A pensarci bene, considerando che stiamo parlando di una montagna di lattine di alluminio raccolte pazientemente una dopo l’altra dall’ormai lontano 2007 a bordo delle navi di Costa Crociere, sono numeri che fanno davvero impressione: sono in tutto la bellezza di 27 milioni di barattoli, ovvero 334 tonnellate del prezioso metallo. Quanto basta per costruire 37 carrozze di treni ad alta velocità, oppure 221.000 lampade da scrivania, o 43.500 cerchioni per automobili, o 722.000 macchinette da caffè da tre tazzine, o 300.000 padelle professionali da cinque millimetri di spessore, o 33.400 biciclette simili alla famosa Ricicletta, la city bike in alluminio riciclato. 

Tutto merito di “Message in a can” – un “Messaggio in una lattina” – la campagna di raccolta promossa da CiAl (il Consorzio imballaggi alluminio) e Costa Crociere. 

Ora, giunto alla boa dei nove anni, il programma evolve e si moltiplica, coinvolgendo l’Autorità portuale e la cittadinanza di Savona. E soprattutto punta a mobilitare i social media.

La nuova fase dell’iniziativa per la raccolta e il riciclo delle lattine delle bibite a bordo delle navi da crociera che fanno scalo nella città ligure è stata presentata nelle scorse settimane proprio a Savona. 

 

 

“Il progetto di raccolta differenziata e riciclo delle lattine in alluminio a bordo delle navi, avviato con successo alcuni anni fa grazie alla collaborazione tra CiAl e Costa Crociere – ha commentato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – ha portato i suoi risultati e benefici, sia in termini ambientali sia economici. È la dimostrazione concreta di quanto sia necessario mantenere alta l’attenzione sulle tematiche connesse con la prevenzione alla formazione del rifiuto in ogni contesto, incluso quello di un settore così importante come quello marittimo. Si tratta di un’esperienza positiva, da cui prendere spunto per favorire un sistema sempre più efficiente di gestione dei rifiuti su navi, traghetti e porti, turistici e commerciali”. Ovviamente il ministero ha concesso il suo sostegno e il suo patrocinio al programma.

Tre sono le attività principali della nuova stagione di “Message in a can”: oltre al riciclo dell’alluminio proveniente dalle navi, una campagna di sensibilizzazione diretta ai cittadini di Savona per donare alla citta arredi urbani realizzati in alluminio riciclato e una di mobilitazione sui social media

A partire dal 1° marzo e fino al 30 giugno, sarà affissa presso le abitazioni e gli esercizi commerciali di Savona una locandina che spiegherà come effettuare una corretta raccolta differenziata degli imballaggi in alluminio. Se in questi quattro mesi di campagna la raccolta aumenterà almeno del 25% rispetto allo stesso periodo del 2015, CiAl e Costa Crociere doneranno a Savona tre panchine – prodotte proprio con alluminio riciclato – che andranno ad arredare uno dei parchi urbani della città. 

Infine, dal 1° marzo al 6 giugno “Message in a can” arriverà sui canali social. Agli utenti di Instagram e Twitter verrà richiesto di condividere uno scatto fotografico con l’hashtag #messageinacan. La fotografia dovrà rispondere al tema “affida a una lattina il tuo messaggio per salvare il pianeta”. Chi realizzerà lo scatto giudicato migliore vincerà una crociera Costa per due persone nel Mediterraneo. Mentre a ognuna delle tre menzioni speciali andrà una “Ricicletta”, la city bike in alluminio riciclato di CiAl.

Il progetto fin qui ha dato risultati davvero lusinghieri: la modalità di raccolta e riciclo dell’alluminio proveniente dalle navi Costa a Savona rappresenta un modello di eccellenza nel settore marittimo. Dall’inizio del progetto, la quantità di alluminio recuperata è più che raddoppiata, passando da 23,2 tonnellate nel 2007 a 48,6 nel 2015. Per un totale di 334 tonnellate di alluminio raccolte, equivalenti, appunto, a 27 milioni delle classiche lattine da 33 centilitri. 

 

La vita infinita dell’alluminio

L’alluminio è un metallo che viene usato in mille modi. Per esempio, grazie alle sue caratteristiche di leggerezza e resistenza alla corrosione sta giocando un ruolo crescente in un settore ad alto impatto ambientale come il trasporto. Basti pensare che se negli anni ’50 e ’60 in un’automobile c’erano in media 40 chili di alluminio, oggi questa quantità è più che raddoppiata e si producono ormai telai e carrozzerie completamente in alluminio.

Certo è che si tratta di una materia davvero ideale per sviluppare in modo compiuto una prospettiva di economia circolare. Intanto, per un semplice discorso di costi: non manca certo la materia prima per produrre alluminio – la bauxite è infatti molto diffusa, anche se non in Italia – ma il nodo critico sono i costi produttivi di lavorazione. Per produrre un chilo di alluminio occorre molta energia, ovvero 13 chilowattora. Usando invece il materiale riciclato e recuperato si ottiene un risparmio energetico elevatissimo, pari come detto al 95%, per non parlare del risparmio in termini di emissioni di anidride carbonica (9 tonnellate di CO2 per ogni tonnellata di alluminio prodotto). E inoltre bisogna ricordare che l’alluminio può essere riciclato al 100% infinite volte senza mai perdere le sue caratteristiche originali. Una buona notizia per un paese come l’Italia, che non dispone di miniere di bauxite. I numeri sono chiarissimi: nel 2014 grazie al riciclo di 47.100 tonnellate di imballaggi di alluminio è stata evitata l’emissione di 402.000 tonnellate di CO2, ed è stata risparmiata energia per oltre 173.000 tonnellate equivalenti di petrolio.

