C’è un nuovo modo, visionario, di intendere le costruzioni che si aggira per l’Europa. Basta dispendiosi e complessi cantieri, gestiti con modalità e saperi novecenteschi. Gli interventi di edilizia, siano case nuove o ristrutturazioni, saranno progettati e realizzati lontano dal cantiere, pre-assemblati in fabbrica e quindi montati in tempi ridotti nei siti prescelti, sfruttando sistemi robotici. È l’edilizia off-site. Tantissimi i vantaggi: dalla minimizzazione dello spreco di materia alla riduzione dei costi di costruzione e disassemblaggio (fino al 25-30% in meno), dalla facilità nell’estensione di vita dell’edificio, a tempi di cantierizzazione ridotti della metà (e quindi impatti minimi a persone e servizi), alla riduzione di emissioni nell’intero ciclo di vita dell’edificio.

Date le premesse, l’edilizia off-site sembra essere un nodo promettente dell’economia circolare e un potenziale elemento di rilancio per uno dei settori maggiormente in crisi nell’Unione (in crollo costante dal 2003, con leggero rebound nel 2016). Di sicuro c’è grande attenzione intorno al tema, come si è potuto osservare durante la nuova edizione – la sesta – di REbuild, l’unica kermesse internazionale insieme a EcoBuild, di Londra, a guardare al futuro di medio e lungo termine del settore dell’edilizia con un taglio originale e non-convenzionale. Dalla robotica alla pianificazione modulare, dai droni alla manutenzione programmata attraverso IoT, mai come oggi l’edilizia potrebbe fare un grande passo in avanti, modernizzandosi dopo quasi trent’anni d’innovazione limitata. Attrezzando così il settore per le trasformazioni epocali dell’economia del XXI secolo.

A REbuild l’intellighenzia dell’edilizia e della sostenibilità ha analizzato questi nuovi trend, discusso con i top-player del mercato e lavorato per trasformare radicalmente il settore, in chiara ottica circular.

“C’è molto interesse su questo tema, da parte di tutta la filiera dell’edilizia”, spiega Thomas Miorin, ideatore di REbuild. “Oggi è possibile fare edilizia off-site con il legno, con l’acciaio e anche con il cemento: la flessibilità delle opzioni è un tratto costitutivo della nuova industria delle costruzioni. Questo modo di costruire 4.0 dimostra di saper declinare altissima qualità a costi contenuti, industrializzazione con varietà, sostenibilità e gusto architettonico, nuove competenze con automazione, soluzioni per la rigenerazione delle nostre città con inedite possibilità di export”.

La bibbia su cui trovare informazioni dettagliate è l’Outlook REbuild 2017, il documento di analisi che ogni anno il comitato scientifico di REbuild produce per i partecipanti. “L’edilizia off-site, la prefabbricazione e altri metodi moderni di costruzione – recita il report – riducono l’intensità delle lavorazioni in cantiere per localizzarla principalmente in fabbrica, consentendo una riorganizzazione di tecnologie e processi volta a una maggiore efficienza e qualità”. Questo richiede aziende in grado di realizzare una programmazione e pianificazione dettagliata di tutte le fasi di produzione e assemblaggio, standardizzando i processi, in modo di avere un controllo totale su tempi e costi. L’edificio così costruito sarà costante nelle performance, e le uniche variabili del sistema saranno l’ambiente esterno e gli utenti stessi. 

Tante le storie di imprese che hanno abbracciato la prefabbricazione e l’off-site. Come quella di Maurizio Focchi, ad Gruppo Focchi, specializzato in involucri per grandi progetti di architettura in Usa e UK, come il nuovo Atlas Building, una torre residenziale di 40 piani a Londra, che ha avviato in Trentino, a Rovereto, attraverso la controllata IAMEC Srl, una nuova iniziativa industriale nell’ambito delle tecnologie metalliche. O il lavoro di Giovanni Spatti, presidente di Wood Beton, che ha realizzato in soli 30 giorni a Jesolo il Residence Bio and Sea undici appartamenti su sei piani, rigorosamente in legno. Un record per un edificio, che peraltro sposa completamente i principi di edilizia sostenibile.

Altri esempi interessanti sono il cantiere dello studio Ergodomus specializzato in ingegneria del legno, del progetto Polo dell’innovazione dell’Università di Parma: un edificio multipiano, anche questo interamente in legno, che diverrà il nuovo quartier generale di VisLab, azienda all’avanguardia nel campo della ricerca sulla guida autonoma.

La struttura portante in legno è stata montata in sole quttro settimane da una squadra di quattro carpentieri senza l’ausilio di una gru fissa di cantiere. Grazie alla prefabbricazione e all’utilizzo del BIM si è portato all’estremo il concetto di off-site e di “What you draw is what you get”.

E ancora: l’azienda Rubner Holzbau ha ideato uno stadio modulare, realizzato in legno lamellare, a basso impatto ambientale, totalmente green. Un impianto di media capienza si monta in 6/8 mesi a 1.500 euro/posto (2.000 euro/posto nei formati più piccoli) contro i 18/24 mesi necessari per realizzare gli stadi tradizionali a un costo di 2.500/3.000 euro posto. “Vediamo emergere nel mondo una grande domanda di stadi di media capienza, dai 5.000 ai 20.000 posti, che rappresentano l’80% del mercato mondiale per questo tipo di infrastrutture”, spiega l’architetto e ideatore Jaime Manca Di Villahermosa.

