Si è chiusa la terza edizione del Sustainability Day Acea, iniziativa sulla sostenibiltà della multiutility capitolina. Al centro dell’evento, tenutosi lo scorso 26 novembre a Roma, la transizione ecologica e l’economia circolare, sempre più fondamentale per Acea. Una transizione equa, che includa aspetti di sostenibilità sociale, economica e ambientale, che metta al centro l’individuo, come attore della transizione e beneficiario dei suoi effetti.
Acea: sostenibilità e crescita
“Le sfide poste dalla transizione ecologica - ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Acea, Giuseppe Gola – richiedono una risposta comune per mettere in campo iniziative ispirate ai più moderni paradigmi dello sviluppo sostenibile, attente non solo all’ambiente ma anche all’impatto sociale”.
La politica industriale dell’azienda orientata ai criteri della green e circular economy, secondo un’analisi di The European House - Ambrosetti, ha avuto nel 2020 un impatto positivo diretto e indiretto sul Pil, per un totale stimato di 3,1 miliardi di euro di valore aggiunto; ogni euro di valore aggiunto generato da Acea ne ha attivati ulteriori 1,22 nell’intero ciclo economico. “Con investimenti pari a 907 milioni - continua Gola - Acea si posiziona tra le prime 15 aziende del comparto industriale italiano, con un valore in forte crescita nell’ultimo quinquennio, pari a +14,4% medio annuo”.
Una politica energetica per abbattere le emissioni
Tanti gli esperti presenti all’evento, da Elena Bonetti, Ministra per le pari opportunità e la famiglia, a Stefano Pareglio, Presidente della Fondazione Utilitatis. E ancora: Mario Calderini, professore ordinario della School of Management del Politecnico di Milano, Clara Poletti, di Arera e Presidente Agenzia europea per la Cooperazione dei Regolatori dell'energia (ACER) e Patrizia Celia, Head of Large Caps, Investment Vehicles & Market Intelligence di Borsa Italiana.
Risultati interessanti per quanto riguarda le politiche energetiche del Gruppo che, grazie all’utilizzo di fonti rinnovabili, hanno consentito di evitare nel 2020 l’emissione di 210mila tonnellate di CO2, pari alla quantità assorbita in un anno da 10,5 milioni di alberi, tre volte quelli attualmente presenti in tutti i capoluoghi italiani. Attualmente il 68% dell’energia elettrica prodotta da Acea, infatti, è generata da fonti rinnovabili. Nel piano di transizione si prevede un’ulteriore riduzione delle emissioni del 55% che sarà alla base del prossimo piano industriale. In tal senso, il Gruppo sta avviando nuovi tavoli di lavoro denominati “working group innosostenibili”, in collaborazione con partner accademici e tecnologici, al fine di attuare questo Piano di transizione ecologica con interventi e iniziative legate ai grandi macro-temi della sostenibilità.
Innovazione ed economia circolare
Ma è soprattutto sull’economia circolare che Acea ha fatto notevoli passi in avanti. Nel 2020, Acea ha lavorato circa 1,45 milioni di tonnellate di rifiuti, posizionandosi quale operatore di riferimento per l’Italia Centrale. Ora però punta con forza sul tema, allocando dei 4,7 miliardi di euro di investimenti previsti nel Piano Industriale 2020-2024, ben 2,1 miliardi di euro ad obiettivi di sostenibilità. Due i progetti faro: SmartComp sul fronte del biocompostaggio e Gasiforming destinato alla produzione di ecocarburanti dalla plastiche non riciclabili.
Gasiforming, sviluppato in collaborazione con Politecnico di Milano e Instm (Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali),consiste in una tecnologia in grado di trasformare il plasmix in ecocarburanti. Grazie alla gassificazione, le plastiche vengono convertite in syngas, largamente utilizzato nell'industria chimica di base, attraverso un processo a impatto zero sull'ambiente. Attualmente il percorso di industrializzazione del brevetto è in fase di completamento, incluso il trasferimento della licenza italiana di utilizzo esclusivo ad Acea Ambiente, la quale prevede di realizzare impianti in cui verrà applicata questa tecnologia.