Il settore del cleantech sta sperimentando la sua prima battuta d’arresto. Dopo il boom di investitori che attirati nel 2022, raccogliendo 59 miliardi di dollari attraverso 1182 accordi, secondo i dati di BloombergNEF le società specializzate nelle tecnologie green stanno barcollando, trascinate dal crollo della Silicon Valley Bank. L’entrata in gioco di nuovi operatori, disposti a riempire il vuoto lasciato dall’istituto, potrebbe però diversificare il sistema di finanziamento dell’industria e renderla più solida.
SVB, un punto di riferimento per la sostenibilità
Anche se è considerata un’entità regionale, Silicon Valley Bank è la quattordicesima banca nel sistema americano ed è considerata un punto di riferimento per il campo della sostenibilità. Forniva finanziamenti a 1550 aziende, quasi tutte startup californiane, specializzate nello sviluppo di impianti fotovoltaici, soprattutto su piccola scala, e sistemi sperimentali per abbattere le emissioni dell’industria del Paese. Tutti progetti che necessitano di un certo tempo e di un margine finanziario elevato per dimostrare la propria solidità sul mercato, e quindi considerati operazioni ad alto rischio e poco redditizie dai giganti di Wall Street, come Morgan Stanley e JPMorgan Chase & Co.
Secondo Pol Lezcano, principale analista del solare statunitense di BloombergNEF, Silicon Valley Bank era una delle poche a sostenere progetti inferiori ai 100 megawatt, fondamentali per decarbonizzare le aree rurali e più a basso reddito degli USA. Sul suo sito si legge che finanziava quasi due terzi dei progetti fotovoltaici delle piccole comunità del Paese.
Le aziende cleantech, sempre secondo Bloomberg, “vedevano la banca come un’alleata, in grado di comprendere la loro lotta contro il riscaldamento globale e di agire allo stesso tempo come un venture capitalist con una mentalità imprenditoriale”, a suo agio nel panorama dinamico della Silicon Valley.
Verso una crisi del cleantech americano?
Il 10 marzo 2023 SVB è entrata in amministrazione controllata e ha dichiarato il fallimento. Anche se le autorità di regolamentazione e la Federal Reserve sono intervenute per limitare i danni e garantire i depositi, molti degli impianti in costruzione rischiano di avere problemi di liquidità. Questo potrebbe significare ritardi e cancellazioni dei lavori.
Alcune società sono già in difficoltà. Sunrun Inc., la più grande società per il solare residenziale degli Stati Uniti, ha visto le sue azioni crollare a causa delle della sua esposizione finanziaria con Silicon Valley Bank. Il suo valore ha toccato il minimo degli ultimi quattro mesi, il13 marzo però si è stabilizzato, anche grazie all’intervento di nuovi operatori, interessati a riempire il vuoto lasciato dalla banca climatica.
In generale però, il crollo di SVB vorrà dire "probabilmente meno servizi e meno alloggi per le società in portafoglio, e significherà un costo del capitale più elevato per accedere a una linea di credito", ha spiegato Joe Osha, analista di Guggenheim a Bloomberg. Lo sviluppo di progetti dimostrativi, linee pilota o delle attività di ricerca sarà quindi inevitabilmente rallentato.
I timori maggiori riguardano però gli effetti che una crisi del cleantech potrebbe avere sull’obiettivo degli Stati Uniti di dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2025. L’Inflation Reduction Act, il piano da 391 miliardi di dollari approvato da Joe Biden per finanziare l’industria verde, può essere un’occasione ghiotta per le sturtup della Silicon Valley per fare crescere, a livello nazionale, i loro progetti innovativi. La fragilità del sistema finanziario americano rischia però di essere un freno. La speranza è che altri operatori riempiano il vuoto lasciato da SVB.
Una cordata di sostegno per le startup del cleantech
Il crollo della Silicon Valley Bank però è diverso da quelli che avevano dato il via alla crisi del 2008. Per Katie Rae, CEO di The Engine, società di venture capital con sede a Cambridge, nel Massachusetts, il sistema finanziario risolverà in pochi mesi i nodi del fallimento. Sono pochi i clienti a rischio di default e, secondo molti investitori, l’industria della sostenibilità è molto più resiliente di quanto possa sembrare. I sussidi dell’IRA negli Stati Uniti e del Green Deal Industrial Plan nell’Unione europea, potrebbero aiutarla a superare le ricadute economiche di questa crisi. Si tratta infatti di un settore chiave per il presente e il futuro.
Con l’espansione delle energie rinnovabili, ci potrebbero essere molti più istituti di credito disposti ad assumersi il ruolo e i rischi di SVB. Questo diversificherebbe i sostegni per il settore e potrebbe renderlo più solido. Per esempio, Forbright Bank, che ha nel suo portafoglio progetti solari residenziali da 40.000 dollari e parchi solari su larga scala da 100 milioni, ha visto un aumentare i depositi negli ultimi giorni, secondo il suo fondatore John Delaney.
Inoltre c’è stata "un'enorme ondata di sostegno" per le società del cleantech e "miliardi di capitale climatico appena raccolto in attesa di distribuire”, ha detto a Bloomberg Sean O'Sullivan, socio accomandatario di SOSV, una società globale di capitale di rischio che ha finanziato circa 150 startup di tecnologia climatica. “Tutti sanno che gli investimenti per il clima devono andare avanti, per il bene di tutti noi".
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