 

REbuild 2017: il tema di questa edizione è stato l’off-site

 

Un gioco da professionisti

Secondo Thomas Miorin, sono cinque gli elementi caratterizzanti dell’edilizia off-site. Innanzitutto la produttività, negli anni costantemente calata nel settore, rispetto a un aumento comparato di 2.8 volte nella manifattura. C’è poi il tema della scala, considerato che l’edilizia off-site deve saper affrontare progetti a qualsiasi dimensione: dal bungalow del capeggio al grande hotel di 450 stanze. Il terzo elemento è la sostenibilità ambientale, per la ragione che l’edilizia off-site può (e deve) agevolare e accelerare la riqualificazione in chiave di sostenibilità del patrimonio immobiliare. Seguono la qualità e la sicurezza, garantite da processi standard, misurabili, verificabili e che riducono i rischi per i dipendenti (oltre il 20% degli incidenti sul lavoro, in Europa, secondo Eurostat, è nel settore costruzioni) e la certezza delle performance. Infine, il quinto elemento, è l’infrastruttura digitale, che è la chiave della gestione efficiente dell’edilizia off-site, pre-requisito dell’industrializzazione della filiera.

Ma se per le nuove costrizioni l’off-site è una grande opportunità per lanciare l’edilizia circular, per molti, il vero mercato è quello della riqualificazione. Attualmente in Europa il 35% degli edifici ha più di 50 anni. Lavorando sull’efficientamento degli edifici si potrebbero ridurre i consumi elettrici del 6%, con un taglio delle emissioni di CO2 del 5%. Fare retrofit su edifici esistenti, abitati o in uso, tuttavia, non è semplice. I trasferimenti forzati sono spesso complessi e più sono lunghi, più causano problemi di vario tipo, dagli extra-costi agli impatti su mobilità, qualità della vita urbana, emissioni ecc. 

“La via corretta è quella di proporre soluzioni tecnologicamente capaci di garantire una tempistica di cantiere estremamente ridotta e che permetta alla proprietà e agli inquilini di restare nelle proprie abitazioni, col minimo disagio nella fase di trasformazione dei fabbricati”, spiega Ezio Micelli, direttore scientifico di REbuild. “Simili interventi evidentemente non sono possibili se non attraverso l’edilizia off-site che viene semplicemente assemblata in sito, con un approccio alla realizzazione di opere radicalmente discontinue rispetto al passato”.

Non mancano però le critiche: Mike Leonard, CEO di Building Alliance, afferma che gran parte dei materiali per l’edilizia off-site sono importati (dall’Asia soprattutto), mentre nell’edilizia tradizionale l’80% dei materiali sono di provenienza domestica. “Questo potrebbe costare numerosi posti di lavoro in UK e inficiare la qualità degli edifici”, afferma Leonard in un articolo del Guardian

Ma giocare al protezionismo oggi è una mossa errata. Per gli alfieri dell’off-site sostenere questo passaggio potrebbe far crescere le tante aziende già specializzate nei semilavorati (presenti in tutta Europa), creando allo stesso tempo un ciclo ristretto di materia prima seconda per la prefabbricazione derivata da processi di rigenerazione e riqualificazione tipici dell’economia circolare. Secondo un report di SystemiQ ed Ellen MacArthur foundation, la costruzione modulare aiuterà lo sviluppo di progetti di edilizia circolare, rendendo più semplice ed efficace l’impiego di materiali rigenerati o riciclati, riducendo la dipendenza dalla filiera asiatica o americana, e favorendo il riciclo di materia prima seconda a fine vita. Per fare il nuovo off-site, inoltre, si può usare la mole di materia presente nell’immenso parco immobiliare o altre filiere della materia prima seconda. 

La politica, dal canto suo presta attenzione all’edilizia off-site: dalla Svezia, dove a Stoccolma la crisi degli immobili si aggrava di giorno in giorno, all’Italia, dove il Ministero dello Sviluppo Economico vede in questo nuovo modo di costruire una diramazione dell’industria 4.0 fondamentale per rilanciare il settore costruzioni, fino all’UK che sta spingendo per una rivoluzione industriale del settore. Secondo l’associazione settoriale, BuildOffsite, l’innovazione nell’edilizia modulare determinerà il futuro del settore britannico ed europeo. Con software di costruzione virtuale per simulare i cantieri, integrati con un processo di linea di produzione integrata, c’è da aspettarsi l’arrivo sul mercato di soggetti dirompenti come Google o Tesla, che riscriveranno completamente le regole del settore dell’edilizia. Bisogna agire prima che arrivino queste compagnie straniere dall’America o dall’Asia e sotterrino l’industria nazionale, è la riflessione di Gianni Silvestrini, di Kyoto Club. Malta e cazzuola potrebbero essere presto oggetti da museo di antropologia. I ministeri dello sviluppo economico, business e associazioni dei costruttori sono avvisati. 

 

 

Outlook REbuild 2017www.rebuilditalia.it/it/outlook-rebuild

Report Ellen MacArthur Foundation SystemiQ, Achieving “Growth Within”, www.ellenmacarthur foundation.org/publications/achieving-growth-within

Info

www.rebuilditalia.it/it

 

Immagine in alto: stadio in edilizia off-site di Rubner. Tempi di cantierizzazione: 6-8 mesi