Ogni anno finiscono negli oceani 8 milioni di tonnellate di plastica. Ogni anno usiamo mille miliardi di sacchetti per la spesa, la maggior parte dei quali vengono utilizzati una sola volta. Un flusso costante di rifiuti di plastica, che sta riempiendo mari e oceani. “In uno scenario business-as-usual – dice The New Plastics Economy: Rethinking the future of plastics, un rapporto prodotto dal World Economic Forum e dalla Ellen MacArthur Foundation – si prevede che entro il 2025 l’oceano conterrà una tonnellata di plastica ogni tre tonnellate di pesce, ed entro il 2050, più plastica che pesce.” In questo scenario l’Ue ha adottato una direttiva per ridurre l’uso di sacchetti di plastica e sta compiendo investimenti in nuove tecnologie, per sviluppare il concetto di un’economia biobased europea.
Anche il packaging entra in gioco. Un settore sempre più importante, non solo dal punto di vista delle aziende che lo usano per distribuire e promuovere i loro prodotti, ma anche da quello dei consumatori, che sono sempre più consapevoli dell’aspetto relativo alla sostenibilità di quello che comprano. Per questo motivo il mondo dell’industria sta investendo in ricerca e innovazione, spingendo progettisti, tecnici e startup a produrre nuove idee di packaging con migliori prestazioni e più riciclabili. L’industria cartaria, grazie alla sua stessa natura e alle materie prime che impiega può essere un esempio emblematico.
È su queste basi che, in Finlandia, precisamente a Espoo, nasce PAPTIC. “È un prodotto rivoluzionario a base di fibra, il cui componente principale è fibra di legno sostenibile. È un materiale di nuova concezione che combina i benefici ambientali della carta con la funzionalità della plastica, e le proprietà al tatto di un tessuto,” dichiara Daniela Bquain, ingegnere addetto alla sostenibilità della Paptic®. “Oltre all’aspetto dell’essere sostenibile e di alta qualità, il PAPTIC è anche sigillabile a caldo e durevole. Inoltre è rinnovabile e riciclabile con il cartone.” La materia prima per la sua produzione, in questo caso, arriva dalle foreste della Finlandia settentrionale gestite dal Pefc (Programme for the Endorsement of Forest Certification) o da Fsc (Forest Stewardship Council). “Il PAPTIC è prodotto con le stesse macchine che producono la carta, solo con una tecnologia leggermente modificata che era già in fase di sviluppo al VTT Technical Research Centre finlandese,” continua Bqain. “La nuova tecnologia è un brevetto della Paptic®.”
La startup finlandese fu creata nel 2015, come spinoff del centro di ricerca finlandese e nel 2016 ottenne il supporto finanziario dell’agenzia Easme (Executive Agency for Small and Medium-sized Enterprises) del progetto europeo Horizon 2020, per la pianificazione e la realizzazione di un passaggio su scala industriale della produzione di PAPTIC: 2,2 milioni di euro in due anni per arrivare alla produzione su scala commerciale entro la fine del 2018. Si prevede la produzione di 20.000 tonnellate all’anno. “PAPTIC si presenta egregiamente sia alla vista che al tatto”, spiega Daniela Bqain. “La plastica non è considerata un materiale di alta qualità, mentre il PAPTIC offre ai marchi di fascia alta l’opportunità di lavorare con un nuovo materiale sostenibile, che si distingue dalla plastica e dalla carta per le sue proprietà che danno la sensazione tattile di un tessuto.” Dopo i test iniziali, nel giugno del 2016, partì la collaborazione con Seppälä, il famoso marchio dell’abbigliamento in Finlandia ed Estonia che decise di sostituire tutti i suoi sacchetti per la spesa con quelli fatti con il materiale della startup finlandese.
Così, un innovativo materiale ricavato dalla fibra ha potuto gradualmente sostituire la plastica nei sacchetti per la spesa e altri packaging flessibili. Si stima che ogni anno vengano usati nella sola Europa almeno cento miliardi di sacchetti di plastica, e più dell’80% solo una volta. Una tale media significa che ogni cittadino europeo utilizza 180 sacchetti all’anno. Per questo motivo, nel 2015, il parlamento europeo ha obbligato gli Stati membri a ridurre il numero di sacchetti di plastica, adottando diverse misure per raggiungere l’obiettivo di 90 sacchetti all’anno per cittadino entro il 2019 e a 40 entro il 2025. E l’Italia, in questo caso, ha fatto da guida nella riduzione dei sacchetti a perdere, al punto che nel 2011 è stata la prima nazione in Europa a bandirne l’uso. “Oggi la plastica è utilizzata in un gran numero di applicazioni e penso che la sostituzione totale di questo materiale sarà assolutamente impossibile perché possiede delle qualità indispensabili per certi prodotti” conclude Daniela Bqain. “Ma per il settore del packaging credo che la possibilità di utilizzare materiali più sostenibili sia reale e tangibile.” E il PAPTIC ne è la prova.
Pefc, www.pefc.org
New Plastics Economy, newplasticseconomy.org
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