Il contesto è simbolico, l’isola di Malta, al centro del bacino mediterraneo tra il Sud Europa e l’Africa settentrionale: un ponte di comunicazione che idealmente congiunge realtà tanto diverse che condividono l’immensa ricchezza del Mare Nostrum. Qui – a Sliema – il 18 e il 19 aprile 2017 si è svolto l’evento “BlueMed. Un bacino di ricerca e innovazione per una crescita sostenibile”. L’incontro ambiva ad aprire questa iniziativa, per la prima volta, ai paesi del Mediterraneo extra Ue, con l’obiettivo di avviare un think-tank strategico per la cooperazione mediterranea a scala locale, regionale e internazionale, volto a sbloccare il potenziale di quest’area per la crescita blu.

Oggi il Mediterraneo si trova ad affrontare le sfide dell’Antropocene, con il riscaldamento delle sue acque, l’inquinamento e l’eccesso di pesca. Un’area che in parte ha mostrato una resistenza all’innovazione, forse a causa del forte radicamento in essa di settori come la pesca e il trasporto marittimo. Tuttavia, la biodiversità marina, le risorse presenti negli ambienti marini profondi e l’interesse turistico rendono il Mediterraneo un importante bacino di opportunità.

In coerenza con gli obiettivi della strategia per la crescita blu dell’Ue, BlueMed si basa su un forte coordinamento tra ricerca, industria e politica a livello nazionale, regionale ed europeo. Numerosi progetti e iniziative, condivisi dai vari attori del Mediterraneo, sono stati presentati durante i due giorni dell’evento, offrendo quindi una visione complessiva sul potenziale dell’area. Progetti che, inoltre, promuovono azioni di collaborazione su attività innovative coinvolgendo anche l’indotto. Dalla ricerca basata sulle capacità delle stazioni e degli osservatori presenti lungo le coste europee di fornire strumenti avanzati per le indagini dell’ambiente marino e il suo potenziale per nuovi biomateriali e l’acquacoltura; alle iniziative commerciali, per esempio di trasporto marittimo, che cercano soluzioni per migliorare l’efficienza energetica, fino a quelle educative che aiutano a capire il valore del mare. 

 

BlueMed

Con il sostegno della Commissione europea (Direzione Ricerca e Innovazione, MARE e JRC) l’iniziativa BlueMed è stata sviluppata e concordata tra Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna. Nel 2014 è stata eletta come priorità nel programma della Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea che mirava a “lavorare con la Commissione e gli Stati Membri per definire un’iniziativa di punta per la crescita blu per il Mediterraneo”. Le informazioni raccolte grazie alle consultazioni con le parti interessate – politiche, scientifiche e industriali – nonché l’analisi di circa 900 progetti di ricerca e sviluppo, hanno fornito una mappa delle necessità e delle lacune nella ricerca e nell’innovazione, costituendo la base per la “Agenda strategica di ricerca e innovazione BlueMed” (Sria), infine adottata da 10 paesi, con la firma della Dichiarazione di Venezia sulla cooperazione nel Mediterraneo, nell’ottobre 2015.

 

L’importanza di avere un progetto strategico cui ispirarsi è emersa, per esempio, nel settore dell’acquacoltura. La produttività ittica del Mediterraneo è ben diversa da quella dell’Atlantico su cui si affacciano diversi paesi dell’Unione europea, e necessita quindi di una regolamentazione rigorosa dell’acquacoltura in mare. La varietà nelle specie ittiche presenti e un differente utilizzo delle zone costiere portano a volumi di produzione molto diversi tra le due aree. Pur non essendo un risultato imputabile a gap tecnologici o di metodi di pesca, l’assenza di un quadro strategico di riferimento conferisce un senso di inadeguatezza dei produttori mediterranei nei confronti di super produttori nord-atlantici. 

Scarsa, purtroppo, è stata a BlueMed la presenza delle nazioni nordafricane. L’occasione era ideale per attirare un pubblico più ampio dai paesi della sponda sud del Mediterraneo, conoscere i loro interessi e le loro necessità, offrendo al contempo una panoramica delle risorse che l’Europa può mettere a disposizione.

