Se per la plastica il viaggio è ancora lungo, per l’acciaio l’Italia si conferma un’eccellenza nella raccolta differenziata degli imballaggi, un altro passo importante per la transizione verso l’economia circolare. Con un tasso di avvio al riciclo pari all’82,2% dell’immesso al consumo, superiore all’obiettivo dell’80% fissato per il 2030 dalla Direttiva Europea sull’Economia Circolare.
Un Empire State Building di imballaggi in acciaio
Parliamo di barattoli e scatolette, bombolette spray, tappi corona e capsule, latte, fusti, fustini in acciaio, per un totale di quasi 400mila tonnellate (+3,1% rispetto all’anno precedente), poco più del peso dell’intero Empire State Building di New York. Un risultato importante per un materiale, l’acciaio, che tecnicamente può essere riciclato all’infinito senza perdere le proprie intrinseche qualità. Un grande valore generato in Italia: quasi 40 milioni di euro recuperati letteralmente dal bidone della differenziata di casa.
E durante il lockdown c’è stato un vero e proprio boom di prodotti imballati in acciaio, con tanti consumatori che per sicurezza hanno fatto scorta di scatolette. “Nei primi 4 mesi del 2020 è stato raccolto il 16% in più di alluminio per il settore alimentare”, spiega a Materia Rinnovabile Federico Fusari, direttore di RICREA, il Consorzio Nazionale senza scopo di lucro per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Acciaio.
Il ritorno delle scatolette
“Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti nel 2019 - commenta Domenico Rinaldini, presidente di RICREA – che confermano la validità degli sforzi compiuti in questi anni per promuovere e agevolare la raccolta dei nostri imballaggi in acciaio”. Un risultato utile anche per i processi di decarbonizzazione: le 399.006 tonnellate avviate al riciclo hanno consentito di risparmiare 1,4 TWh di energia primaria e 268.000 tonnellate di materia prima, evitando 415.000 tonnellate di CO2 equivalente.
“C’è un ritorno dell’apprezzamento da parte dei consumatori del packaging in acciaio”, continua Fusari. “Nel settore alimentare abbiamo sofferto per alcuni anni la diffusione del tetrapack, ma negli ultimi tre anni la GDO, spinta dal consumatore, è tornata ai contenitori più tradizionali, vetro e alluminio. L’alluminio dà fiducia per la conservazione e per la praticità”. Insomma il trionfo della iconica zuppa Campbell e del suo contenitore in alluminio, reso famoso da Andy Warhol.
Un Accordo Quadro per potenziare la raccolta differenziata e il riciclo dell’acciaio
Per confermare il ruolo del consorzio RICREA negli anni futuri è arrivato l’Accordo Quadro ANCI-CONAI, lo strumento attraverso il quale il sistema consortile garantisce ai Comuni italiani la copertura dei maggiori oneri sostenuti per svolgere la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggi. In questo accordo è stato incluso l’Allegato Tecnico per gli imballaggi in acciaio, entrato in vigore dal 1° giugno che permetterà di continuare e potenziare la raccolta e riciclo dell’acciaio per il quinquennio 2020-2024.
“In un momento delicato come quello che stiamo vivendo - prosegue Rinaldini -, aver siglato il nuovo Allegato Tecnico con ANCI è per noi un successo e un risultato importante da cui ripartire. Con le nuove regole, una particolare attenzione viene rivolta al tema della qualità, premiando le fasce migliori con aumenti dei corrispettivi perché solo con una raccolta attenta e una buona selezione degli imballaggi c’è un riciclo di qualità. Un altro importante fattore su cui investiremo nei prossimi anni riguarda l’accentuazione del carattere di sussidiarietà del sistema consortile, attraverso la possibilità del convenzionamento parziale da parte dei soggetti aderenti all’accordo, pur mantenendo la verifica del percorso di riciclo anche sulle quantità gestite in maniera autonoma”.
Nonostante il risultato da palma d’oro in Europa, c’è ancora un ultimo miglio da fare. “La difficoltà è che in alcune regioni d’Italia, specie al sud, la differenziata non è svolta correttamente, specie quando finisce nell’indifferenziata, dove il materiale sfugge. Dobbiamo lavorare sempre di più sulla sensibilità del cittadino verso l’economia circolare”, conclude Fusari.