L’economia circolare. Dove inizia e dove finisce è difficile da determinare. Si potrebbe immaginare un percorso a tre dimensioni nel quale la circonferenza diventa una spirale e il terzo asse è rappresentato dal secondo principio della termodinamica, quello della non reversibilità degli stati fisici, senza apporto d’energia. In questa maniera potrebbero avere ragione i sostenitori dell’economia lineare, per i quali, se c’è una risorsa, la si sfrutta e basta e si godono i frutti di questo “sviluppo” sul breve periodo. Ma, a rovinare questa logica c’è l’energia solare che alimenta tutto il sistema delle rinnovabili e dovrebbe accompagnarci per i prossimi quattro miliardi di anni. E quest’energia è quella che ci servirà, ai fini pratici, per far “girare” l’economia circolare nel prossimo futuro, pur con il secondo principio della termodinamica ben saldo nella sua posizione. E allora, visto che questo tipo di economia funziona, bisogna metterla a punto, affinché il dispendio d’energia – e di materia – sancito dalle leggi della termodinamica sia ridotto al minimo, consentendo risultati sempre migliori.
È questa la logica secondo cui si sono mossi dodici soggetti attivi nella filiera del riciclo in Toscana, provando ad andare oltre la sola preoccupazione relativa alla percentuale della raccolta differenziata, ma puntando a migliorare la qualità di tutto il riciclo, risparmiando energie e risorse, per ridurre al minimo indispensabile gli effetti del secondo principio della termodinamica.
E non è stato semplice. La filiera dei rifiuti urbani, infatti, è quanto di più complesso esista nel contesto dell’economia circolare, perché nella prima fase, quella della produzione dei rifiuti, c’entra la sociologia. E quando parliamo di attività umane, di “pezzi” della società, le cose si complicano e il tentativo di razionalizzarne i risultati è altrettanto complesso. Già perché mentre la produzione dei rifiuti industriali è frutto di un processo “semplice” di una filiera dalla quale a un certo punto viene espulsa una sostanza o un materiale che può essere processato in maniera univoca e diventare con una certa semplicità una materia prima seconda, i rifiuti urbani possiedono nel loro dna tutta la complessità di chi li genera. Ossia gli umani. E oltretutto cambiano di composizione nel tempo e a seconda della classe sociale da cui provengono, in base a ciò che acquistiamo e a quali sono i nostri stili di vita, a qual è la nostra età. Tutte ragioni per cui spesso la tematica dei rifiuti viene studiata sotto il profilo sociologico.
L’iniziativa, messa a punto in Toscana dagli attori della filiera del riciclo, si chiama Toscana Ricicla e punta a migliorare la qualità della raccolta differenziata, concentrandosi proprio sulla prima parte della filiera, quella più complessa da intercettare e sulla quale, quindi, intervenire: la separazione alla fonte. Nelle nostre case.
“Abbiamo identificato come primo problema quello degli errori nel conferimento dei rifiuti in maniera corretta da parte dei cittadini – afferma Diego Barsotti, responsabile comunicazione Revet Recycling – e allora abbiamo messo a punto Toscana Ricicla”. Si tratta di una piattaforma di comunicazione integrata e condivisa tra tutti i soggetti che serve per migliorare la qualità del materiale in uscita dalle filiere del riciclo toscane che sono sviluppate e che ormai necessitano di materia prima seconda di qualità.
Una filiera d’eccellenza
“La Toscana parte da un contesto relativo alla raccolta differenziata buono, ma non eccelso visto che abbiamo una percentuale poco oltre il 44%” prosegue Barsotti. “Ma ciò che abbiamo voluto valorizzare è il fatto che in Toscana esiste una filiera del riciclo molto avanzata, sia rispetto all’Italia, sia all’Europa, perché quasi tutti i materiali che si recuperano tramite la raccolta differenziata si riciclano nella regione stessa. Tutto il vetro, per esempio, si ricicla in uno stabilimento di Empoli, così come il Tetrapak che da noi non finisce nella raccolta della carta come in altre regioni”. Questo materiale, infatti, che una decina di anni fa era visto dagli ambientalisti come un demonio poiché frutto dell’accoppiamento di cartone, alluminio e plastica, ora in Toscana possiede una filiera di riciclo tutta sua, nella quale lo si raccoglie, lo si vaglia e seleziona. Poi, una volta confezionato in balle omogenee, il Tetrapak viene inviato in una cartiera in provincia di Lucca. Qui un impianto apposito per il riciclo di questo materiale riesce a estrarre le fibre cellulosiche in esso contenute che sono molto pregiate visto che provengono dalle foreste di conifere svedesi e con le quali si può (ri)produrre carta per uso domestico igienico e sanitario non sbiancata e interamente prodotta dal riciclo.
Lo stesso discorso vale per l’organico che può disporre di diversi impianti di compostaggio in regione e può essere valorizzato e utilizzato direttamente in una filiera corta; così come la carta da macero che trova una destinazione d’uso nelle cartiere della lucchesia.
“Infine – continua Barsotti – abbiamo la filiera delle plastiche miste che rappresenta un’eccellenza rispetto all’Europa e al resto d’Italia. In generale, infatti, tutti gli imballaggi plastici – tranne bottiglie e flaconi – sono destinati a recupero energetico perché fatti con polimeri diversi che sono a loro volta difficili da riciclare assieme. A Pontedera, a Revet Recycling, si recuperano tutti i polimeri tra di loro compatibili producendo un granulo che ha un mercato mondiale poiché ha qualità paragonabili a quello vergine ma un costo più basso. In Toscana, quindi, anche la filiera delle plastiche miste è all’avanguardia perché ci sono solo tre impianti in Italia che riciclano il plastmix”.
