A Rosarno, nella Piana una volta lussureggiante di Gioia Tauro in provincia di Reggio Calabria, i lombrichi stanno per iniziare la loro titanica battaglia contro l’ecomafia. Davide contro Golia. Dove Davide, in questo caso, ha il volto di un esercito di vermetti rossi e Golia quello della potentissima ‘ndrangheta. 

È qui che, dopo l’assegnazione al consorzio Terre del Sole dell’area confiscata al clan Iamonte (quasi 7.000 metri quadrati di terreno agricolo), è nato il progetto “Mestieri Legali”, finanziato dalla Fondazione per il Sud, fiore all’occhiello della lotta per la legalità della sindaca antimafia Elisabetta Tripodi, una vita sotto scorta per aver osato denunciare pubblicamente l’arroganza mafiosa. Partner dell’iniziativa, insieme al consorzio, un cartello di associazioni (Legambiente, Arci, Omia), la cooperativa Alba Servizi e i Comuni di Rosarno e Laureana di Borrello. 

Un bel lavoro di squadra, dunque. Uno dei mestieri è un impianto di lombricoltura che servirà a trasformare i rifiuti dei due Comuni partner in nuova linfa, un costo in una risorsa, a beneficio dell’intero territorio. Un prototipo di economia circolare impiantato nella terra che è il regno dei Pesce e dei Bellocco, aristocrazie spavalde e sanguinarie di ‘ndrangheta, e dove – secondo molti collaboratori di giustizia – sarebbero stati seppelliti veleni ovunque, soprattutto nell’entroterra, a pochi metri di profondità, scorie radioattive comprese.

In realtà i lombrichi sono solo una tessera di un mosaico molto più grande: un pezzo di un progetto, tanto ambizioso quanto concreto, che rappresenta una finestra aperta sul futuro. Una scommessa da vincere. L’obiettivo è, infatti, la nascita di una “Comunitas di biodiversità”, cioè un percorso di valorizzazione naturalistica dell’area – un fazzoletto di terra alla confluenza tra due fiumi, il Mesima e l’affluente Metramo – che passi dallo studio degli indicatori biologici dell’ecosistema e dalla fruizione dell’area per la collettività, all’allestimento di laboratori didattico/naturalistici destinati alle scuole. Nella piena consapevolezza che è alle nuove generazioni che occorre affidare il destino di questo territorio, sapendolo prima riconoscere e apprezzare sotto nuova luce. 

 

 

È un’iniziativa che vuole fare rete, innestandosi in uno spazio dove sono già attivi esempi sani di economia circolare. Come la Fattoria della Piana, una storica cooperativa di allevatori che ha scelto la filiera corta e biologica per la produzione di formaggi e salumi, puntando all’autosufficienza energetica grazie a un impianto di biogas che consente di chiudere il ciclo produttivo. Fattoria che è oggi un esempio virtuoso e ampiamente riconosciuto, non solo in Calabria.

Ai minuscoli lombrichi, invece, l’ingrato compito di fungere da grimaldello per sottrarre i rifiuti da logiche criminali e parassitarie – in una provincia che non supera nemmeno il 10% di differenziata e in una Regione già commissariata per sedici anni su questo fronte – per indirizzarli verso una delle tante declinazioni dell’economia circolare. Vermetti arruolati per ridare alla terra la sostanza organica che necessita, l’ossigeno giusto, per produrre compost di qualità dai semplici scarti organici del terreno e da buona parte dei rifiuti organici (Forsu) dei due Comuni partner: il tutto con enormi benefici ambientali e per le stesse casse comunali. In questo modo, secondo i calcoli su una superficie di circa 50 metri quadrati potranno essere smaltiti fino a 750 quintali di rifiuti organici l’anno. Un bell’inizio. Inoltre, le lettiere destinate ai lombrichi saranno fornite da un altro pilastro dell’economia circolare calabrese particolarmente inviso ai boss della Locride, l’azienda Ecoplan di Polistena, che produce materiali ottenuti dal riciclaggio della sansa olearia e della plastica. Una piccola rete di legalità organizzata e sostenibile nella provincia reggina. 

