Portare la circolarità nel settore agricolo, ripristinando l’originario “rapporto tra agricoltura e ambiente, dove nulla si butta e tutto si recupera” è sempre stato l’obiettivo principale del Consorzio Monviso Agroenergia. Il CMA, che riunisce un centinaio di aziende agricole titolari di impianti agroenergetici e per la produzione di biogas, ha ora fatto un ulteriore passo avanti su questa strada. Con l’appoggio di FIPER, la Federazione Italiana dei produttori di energia da fonti rinnovabili, ha istituito il Consorzio Italiano Agricoltura Circolare o CIAC.
Biogas e fertilizzanti organici dagli scarti agricoli
Il CMA ha costruito negli anni una filiera agricola che rappresenta un perfetto esempio di economia circolare. Con la valorizzazione di scarti e sottoprodotti agricoli per la produzione di biogas, innanzitutto, che ha dato vita a un indotto di lavoro, servizi e attività connesse che contribuisce a diversificare e sostenere il reddito di migliaia di aziende. Non solo di agroenergia si parla, ma anche di biofertilizzanti o digestato derivante dai sottoprodotti agricoli, che con il suo elevato apporto di sostanza organica rappresenta una preziosa risorsa per la rigenerazione del suolo. Va citato inoltre l’impegno nella riduzione delle naturali emissioni degli effluenti zootecnici.
Un contenitore nazionale per l’agricoltura circolare
“È arrivato il momento di capitalizzare e mettere a sistema questo grande patrimonio di tecnologie e know-how per indirizzarlo verso un modello economico sostenibile, nel più ampio quadro di riferimento del Green Deal europeo”, dicono dal CMA. “Solo un grande sforzo in questa direzione e una corretta comunicazione alle persone, ai consumatori e al decisore politico consentirà al nostro settore di avere, anche in futuro, un forte appoggio e un sostegno per il nuovo sviluppo dell’attività. Questo percorso è fortemente promosso dalla Commissione Europea, la quale ritiene che la filiera del biogas sia un tassello importante e centrale nella futura agricoltura circolare europea, rinnovabile e sostenibile, dove nulla diventa un rifiuto e tutto ritorna un valore, in termini di energia e nutrienti”.
Come afferma Luca Remmert, neopresidente del CIAC: “stiamo già costruendo l’agricoltura circolare, quel sistema virtuoso che le istituzioni mondiali, europee e nazionali si sono prefissate di realizzare entro il 2030. Stiamo già impostando un percorso per diventare sempre più sostenibili, circolari, innovativi, tutelando l’ambiente, le produzioni agricole di qualità e il reddito delle aziende agricole. Stiamo già rispondendo alle richieste di qualità, ambiente, territorio da parte delle persone, dei consumatori”.
Ora si tratta di concretizzare questa visione in un progetto più strutturato, capace di aggregare tutti gli attori della filiera agroalimentare (aziende agricole, agro industria, imprese dell’indotto) in un “contenitore nazionale”: il nuovo Consorzio Italiano Agricoltura Circolare.