Comunicare il riciclo
Toscana Ricicla, la piattaforma organizzata dai comunicatori interni agli attori del riciclo, possiede sostanzialmente due obiettivi. Primo: far emergere la parte virtuosa della Toscana che è l’industria del riciclo ed è legata in maniera stretta all’economia circolare e che è anche quella meno conosciuta. Il secondo obiettivo è il miglioramento della qualità della raccolta differenziata. E il suo target è il cittadino e, volendo essere più precisi, il target di quest’anno è il cittadino che già fa la raccolta differenziata e che potrebbe farla ancora meglio. Insomma intervenire sulla fonte per migliorare.
E i margini ci sono. Sulla raccolta multimateriale, per esempio, si arriva a una percentuale di scarti tra il 10 e il 15%, dovuti quasi sempre agli errori dei cittadini. A volte si tratta di comportamenti facili da correggere. Come quello classico che attiene all’organico spesso raccolto dai cittadini utilizzando un sacchetto di plastica non compostabile.
E i danni non sono banali. Una sola tazzina di ceramica, per esempio, è in grado d’inquinare un’intera campana di vetro. Il motivo è semplice. La ceramica, infatti, non fonde alla temperatura del vetro e i suoi frammenti sono difficilmente identificabili nel flusso del materiale e per questo i nuovi prodotti, se c’è della ceramica, nascono difettati e vengono rimessi nuovamente nel sistema con il risultato che ogni volta i frammenti di ceramica diventano più piccoli e meno identificabili. Non solo: la filiera del riciclo del vetro “soffre” per la presenza di specchi, pirex e cristalli che contengono argento e piombo. Il problema è così sentito che nella filiera del vetro si preferisce evitare il conferimento dei bicchieri, nel dubbio che si tratti di cristallo.
I dodici cavalieri del riciclo
Ecco chi partecipa a Toscana Ricicla:
1. Regione Toscana
2. Aer Ambiente Energia Risorse SpA
3. Asm Ambiente Servizi Mobilità
4. Cis Srl
5. Cispel Confservizi Toscana
6. Geofor Spa
7. Publiambiente S.p.A.
8. Quadrifoglio Spa Servizi Ambientali Area Fiorentina
9. Rea (Rosignano Energia Ambiente Spa)
10. Revet
11. Sei Toscana
12. Sienambiente
E con tutto questo bagaglio di informazioni da comunicare ai cittadini appare chiaro come i comunicatori di Toscana Ricicla abbiamo voluto dare una coerenza di fondo all’informazione sul riciclo, la quale però soffre di un vizio originario del settore. Ci sono, infatti, nel contesto del riciclo degli errori di fondo “storici” che non sono mai stati corretti. Nel decreto Ronchi con il quale partì la raccolta differenziata in Italia, infatti, si diceva che sarebbero stati pubblicati in poco tempo i decreti attuativi con gli standard sul calcolo e sulle modalità della raccolta differenziata. In pratica si sarebbero dovute definire le tipologie dei contenitori e dei colori su scala nazionale. I decreti attuativi non sono mai arrivati ed è questa la ragione per cui in ogni comune, ma spesso anche quartieri diversi della stessa città, si trovano modalità di raccolta, contenitori e colori diversi. “E così può succedere che chi abita tutto l’anno a Firenze, se d’estate va nella casa al mare, trova tutto diverso da come è abituato. E allora ecco che si fanno errori”, continua Barsotti.
Giunta al suo secondo anno d’attività, Toscana Ricicla quest’anno punterà su una comunicazione che faccia perno sulla multimedialità: con video caricati sui siti web dei giornali locali, sui social network e diffusi in televisione e con spot radio. Si è poi pensato di “colpire” i cittadini con alcune campagne virali. “Abbiamo pensato di mettere webcam puntate sui mucchi degli scarti della selezione di ogni filiera per far vedere dal vivo, e in tempo reale, quanto materiale si spreca nonostante l’impegno di tutti per il riciclo” prosegue Barsotti. “E oltre a ciò abbiamo creato la ‘Settimana della qualità’: un appuntamento periodico dove presenteremo tutto ciò che si può fare in una casa con il materiale riciclato. Sarà un evento che dopo l’edizione di Firenze – dal 18 al 27 novembre, a piazza della Repubblica – toccherà successivamente gli altri capoluoghi di provincia della Toscana. E nel frattempo, sempre nell’ambito del progetto, stiamo realizzando dei video che raccontano la storia del materiale e alcuni spot televisivi che hanno come protagonista l’attrice fiorentina Daniela Morozzi, un volto noto che ha interpretato Vittoria Guerra nella serie Distretto di Polizia”.
Tutti i contenuti, infine, saranno disponibili sul sito web di Toscana Ricicla, dove si potranno trovare anche i dati numerici del riciclo nella regione. Sempre sul sito si potrà inoltre compilare un questionario sulla raccolta differenziata finalizzato alla partecipazione a un concorso: chi vincerà non lo farà in prima persona, ma farà vincere al proprio comune arredi urbani in plastica riciclata come panchine, tavoli, bacheche e pavimentazioni. Per toccare con mano i risultati di una raccolta differenziata fatta bene.
Revet Recycling, www.revet-recycling.com
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