubbio Tauw e Arcadis. Tauw società di consulenza ambientale e servizi legati alla sostenibilità, ha negli ultimi anni progettato e applicato innovative tecniche di bonifica dei terreni e delle acque di falda, che permettono di bonificare le matrici direttamente nella loro sede geologica, mediante processi fisici, chimici o biologici finalizzati alla rimozione, alla trasformazione o alla degradazione dei contaminanti presenti. L’azienda è, al tempo stesso, impegnata nella ricerca, la progettazione e la realizzazione di sistemi di alta qualità per il trattamento delle acque di scarico e delle acque reflue, oltre che nella consulenza su strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, sull’idrologia e numerosi altri temi legati alle acque superficiali e sotterranee.
Arcadis leader mondiale di consulenza e di progettazione nell’ingegneria civile e ambientale, da anni lavora al raggiungimento della sostenibilità idrica - così come è valutata nel rapporto aziendale Sustainable Cities Water Indexin base a resilienza, efficienza e qualità- attraverso la creazione di programmi innovativi. Insieme alla Water Research Foundation (WRF) e alla Water Environment & Reuse Foundation (WE&RF), Arcadis ha guidato la creazione di un framework che delinea un percorso chiaro su come innovare dal punto di vista delle società di servizi idrici. Il rapporto Empowering Water Utility Innovation suggerisce alle società di servizi idrici come costruire ambienti di creazione, sperimentazione e incubazione in grado di produrre nuovi approcci per servire clienti, gestire risorse, finanziare investimenti e ottenere prestazioni superiori, migliorando al contempo la sostenibilità. Tra i progetti realizzati da Arcadis in Italia in tale direzione figurano Casa di Langa, resort di lusso sostenibile nel cuore delle Langhe in cui 100% dell’acqua consumata dall’hotel viene riciclata, depurata e riutilizzata, e LET’S BREAK IT UP!, il progetto che a partire dallo scorso autunno ha avviato la rivoluzione green di Piazzale Loreto a Milano.
Governi, università, aziende, cittadini e partnership internazionali: i Paesi Bassi stanno giocando, sul proprio territorio e anche all’estero, tutte le carte a propria disposizione per continuare a vivere in un equilibrio sostenibile con l’acqua e confermarsi all’avanguardia nelle tecnologie e nelle innovazioni ad esse legate.
Immagine: Michal Soukup (Unsplash)
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