Una rete di imprese consorziate cresciuta da 6 a 202 in un solo anno, con 330 organismi convenzionati per un totale di 3706 Comuni serviti, cioè 36 milioni di cittadini italiani. Ma soprattutto, oltre 38mila tonnellate di imballaggi in bioplastica raccolte e riciclate organicamente, cioè quasi il 52% dell’immesso sul mercato.
Sono i numeri del primo anno di Biorepack, il consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, nato ufficialmente nel gennaio 2021 per incentivare il corretto riciclo e la trasparenza del sistema e contrastare l’illegalità.
Traguardi importanti, che arrivano come una nota positiva in un momento il cui la filiera delle bioplastiche italiana è investita dalle polemiche.
Tutti i numeri di Biorepack
“Questi numeri, dopo appena un anno dalla nascita di Biorepack, dimostrano quanto sia stato importante aver creato questo nuovo consorzio all'interno del sistema Conai per garantire un trattamento corretto all'innovativo comparto delle bioplastiche compostabili”, ha commentato il presidente Marco Versari, presentando il 30 maggio a Milano la relazione delle attività svolte nel 2021.
I risultati fanno parlare a ragione di successo per il nuovo organismo, sia dal punto di vista dei materiali raccolti e avviati a riciclo, sia per quanto riguarda le adesioni di enti e imprese.
“In particolare – ha aggiunto Versari - va salutato con soddisfazione il fatto che il dato sulla quantità di imballaggi riciclati rispetto all'immesso al consumo sia già oggi superiore rispetto all'obiettivo minimo di legge previsto per il 2025 (pari al 50%) e assai vicino a quel 55% fissato per il 2030”.
Per quanto riguarda la campagna per le convenzioni, considerando che l’accordo con Anci (Associazione nazionale comuni italiani) è stato firmato solo il 20 ottobre 2021, i numeri raggiunti sono ottimi. Su 330 organismi convenzionati, ben 209 sono Comuni, altri 102 sono gestori deputati alla raccolta dell'umido urbano, 10 sono enti di governo del servizio rifiuti e 9 sono gestori di impianti di trasferenza o di riciclo organico.
C’è tuttavia uno squilibrio nella distribuzioni dei consorziati sul territorio nazionale, con il Sud e le Isole rimasti indietro: il 79% dei Comuni nel Nord Est ha aderito a Biorepack, così come il 50% di quelli del Nord Ovest e il 49% nel Centro; dei Comuni del Sud, invece, solo il 29% ha firmato la convenzione e nelle Isole appena il 14%.
L’auspicio, commenta Versari, “è che i Comuni e i soggetti da loro delegati alla raccolta rifiuti nelle regioni del Mezzogiorno colmino rapidamente questo divario. Convenzionarsi significa infatti poter accedere a risorse economiche che si rivelano cruciali, soprattutto per le realtà territoriali di medio-piccole dimensioni. E sono uno stimolo ad effettuare nel migliore dei modi la raccolta differenziata della frazione umida, essenziale anche in chiave ambientale”.
Contrasto all’illegalità, trasparenza e ricerca
Se i numeri raggiunti sono già importanti, c’è tuttavia ancora molta strada da fare per migliorare la trasparenza della filiera e l’efficacia dei processi di recupero e riciclo delle bioplastiche compostabili.
Per questo uno degli scopi di Biorepack è la promozione di iniziative di Ricerca e Sviluppo in collaborazione con università e think-tank indipendenti.
Un esempio è la collaborazione con l’Università di Bologna per definire delle metodologie statistiche efficienti in grado di determinare la quantità di bioplastiche effettivamente inviata al trattamento.
Il Consorzio ha inoltre aderito allo studio del think tank The European House Ambrosetti per presentare lo stato dell'arte del riciclo in Italia.
Fondamentale è poi la lotta all’illegalità, per contrastare fenomeni che inquinano la filiera, come la vendita di imballaggi dichiarati “compostabili” ma che in realtà non hanno le caratteristiche tecniche e ambientali richieste per legge, o l’uso di false dichiarazioni e certificazioni ambientali. Su questi temi Biorepack sta lavorando in sinergia con Assobioplastiche, e i primi risultati si sono già visti con i sequestri di imballaggi non a norma a Roma e a Napoli.
Infine, sempre con l’obiettivo della trasparenza e tracciabilità, il Consorzio si è concentrato, in collaborazione con Conai, sul tema dell’etichettatura, al fine di rendere più chiaro e semplici per i cittadini riconoscere e differenziare correttamente le bioplastiche compostabili.
“Un anno fa - conclude Versari – Biorepack era solo un progetto con obiettivi ambiziosi, oggi ci presentiamo con numeri positivi e attività concrete. Sappiamo bene che si tratta solo di un punto di partenza. Ma abbiamo la volontà di progredire insieme ai cittadini, alle istituzioni nazionali e locali, alle aziende che raccolgono, agli impianti che riciclano, al mondo accademico e della ricerca, alle ONG. Sempre pronti al confronto per progredire, mai alla polemica per distruggere”.
Immagine: Towfiqu Barbhuiya (Unsplash)