Siamo di fronte alla più grande crisi economica di sempre. Ma il saggio sa fare sempre di una fase di difficoltà un momento di opportunità. Possiamo rimettere mano per la prima volta dagli accordi di Bretton Woods al nostro modello di sviluppo, ripensare la nostra economia in ottica di circolarità, materiale e sociale, dove nemmeno la persona diventi scarto. E con 22 milioni di nuovi disoccupati in USA questa è una possibilità reale. Ecco per cui dobbiamo ripensare al nostro modello di sviluppo partendo dagli elementi fondamentali. Aria, acqua, materia, biodiversità e naturalmente suolo. Proprio da ciò che sta sotto i nostri piedi, da quella ricchezza organica che ci dà la vita, vogliamo partire con il primo numero monografico di Materia Rinnovabile, da oggi in formato trimestrale.
Partiamo dal suolo poiché è la base. Esso fornisce il 95% del cibo che mangiamo e contiene più carbonio di tutte le piante e dell'atmosfera messe assieme. Praticamente è l’elemento fondamentale per l’esistenza della vita sulla Terra. Eppure il 30% dei suoli a livello mondiale è degradato e ogni anno perdiamo mille chilometri quadrati di suolo pregiato e produttivo a causa della cementificazione, processo irreversibile. Per fare un esempio a noi vicino, basti pensare che il suolo a rischio di degradazione in Europa è del 30% per la Romania, del 50% per il Portogallo, del 59% per l'Italia e del 74% per la Spagna. In pratica il Sahara, complici i cambiamenti climatici, sta attraversando il Mar Mediterraneo. Perché ci pensiamo, e ne parliamo, così poco allora?
Siamo andati ad indagare lo stato di questa materia (rinnovabile, ma lentamente) più preziosa dell’oro con Natalia Rodríguez Eugenio, esperta pedologa della FAO e con l’illustre David Montgomery, professore di Scienze della Terra e dello spazio all'Università di Washington a Seattle, autore della trilogia “Soil”, i tre testi più completi sul tema, che hanno contribuito a riportare il suolo e la sua rigenerazione al centro del dibattito internazionale. Massimo Centemero di CIC problematizza il valore di questa risorsa che in Italia è sempre più scarsa e in pericolo, e ancora manca una legge onnicomprensiva. Una situazione, racconta Giorgia Marino che si riverbera in tutta Europa, alle prese con una desertificazione sempre più diffusa
Materia rinnovabile però è sinonimo di soluzioni e idee innovative. Un lungo excursus curato da Franco Fassio, professore dell’Università di Pollenzo fa il punto sul ruolo dei biota nella terra in agricoltura e della necessità di rendere la circular economy for food integralmente rigenerativa. «Esiste una connessione tra la salute del suolo e quella del nostro intestino?», si chiede Fassio. «Le comunità microbiche rappresentano il perno su cui costruire un necessario dialogo tra gli attori del sistema: il cibo che ingeriamo deve essere “vivo” così come il suolo da cui è nato». La filiera del compost, del biogas e la bioeconomia per rigenerare il suolo intervengono come soluzione. Mario Bonaccorso, autore del libro “Che cosa è la BioEconomia” inquadra il tema biofertilizzanti e il loro peso in Italia, mentre Novamont lancia la sua sfida con la Fondazione ReSoil proprio per approfondire lo studio del suolo e la proposta di soluzioni rigenerative.