 

Coordinamento e supporto

Nel 2015 – sotto il coordinamento del Consiglio della Ricerca (Cnr) italiano – è stata avviata un’iniziativa di Coordinamento e Sostegno a BlueMed (CSA BlueMed), finanziata con tre milioni di euro dalla commissione europea. Il progetto dovrebbe consentire l’attuazione degli obbiettivi strategici del BlueMed e innescare l’innovazione del settore marino e marittimo del Mediterraneo integrando le conoscenze e gli sforzi dei paesi interessati, collegando la comunità di ricerca con i responsabili politici, il settore privato e la società civile. 

Durante la prima riunione di BlueMed nel novembre 2016, a Rimini in Italia, nell’ambito di Ecomondo, John Bell, direttore per la bioeconomia nella Direzione Generale per la ricerca e l’innovazione della Commissione europea, ha osservato che “la crescita e le soluzioni devono avvenire laddove vivono le persone, cioè localmente”. In particolare, considerando la natura delle economie del Mediterraneo, fortemente dipendenti da attività come il turismo, la pesca e l’acquacoltura e il trasporto marittimo, è arrivato il momento di sfruttare a fondo il potenziale del settore marittimo e “far emergere BlueMed passando dalla fase teorica a quella pratica e coinvolgendo i paesi extracomunitari”.

Durante l’evento di Sliema, Sigi Gruber, responsabile dell’Unità Risorse Marine della Direzione per la Ricerca e l’Innovazione della Commissione europea, ha curato e presieduto varie sessioni su progetti e attività di ricerca, sottolineando come la sinergia tra i progetti e le infrastrutture di ricerca sia fondamentale per la realizzazione del processo innovativo a livello locale. Ciò è particolarmente vero nel caso delle infrastrutture di ricerca “distribuite” che dispongono di vari impianti in regioni costiere, spesso lontano dai principali centri universitari o dalle città ma collegati al consorzio europeo per la ricerca (Eric) e parte del panorama Esfri (European Strategy Forum on Research Infrastructures). I casi presentati sono quelli dell’European Marine Biological Resource Centre – Embrc e dell’European Multidisciplinary Seafloor and water-column Observatory – Emso. Il primo ha l’ambizione di agire come motore di innovazione regionale, collaborando con le autorità locali per sostenere un ecosistema di innovazione basato sulle risorse biomarine. Embrc fornisce strumentazione d’avanguardia e relative conoscenza biologica ed ecologica, per sostenere le esigenze delle piccole e medie imprese in termini di supporto tecnologico e consulenza scientifica. 

È emerso, inoltre, come la collaborazione tra diverse infrastrutture di ricerca e altre iniziative sia essenziale per impostare gli strumenti di monitoraggio e organizzare le informazioni che ci consentiranno di valutare lo stato dell’oceano e i suoi cambiamenti, obiettivo assolutamente strategico per i prossimi 25 anni. 

 

BlueMed: rispondere alle sfide

Il documento di visione BlueMed, stilato nell’ottobre 2015, indica le seguenti “sfide chiave” da affrontare per raggiungere gli obiettivi del progetto:

1) Tecnologie abilitanti e ambiti di creazione di competenze

  • Garantire prestazioni ecologiche sostenibili, nonché sorveglianza marittima e sicurezza mediante “greening” di navi, porti e altre piattaforme marittime.
  • Combinare la produzione di energia rinnovabile, l’acquacoltura, la sorveglianza marittima e il monitoraggio ambientale sulle piattaforme off-shore.

2) Fattori abilitanti di supporto alla conoscenza

  • Comprendere la vulnerabilità degli ecosistemi marini mediterranei, inclusi quelli profondi.
  • Migliorare la previsione di impatto dei cambiamenti climatici, a livello regionale e sub-regionale.
  • Attivare osservatori multifunzionali e sistemi di allarme precoce. 
  • Individuare e seguire gli inquinanti emergenti e promuovere azioni di risanamento.

3) Fattori abilitanti settoriali

  • Sostenere lo sfruttamento sostenibile della biodiversità mediterranea con servizi industrie e servizi innovativi per le piccole-medie industrie locali.
  • Perseguire la gestione ecosistemica dell’acquacoltura e della pesca.
  • Sviluppare il turismo sostenibile.

 

 

BlueMed, www.bluemed-project.eu

European Marine Biological Resource Centre, www.embrc.eu

European Multidisciplinary Seafloor and water-column Observatory, www.emso-eu.org/site

 

Immagine in alto: Corbetta, 1853 – Wikimedia Commons, Public Domain