In questo particolare e fragile equilibrio ecosistemico il compost prodotto potrà svolgere più di un effetto benefico. Consentendo, prima di tutto, di ottenere un ammendante naturale da una tipologia di scarto che sino a oggi ha creato in Calabria grandi problemi ambientali e gestioni scriteriate, potendolo riutilizzare sul terreno stesso per accrescerne la fertilità, se non venderlo direttamente sul mercato. Contribuendo così anche a migliorare le qualità strutturali del suolo dando una mano alla lotta contro la desertificazione, che in Calabria la stessa ArpaCal definisce una vera emergenza, e per il contenimento delle emissioni, migliorando le capacità del suolo di fissare a terra la CO2. Ma, soprattutto, la scelta della lombricoltura permetterà di incanalare questi scarti verso un percorso trasparente e sostenibile, che, oltre a prosciugare la palude dove si alimenta la sete di denaro e potere dei clan, darà un ottimo contributo alla riqualificazione urbana e naturalistica dell’area, iniziando quel cambio di rotta verso una gestione più moderna e meno impattante dei rifiuti, e soprattutto meno dipendente dalle vecchie discariche. 

Oltre a quelle etiche, l’iniziativa si tinge anche di connotazioni sociali, avendo scelto di rivolgersi direttamente alla comunità di migranti, soprattutto africani, molti dei quali rimasti impigliati nelle reti dei caporali locali (molto attivi nei campi agricoli della Piana) e oggetto di sistematiche aggressioni. Culminate nei drammatici fatti di sangue del 9 gennaio 2010, quando proprio a Rosarno è iniziata una vera e propria caccia all’uomo di colore a suon di fucilate e conclusasi con il macabro bollettino di numerosi feriti e una fuga in massa da parte della comunità africana. Secondo gli inquirenti, dietro quei fatti ci sarebbe stata la regia dei clan, che avrebbero così dato un messaggio chiaro ai lavoratori stagionali (tutti immigrati), in quel periodo ricompensati con pochi euro nella raccolta delle arance nei terreni dei boss, ma “colpevoli” di aver preteso migliori condizioni di vita.

Che “Mestieri Legali” parta proprio dal coinvolgimento degli immigrati, anello più debole di una lunga filiera fatta di sfruttamento e mafia, ha quindi un valore più che simbolico. A due di loro, infatti, dopo un periodo di formazione andrà il compito di prendersi cura dell’impianto di compostaggio. È un messaggio dirompente, che non è certo passato inosservato in paese. 

 

 

Un percorso, quindi, doppiamente circolare, utile per creare gli anticorpi sociali necessari al contrasto alle logiche mafiose e come fucina di un modello di economia sociale, sostenibile e inclusiva. L’uno a sostegno dell’altro. Come ricorda Lidia Liotta (Legambiente Reggio Calabria), una delle animatrici più convinte del progetto, “i ragazzi sono già al lavoro, nell’agosto scorso hanno partecipato entusiasti al primo campo di lavoro e, a mani nude, hanno già rimosso tonnellate di rifiuti (eternit compreso) dalle sponde del Mesima”. 

A smorzare l’entusiasmo ci ha però pensato la politica locale con la strana dimissione in massa dei consiglieri di minoranza (più uno della maggioranza), cosa che ha decretato lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale di Rosarno e quindi la caduta della sindaca antimafia, sponda convinta del progetto. Per fortuna il percorso sembra avere già gambe sue e l’idea si è addirittura diffusa come un virus in diversi comuni del cosentino e del crotonese, pronti a seguire l’esempio di Rosarno dando vita a impianti di lombricoltura al posto di nuove discariche. Un’idea talmente rivoluzionaria per la pax mafiosa da spingere alcuni “ignoti”, all’indomani del primo evento pubblico di lancio dell’iniziativa avvenuto lo scorso settembre, a scaraventare a ridosso del cancello di ingresso all’area confiscata diverse carcasse di autovetture rubate. 

Un segnale inequivocabile in terra di ‘ndrangheta e di codici non scritti. La mafia preferisce le discariche (abusive e non) ai placidi lombrichi rossi, visti – giustamente – come insopportabili semi di libertà, oltre che di sostenibilità. Passa anche dalla loro (re)esistenza, quindi, il riscatto di questa terra e la lotta per l’affermazione di una società più giusta, in ogni senso. 

 

Info

Fondazione per il Sud, www.fondazioneconilsud.it

Consorzio Terre del Sole, www.consorzioterredelsole.it

Ecoplan, www.ecoplan.it/home.html