Il vino, da sempre uno dei simboli dell’eccellenza italiana, diventa ora anche ambasciatore della bioeconomia. Nell’ambito delle iniziative di Fondazione Symbola per la sostenibilità della filiera vitivinicola, è stato infatti annunciato l’accordo tra Novamont e Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco per un protocollo di lavoro da attivare nella prossima stagione agraria.
Si tratta, in pratica, di applicare alcune tecnologie per una coltivazione della vite a basso impatto ambientale. Novamont fornirà ai viticoltori del Consorzio dei teli per la pacciamatura biodegradabili in Mater-Bi e un bioerbicida di origine naturale per trattare le colture. L’azienda si occuperà quindi, insieme ai referenti del Consorzio, di condurre il monitoraggio, elaborare un’analisi LCA e valutare i risultati economici dell’operazione.
Soluzioni per preservare il suolo e la biodiversità in vigna
Le soluzioni fornite da Novamont vanno a sostituire due prassi particolarmente impattanti della viticoltura: l’utilizzo di teli plastici protettivi e l’uso di diserbanti chimici.
“In Europa – spiegano da Novamont - vengono utilizzate annualmente circa 85.000 tonnellate di teli plastici per pacciamatura su una superficie totale di 460.000 ettari”. I teli in plastica tradizionale non sono biodegradabile e devono quindi essere rimossi dal campo al termine del ciclo di coltivazione. Rimuovendo il telo, spesso, viene via anche uno strato di terreno: si stima che ogni anno si portino via circa 1800 tonnellate di sostanza organica dal suolo, che così a ogni ciclo risulta sempre più impoverito.
“Il telo in Mater-Bi non necessita invece di essere recuperato e smaltito al termine del ciclo colturale, ma può essere lasciato nel terreno dove viene biodegradato ad opera di microrganismi, contribuendo così alla riduzione di rifiuto plastico e a preservare il suolo dall’inquinamento da plastica”.
Per quanto riguarda la sostituzione dei diserbanti chimici, il bioerbicida sperimentato da Novamont è a base di acido pelargonico ottenuto da oli vegetali. Prodotto di origine naturale, non ha azione sistemica, cioè non distrugge le radici e non ha effetti residuali sul terreno. Non interferisce dunque con la biodiversità e non ha impatti sull’ambiente.