Innovare per realizzare prodotti ancor più performanti, ma senza costi aggiuntivi per i propri clienti e accrescendo il valore ambientale del prodotto finito. Con questi obiettivi Viscolube, azienda leader in Europa nella rigenerazione degli oli lubrificanti usati, ha deciso di installare un terzo reattore catalitico presso lo stabilimento di Pieve Fissiraga (Lodi) per la produzione di una nuova tipologia di base lubrificante finita. La capacità di trattamento annuo dell’impianto – circa 170.000 tonnellate, pari quasi a tutto l’olio usato raccolto ogni anno in Italia – rimarrà inalterata, ma migliorerà decisamente la qualità. Già oggi, in ogni caso, grazie al processo di riraffinazione degli oli usati Revivoil brevettato e sviluppato da Viscolube in collaborazione con Axens – azienda francese fra i principali operatori al mondo nella realizzazione di impianti di raffinazione – le basi rigenerate prodotte da Viscolube hanno caratteristiche e proprietà identiche, e talvolta superiori, a quelle delle basi lubrificanti di prima raffinazione.
La nuova base Gruppo 2 Plus
Le basi lubrificanti (vedi box) sono suddivise in cinque classi, con qualità crescenti da una classe all’altra (le basi del Gruppo 1 sono quelle più semplici ed economiche). Prima dell’installazione del terzo reattore, Viscolube produceva regolarmente basi lubrificanti del Gruppo 1 Plus, quindi con caratteristiche intermedie tra Gruppo 1 e Gruppo 2. Grazie al terzo reattore, sviluppato in collaborazione con Axens, la superficie catalitica complessiva aumenterà di più del doppio (i tre reattori sono posti in serie) e Viscolube, oltre a migliorare la base Gruppo 1 Plus, potrà produrre, senza penalizzare la resa dell’impianto, una nuova base Gruppo 2 Plus, cioè con caratteristiche vicine al Gruppo 3.
“La nuova base Gruppo 2 Plus verrà però proposta a un prezzo allineato a quello di una Gruppo 2 – spiega Gianfranco Locandro, direttore vendite e marketing di Viscolube – con un evidente vantaggio per i clienti. Il nuovo prodotto, che troverà spazio in applicazioni per l’industria, l’automotive e l’autotrazione pesante, potrà sostituire determinate miscele tra basi Gruppo 1 e Gruppo 3 e verrà caratterizzato dalla sigla registrata HG (High Grade) per segnalare lo step ulteriore di idrogenerazione rispetto alle altre basi.” La nuova base Viscolube HG, Gruppo 2 Plus verrà proposta sul mercato nelle versioni 3N, 4N e 5N, con gradazione crescente di viscosità: la 5N è la più viscosa e più costosa (tra la 3N e la 5N ci saranno circa 40/50 euro di differenza di prezzo a tonnellata).
Il confronto con gli standard Gruppo 2
Ci sono varie caratteristiche tecniche che differenziano la nuova base Gruppo 2 Plus da quelle di riferimento di mercato per le basi del Gruppo 2, come evidenziato nella tabella 1.
Per prima cosa, l’elevato indice di viscosità, che consente di evitare l’uso di alcuni additivi, come il miglioratore dell’indice di viscosità. “Un indice di viscosità elevato è importante per far sì che l’olio nei motori di auto e camion non si ossidi, cioè che non si creino dei picchi di temperatura – spiega Locandro –. Infatti, in certi motori è indispensabile usare lubrificanti contenenti basi del Gruppo 3, particolarmente stabili e resistenti all’ossidazione, e la maggior parte dei mezzi di nuova generazione hanno come raccomandazione l’utilizzo di un prodotto che contenga almeno il 30% di base sintetica (cioè, convenzionalmente, dal Gruppo 3 in su).”
