Prendersi cura della terra e dell’acqua che vi scorre è il primo obiettivo di un’agricoltura davvero intelligente. Ma per essere efficaci bisogna innanzitutto avere informazioni precise e continuamente aggiornate sullo stato di salute del suolo. Come quelle che può fornire un sistema di monitoraggio hi-tech composto da un drone con sensori intelligenti e dispositivi IoT.
Proprio in questo consiste la nuova sperimentazione del Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, che si avvale della tecnologia messa a punto dalla startup italo-tedesca Smart Cloud Farming, incubata nel suo hub di ricerca.
Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Istituto Fraunhofer di Berlino, il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali di UniMi e la Cascina sperimentale Baciocca e fa parte del programma di incubazione e scouting per supportare le realtà imprenditoriali più innovative nel settore idrico avviato nel 2018 da CAP con Fondazione Cariplo.
Razionalizzare i fertilizzanti e proteggere l’acqua di falda
In breve, la tecnologia ideata da Smart Cloud Farming si basa su un drone che analizza i nutrienti del suolo agricolo, permettendo di preservare anche la qualità dell’acqua di falda.
“Questa innovativa tecnologia permette di analizzare grandi superfici di terreno in tempi brevi, accelerando i tempi di monitoraggio delle componenti del suolo e riducendole da qualche settimana a qualche ora”, spiega Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP.
La sperimentazione, effettuata su una delle aree agricole del Comune di Cornaredo, ha permesso di raccogliere i primi dati che verranno analizzati e serviranno come base di studio per procedere nei prossimi mesi a un nuovo test sul campo. Il vantaggio competitivo della tecnologia sviluppata da Smart Cloud Farming è quello di razionalizzare l’utilizzo di fertilizzanti e concimi chimici, consentendo agli agricoltori di intervenire solo sui terreni in cui è realmente necessario, per tutelare non solo la qualità del suolo e delle colture, ma anche le falde acquifere dalla contaminazione di sostanze dannose.
Il drone è equipaggiato con una camera “iperspettrale”, capace di scansionare il terreno sul quale sta volando sia nel campo visibile sia nell’infrarosso. In questo modo, Smart Cloud Farming mira a creare una correlazione tra la risposta del sensore e l’indice NPK (che indica il quantitativo dei principali elementi nutritivi: azoto-fosforo-potassio), un parametro utile per aiutare gli agricoltori a dosare in maniera controllata le sostanze fertilizzanti, mettendo in atto quindi un approccio di “agricoltura di precisione”.
Il Gruppo CAP per la ricerca e innovazione
L’impegno di Gruppo CAP nella ricerca e innovazione spazia dalle svariate applicazioni dei processi di economia circolare fino ai progetti più innovativi nel settore agricolo.
“Il nostro percorso di ricerca nel settore dello Smart Farming – racconta Alessandro Russo - è cominciato già un paio di anni fa nel nostro Centro Ricerche Salazzurra, quando abbiamo deciso di sostenere con un programma di incubazione le startup più promettenti anche nel campo dell’agricoltura intelligente. Un settore per il quale stiamo sviluppando una delle più interessanti ricerche a livello europeo, H2020 Digital Water City, che nasce per monitorare in continuo i parametri delle acque depurate destinate a uso irriguo”.
“Se vogliamo innovare il settore idrico e renderlo sempre più sostenibile, – conclude - dobbiamo pensare a sviluppare nuovi processi e tecnologie che stanno alla base dell’attività agricola, alla quale vengono destinate il 51% delle risorse di acqua che preleviamo dall’ambiente (Fonte: Blue Book 2019) e che ritornano solo in parte nelle nostre riserve acquifere”