Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci, 1967. Courtesy Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, Biella Foto: Paolo Pellion |
Nel 2012, nell’ambito della Biennale di Architettura di Venezia, Pistoletto realizza l’opera Italia riciclata, utilizzando esclusivamente gli scarti prodotti nel corso degli allestimenti della Biennale. Nello stesso anno, si fa promotore di Rebirth-day, prima giornata universale della rinascita, che ha dato vita a oltre un centinaio di eventi in tutto il mondo il 21 dicembre.
Nel 2013 il Museo del Louvre di Parigi ospita la sua mostra personale, Année 1 - Le Paradis sur Terre. Ancora nel 2013 riceve a Tokyo il Praemium Imperiale per la pittura.
Michelangelo Pistoletto Année 1 – Le Paradise sur Terre, 2013. |
Nel maggio di quest’anno, Milano accoglie in Piazza del Duomo, in contemporanea con Expo 2015, una nuova opera Pistoletto, costituita da una mela, morsa e reintegrata, alta otto metri e posta al centro del “Terzo Paradiso”, nuovo simbolo dell’infinito, materializzato a terra da balle di paglia che formano una seduta, a comunicare l’armonia possibile tra natura e artificio.
Secondo le stesse parole dell’artista (Manifesto del Terzo Paradiso, 2003-2015) “il progetto del Terzo Paradiso consiste nel condurre l’artificio, cioè la scienza, la tecnologia, l’arte, la cultura e la politica a restituire vita alla Terra, congiuntamente all’impegno di rifondare i comuni principi e comportamenti etici, in quanto da questi dipende l’effettiva riuscita di tale obiettivo.
Terzo Paradiso significa il passaggio a un nuovo livello di civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza”.
Michelangelo Pistoletto, Caracalla Paradiso Contemporaneo, 2012. Terme di Caracalla, Roma - Foto: Pierluigi Di Pietro |
Rebirth-day, 2012, Zisa Zona Arti Contemporanee, Palermo. Foto: Domenico Aronica |
Terzo Paradiso - Coltivare la città, 2014. SuperOrtoPiù, Milano - Foto: Lorenzo Daverio |
Come è nata in lei la necessità di immaginare un “nuovo Paradiso terrestre”? Perché la nostra civiltà deve introdurre un nuovo mito, deve puntare a una palingenesi culturale?
“Questa necessità nasce passo dopo passo, all’interno della mia ricerca artistica, fin dagli anni Cinquanta, quando ho cominciato a fare i primi ritratti e i primi autoritratti. A un certo punto ho sviluppato dalla tela i primi quadri specchianti (una lastra di acciaio inox lucidato a specchio sulla quale è applicata un’immagine ottenuta mediante una tecnica di riporto fotografico, ndr): in questi che definisco autoritratti del mondo ho iniziato a ricomporre l’immagine di quanto riprendevo dall’ambiente circostante e in questo modo a rispondere a livello sociale, e non più individuale, alle domande che mi ponevo.”
Le attività di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e la sua attività culturale degli ultimi anni presuppongono un nuovo rapporto tra arte e territorio. Quali processi di trasformazione attivano nel tessuto sociale e imprenditoriale le attività artistiche di Terzo Paradiso?
“Il progetto di Cittadellarte nasce alla fine degli anni Novanta a Biella, in un territorio quindi di non grandi dimensioni. Cittadellarte significa cittadella, intesa come luogo difeso e protetto, circoscritto; ma anche città, intesa come estensione e apertura al mondo. La cultura artistica svolge quindi una funzione di unione tra locale e globale.
In questo senso lavoriamo direttamente sul territorio, come abbiamo fatto con Let Eat Bi. Il Terzo Paradiso in terra biellese. È un progetto che aggrega le risorse e le attività del territorio biellese, legate alla cura della terra, del paesaggio sociale e naturale, con l’obiettivo di favorire la solidarietà e l’inclusione sociale (il progetto valorizza per esempio il territorio coltivato e in disuso o dimenticato, come orti, frutteti, boschi, campi sociali, solidali, urbani, collettivi, di comunità, fino ai terreni degli orticoltori amatori, ndr).”
Il Terzo Paradiso, carta da regalo allegata a “Lettura”, Corriere della Sera, 22 dicembre 2013 |
In questi ultimi anni, alcuni dei suoi progetti artistici più significativi hanno coinvolto elementi rinnovabili come la paglia di riso, utilizzata come materiale da costruzione, o la lana (Woollen - La mela reintegrata, 2007). Con che funzione?
“Tutto il mio lavoro parte dalla valenza simbolica dell’esperienza artistica. L’opera Woollen - La mela reintegrata ha questa funzione: la mela è stata ricostruita perché il morso che l’uomo ha dato al frutto primordiale, simbolo dell’aggressione alla natura e del mondo artificiale di oggi, ci ha portato molto lontano. L’idea che sta alla base della mela reintegrata è quella, fondamentale, della rigenerazione. Per riprendere il titolo di Expo 2015, dobbiamo nutrire il corpo ma anche la mente del pianeta e la funzione dell’arte è proprio quella di ricostruire un tessuto simbolico.
La mela reintegrata della Collezione Fondazione Zegna è fatta di lana, materiale per eccellenza della rigenerazione: è la veste della pecora, che viene lavorato senza forzare la natura. In questo modo l’uomo impiega la propria capacità artificiale sviluppando un abito completamente nuovo, ma nella direzione di un’unione con la natura.
È il concetto alla base del segno dei tre cerchi che compongono il ‘Terzo Paradiso’: quella che chiamo la trinamica, la dinamica del numero tre, che ricongiunge e fonde elementi diversi tra loro per produrne uno nuovo che non esisteva e che equilibra i due contrari. È questo il metodo che occorrerebbe adottare in ogni processo: cercare prima l’idea opposta alla propria, e costruirne con essa una terza completamente nuova.
In questo modo andiamo oltre il riciclo, creiamo qualcosa dalla nuova valenza politica, economica, sociale.”
Quale senso assume quindi l’installazione della Mela di Milano in contemporanea con Expo 2015?
“Dobbiamo ritornare alla terra. La mela morsicata del Paradiso Terrestre si è trasformata oggi in una mela interamente divorata dal mondo artificiale. La natura è sparita. Non si tratta più soltanto di un simbolo religioso, se pensiamo che anche la mela icona di Apple è una mela morsicata. Come vuole indicare l’opera che verrà realizzata a Milano, la natura dev’essere ricucita. Dev’essere reintegrata.”
Michelangelo Pistoletto, Terzo Paradiso - La mela reintegrata (rendering), 2015, Palazzo Duomo, Milano |
Il Manifesto del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, www.terzoparadiso.org/testi/terzo_paradiso.pdf