Secondo parametro di rilievo è il colore, che sarà un L 0,5. Ciò vuol dire che la base sarà trasparente. Un colore chiaro è importante per esempio nelle gomme: se l’olio è troppo scuro, la gomma vira sul giallo o sul verde. “Il colore è un fattore importante anche in termini di accettabilità sul mercato – prosegue Locandro –. In passato, un colore scadente delle basi rigenerate aveva indotto un senso di diffidenza verso questi prodotti e ancor oggi sul mercato si trovano basi rigenerate di bassa qualità con colore elevato, molto scure e poco limpide. Le nostre basi hanno invece un colore molto bello, frutto di processi industriali a elevata pressione e temperatura: nei reattori Viscolube si arriva a circa 100 bar di pressione e 350 °C di temperatura.”
Un basso livello di SAPS
I motori moderni hanno svariati sistemi di post-trattamento per abbattere le emissioni di CO2 e NOx e rispettare così i limiti imposti dalle normative. Questi sistemi di post-trattamento vengono facilmente inquinati dai SAPS (“Sulphate Ash, Phosphor, Sulphur”), cioè ceneri solfatate, fosforo e zolfo. “I produttori di additivi già da diversi anni hanno dovuto introdurre delle formulazioni con un contenuto basso-medio di SAPS che corrispondono alle specifiche dei costruttori – spiega Locandro –. La nostra base Gruppo 2 Plus contiene dei livelli bassissimi di zolfo e presenta così il vantaggio di essere compatibile con l’utilizzo di questi additivi nelle suddette formulazioni.
La classificazione API delle basi lubrificanti
Le basi lubrificanti sono suddivise dall’API (American Petroleum Institute) in cinque categorie generali:
- Le basi lubrificanti del Gruppo I sono raffinate tramite estrazione con solvente, un processo di raffinazione semplice. Per questo motivo sono le più convenienti sul mercato.
- Le basi lubrificanti del Gruppo II sono generalmente fabbricate tramite hydrocracking, vale a dire cracking in presenza di idrogeno o cracking idrogenante. Poiché tutte le molecole di idrocarburi di questi oli sono sature, le basi del gruppo II presentano migliori proprietà antiossidanti. Hanno anche un colore più chiaro rispetto al Gruppo I.
- Le basi lubrificanti del Gruppo III sono sottoposte a un processo di raffinazione maggiore rispetto alle basi del Gruppo II e, in generale, sono severamente idrocraccate (pressione e calore più elevati). Questo processo è progettato per realizzare una base più pura.
- Le basi del Gruppo IV sono PoliAlfaOlefine (PAO) e sono lubrificanti sintetici. Hanno un range di temperatura molto più ampio e sono l’ideale per l’utilizzo in condizioni di freddo estremo o elevato calore.
- Tutte le altre basi lubrificanti sono classificate nel Gruppo V e comprendono silicone, estere fosfato, polialchilenglicole (PAG), poliesteri, biolube. Si mescolano talvolta con le altre basi per migliorare le proprietà dell’olio.
I primi riscontri del mercato
“Abbiamo fatto i primi test industriali con quantità limitate di prodotto, le basi 3N e 5 N – prosegue Locandro –. I clienti italiani ed esteri che le hanno utilizzate sono stati positivamente colpiti e ci hanno già chiesto di valutare un’allocazione per il prossimo anno (realizzeremo queste basi su ordinazione e non su stock). Abbiamo già inviato un campione della base Gruppo 2 Plus negli Stati Uniti per la caratterizzazione e il pre-screening al fine di avere le approvazioni API e poi a settembre spediremo le basi uscite dal terzo reattore. In parallelo, ci saranno le approvazioni anche per i principali costruttori europei. Siamo fiduciosi sul fatto che la base Gruppo 2 Plus otterrà tutte le approvazioni americane ed europee all’inizio del 2018. Già oggi la nostra base Gruppo 1 Plus è approvata per le specifiche americane API e per i principali costruttori europei, che sono le più diffuse nel mondo.”
Info