Il lato creativo del Green Deal. Così, al suo lancio nel novembre 2020, si presentava il New European Bauhaus o NEB. Un progetto ambizioso già dal nome, che cita un secolo più tardi il grande movimento di re-design fondato da Walter Gropius.
Ma se la portata delle ambizioni è stata chiara sin dall’inizio, molto meno lo era la direzione, o meglio le direzioni, visto che la specificità dell’iniziativa è proprio la sua caratteristica interdisciplinare. Per definire un po’ meglio gli ambiti di intervento, gli obiettivi e i contenuti del Nuovo Bauhaus, il Research Service del Parlamento europeo e il Panel for the Future of Science and Technology (STOA) hanno quindi commissionato un primo studio qualitativo sul progetto. Gli autori – il direttore di Materia Rinnovabile Emanuele Bompan e la giornalista Elisabetta Tola, CEO di Formicablu e fondatrice di Facta.eu – hanno presentato il report il 13 giugno a Bruxelles, nell’ambito del Festival del NEB 2022.
Un processo interdisciplinare che parta dai territori
“The Green Deal ambition: Technology, creativity and the arts for environmental sustainability” è il titolo del lungo documento di ricerca e analisi su idee, progetti e visioni messe in campo in questi due anni dal lancio del New European Bauhaus. Tola e Bompan hanno ripercorso e revisionato la letteratura scientifica prodotta in questo periodo, cogliendone intuizioni, idee e soluzioni, e hanno inoltre raccolto le testimonianze di numerosi opinion leader del mondo della cultura, dell’arte, dell’architettura, del design e del mondo dell’economia circolare per una valutazione qualitativa delle policy adottate dalla Commissione Europea.
Emerge innanzitutto che, nonostante il nome, il NEB va molto oltre il solo campo dell’architettura. “L’industria culturale europea chiede a gran voce un coinvolgimento totale dei settori creativi – si legge nel documento - dal design ai nuovi materiali, dal fashion alle arti digitali, dai beni culturali alle nuove tecnologie”.
“Serve un processo culturale importante per sostenere la transizione ecologica. Un processo che nasca dal basso, dai territori, e che abbia il sostegno economico dell'Unione Europea”, ha spiegato Bompan durante la presentazione. “Se da un lato è necessario definire e mettere a terra progetti concreti, dall'altro serve un ampio lavoro culturale di nuova immaginazione del mondo abitato, dell'Europa e della transizione ecologica”.
Il report è scaricabile dal sito del Parlamento Europeo, a questo link.
Immagine: Joshua Fuller (Unsplash)