Da dieci anni nel nostro paese l’attività di raccolta e di recupero dell’alluminio da imballaggio è affidata al Consorzio imballaggi alluminio, che come slogan e come obiettivo si è dato il motto “Zero discarica, 100% recupero”. Una linea che ha così visto l’allargamento graduale a molte delle fonti possibili, prevedendo, accanto alla raccolta differenziata, l’affermazione di nuove modalità e opzioni di recupero dell’alluminio: in impianti di Tmb (Trattamento meccanico biologico) anche per la produzione di Cdr (Combustibile derivato dai rifiuti), di tappi e capsule da impianti di trattamento del vetro e in impianti per il recupero delle scorie da incenerimento. 

In questo campo il lavoro del CiAl ha dato risultati spettacolari: nel 2014 è stato recuperato addirittura il 74% dell’alluminio da imballaggio avviato al consumo, per un quantitativo pari a 47.000 tonnellate. Un sistema regolato da una serie di accordi di convenzione tra CiAl e Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) che regolano la gestione e la valorizzazione dei rifiuti di imballaggio in alluminio provenienti dalla raccolta differenziata. Ai Comuni viene infatti riconosciuto un contributo economico particolarmente interessante, rispetto ai quantitativi di rifiuti di imballaggio in alluminio raccolti e conferiti, a cui si va ad aggiungere un ulteriore beneficio economico e ambientale derivante dal mancato conferimento in discarica. Tuttavia l’imballaggio costituisce solo una componente minoritaria dell’alluminio in circolazione: c’è ancora molto da fare, infatti, per sfruttare quelle che potrebbero essere definite le “miniere urbane” di alluminio secondario, e che sono purtroppo ancora molto ricche: la perdita apparente complessiva, da usi urbani e industriali, di alluminio è infatti di circa il 40%.

 

Tutto parte dall’organizzazione del sistema di recupero dell’alluminio: a bordo delle navi esistono numerosi punti di raccolta dei rifiuti, sia per i passeggeri sia per l’equipaggio, distribuiti nelle aree svago, nei bar e nei ristoranti, sui ponti esterni, ma anche nelle aree dove il personale di bordo lavora e si riposa. Inoltre ci sono raccoglitori specifici per le lattine di alluminio, che vengono compattate direttamente a bordo, grazie a un macchinario in dotazione a ogni nave della flotta, che le schiaccia in piccole balle. Arrivati nel porto di Savona, le balle di alluminio vengono stoccate da SV Port Service, fino al ritiro da parte di CiAl. 

 

 

Qualche cifra: considerando solo il 2015, nel porto di Savona sono passate 11 navi Costa, per un totale di 233 scali, con una movimentazione complessiva di circa un milione di passeggeri. Va precisato che il corrispettivo economico riconosciuto da CiAl per il materiale conferito viene erogato direttamente da Costa al personale che, a bordo delle navi, si occupa delle operazioni di recupero dell’alluminio dopo la raccolta, di eventuale pulizia del materiale e della compattazione in formati utili all’ottimizzazione dello stoccaggio sulle navi e presso la piattaforma di conferimento nel porto di destinazione. 

“Se guardiamo i numeri, le nostre navi sono delle piccole città, costituite da circa 6.000 persone – ha spiegato Stefania Lallai direttrice Sostenibilità e relazioni esterne di Costa Crociere – il progetto che presentiamo è un perfetto esempio di collaborazione tra diverse realtà, che ci ha portato a recuperare un materiale estremamente prezioso”. 

“Ma c’è un dato che risulta particolarmente interessante: in crociera sì è in vacanza e si è più rilassati. Abbiamo registrato che se normalmente una persona consuma circa 30 lattine l’anno, qui la quantità sale fino a 100”, ha aggiunto Gino Schiona, direttore generale CiAl. Parliamo quindi di 4 milioni di lattine l’anno, numeri che hanno un grosso impatto sulla riduzione di energia ed emissioni. “Il nostro obiettivo di lungo termine – ha insistito Lallai – è estendere questo messaggio di sostenibilità all’intera città di Savona e a un pubblico sempre più ampio, affinché diventi un comportamento acquisito nella vita quotidiana di tutti noi”. 

“L’Autorità portuale di Savona – ha commentato il presidente della stessa Autorità portuale Gian Luigi Miazza – è orgogliosa di questa iniziativa che si colloca all’interno della propria politica di attenzione alla disciplina della gestione dei rifiuti prodotti all’interno dell’area portuale di Savona-Vado. Nel 2007 è stata realizzata un’isola ecologica che oggi può contare sull’autorizzazione allo stoccaggio di 79 diverse tipologie di rifiuti, realizzando una raccolta differenziata sul totale dei rifiuti prodotti che negli ultimi anni è stata dell’87%”. 

“Per un nuovo e rinnovato sviluppo dell’economia globale – ha sottolineato Gino Schiona – le parole d’ordine sono risparmio energetico e uso efficiente delle risorse. Il riciclo dei rifiuti consentirà di ridurre con regolarità l’impiego di materia prima in tutti i paesi sviluppati. E, per spiegare il fenomeno non c’è niente di meglio del caso delle lattine in alluminio il cui riciclo consente un risparmio pari al 95% dell’energia necessaria a produrre nuovo metallo. E questo è forse il principale messaggio contenuto nella lattina per bevande in alluminio. Un messaggio forte e importante. Di partecipazione e condivisione. Di tutela ambientale e sociale e garanzia per uno sviluppo e una crescita realmente sostenibili. Insomma la lattina come emblema di imballaggio in grado di conciliare le esigenze di consumo con quelle di rispetto dell’ambiente”.

 

 

“Message in a can”, www.cial.it/news/message-in-a-can/

 

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